Spendere una fortuna per un abito o per un capo d’abbigliamento non è necessariamente sinonimo di qualità e, sopratutto, di vestiari e calzature prive di agenti chimici.
I risultati dell’ultimo rapporto di Greenpeace International, infatti, rivelano che molti di questi prodotti non sono come ce li raccontano: livelli di composti chimici riscontrati non sono diversi da quelli trovati in vestiti più economici e in quelli sportivi.
Inoltre, la concentrazione di alcune sostanze chimiche pericolose (nonilfenoli etossilati – NPEs) in alcuni capi etichettati come “Made in Italy” può far dubitare che questi siano stati interamente prodotti in Europa.
Il progetto lanciato da Greenpeace contro l’uso di sostanze chimiche altamente pericolose in capi d’abbigliamento si chiama “The King is naked“.
Versace, Louis Vuitton, Dior e Dolce & Gabbana sono tra le aziende d’alta moda incriminate.
Sedici dei 27 prodotti testati (59%) sono risultati positivi ad una o più di queste sostanze: nonilfenoli etossilati, ftalati, composti perflorurati e polifluorurati e antimonio.
Queste sostanze vengono rilasciate nei nostri fiumi, torrenti e laghi non solo dalle fabbriche nei siti di produzione come quelli cinesi, ma anche da ogni capo venduto nel mondo, tramite il lavaggio.
Una volta entrate in circolo, alcune di queste sostanze chimiche pericolose agiscono sul sistema ormonale e una volta rilasciate nell’ambiente possono provocare danni a bambini e adulti.
Essendo parte di questo processo, i marchi della moda di lusso, dunque, non solo deludono i loro clienti, ma giocano col nostro futuro inquinando il pianeta.
Chiara Campione, responsabile del progetto “The Fashion Duel” di Greenpeace Italia, a tal proposito ha dichiarato:
“I marchi di lusso prosperano sulla esclusività e la qualità dei loro prodotti. Questo rapporto mostra che ingannano i loro clienti con le bugie tossiche. Questo tocca anche altri prodotti oltre la moda di lusso poichè i prodotti chimici pericolosi colpiscono tutti. Questi marchi devono disintossicare le loro catene di approvvigionamento e rendersi conto che la gente può vedere la loro grande illusione. E’ tempo che questi marchi di lusso che hanno vissuto della loro reputazione di trendsetter di moda inizino la rivoluzione per liberare la moda dall’inquinamento come hanno già fatto Valentino e Burberry dimostrando che la moda non deve avere un prezzo pagato dal Pianeta. Cosa aspettano Versace, Louis Vuitton , Dior e Dolce & Gabbana?”
Insomma, appare abbastanza evidente: il prezzo sul cartellino è irrilevante. Questi marchi dettano le ultime tendenze, ma l’unica moda da seguire è quella che non fa male all’ambiente e al nostro pianeta.
[Fonte: www.greenpeace.org]
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