Lo spreco alimentare rappresenta, oggi, uno dei principali paradossi globali. Sì, perchè per quanto si parli di crisi e di problemi legati a questo, gli sprechi alimentari continuano a far parte della nostra quotidianeità.
Spesso non ci rendiamo conto di quanto cibo finisca nelle nostre pattumiere: forse per capirlo veramente bisognerebbe raccogliere tutto insieme quello di una settimana, per esempio, e farcene così un’idea.
A tal proposito, lo scorso 5 Febbraio è stata istituita dal Ministero dell’Ambiente la Prima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, che ha visto per la a prima volta riuniti i principali enti, associazioni, organizzazioni e imprese legate a questo tema, per parlare dello spreco alimentare e dell’impatto che questo ha sull’ambiente.
La responsabilità è da attribuire, ovviamente, ai consumatori, che spesso riempiono il frigo di alimenti che dopo pochi giorni non sono più buoni e vanno gettati via prima di essere consumati. Per non parlare di coloro i quali cucinano porzioni abbondanti di cibo che finiscono poi nella nostra pattumiera.
Secondo le stime, sono in media 316 gli euro che vengono spesi ogni anno in cibo che viene buttato senza essere consumato.
Ma è anche colpa di un sistema produttivo che perde cibo e risorse lungo la filiera, fino al 50% delle perdite totali, prima che arrivino nelle nostre tavole.
Tutto questo, ovviamente, ha ripercussioni sull’ambiente, e questo non dipende solo dalla quantità del cibo che viene sprecato, ma sopratutto dal tipo di alimento. Lo spreco di 1 kg di carne, per esempio, costa all’ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta.
Lo spreco di 1 kg di manzo, invece, utilizza invano 594 litri di acqua a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta.
Non solo. Ogni anno in Italia vengono anche buttati nel cestino fino a 1.226 milioni di metri cubici di acqua, pari all’acqua consumata ogni anno da 19 milioni di italiani, e 24,5 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il 20% delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti. Inoltre vengono gettati via anche il 36% dell’azoto da fertilizzanti, usati inutilmente.
Durante la prima giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, è emerso che, a seguito di un’indagine condotta Coldiretti/Ixe’, il 73% degli italiani (tre su quattro) ha tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, anche per effetto della crisi che spinge al risparmio e ad ottimizzare la spesa dallo scaffale alla tavola.
Strano a dirsi, ma forse l’unico vero aspetto positivo della crisi è proprio questo, vale a dire che è sempre più frequente a tendenza al contenimento degli sprechi. Nonostante ciò, va detto che ogni persona in Italia ha comunque buttato nella spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno.
Perlomeno il 56% degli italiani riutilizza gli avanzi per preparare polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille o macedonia, mentre il 42% mangia il pane avanzato dal giorno prima.
Contro lo spreco alimentare, comunque, il WWF ha fatto sapere di star sviluppando iniziative di sensibilizzazione con la collaborazione di aziende della grande distribuzione e food service.
Ma cosa fare, intanto, per ridurre al minimo gli sprechi alimentari?
Anzitutto prima di andare a fare la spesa bisogna controllare bene di cosa abbiamo bisogno e di cosa invece no, stilando una bella lista della spesa con carta e penna.
Bisogna dunque evitare gli acquisti in eccesso, che spesso includono prodotti che non si rivelano realmente necessari. Allo stesso modo bisogna evitare di acquistare in eccesso quei prodotti con offerte speciali, a meno che non si sia davvero sicuri di consumare quei prodotti.
Bisogna prestare attenzione anche a quei prodotti presentati come “novità”, ma che risultano poi essere insoddisfacenti.
Altra cosa da fare sempre è controllare le date di scadenza nelle confezioni e prediligere quei prodotti che hanno scadenze a lungo termine.
Acquistate prodotti freschi, che siano frutta, verdura o prodotti di altro genere, ma in piccole quantità: inutile dire che una lunga conservazione provocherà un avariamento degli stessi.
Per come potete, cercate di mettere in atto la fantasia in cucina. Se vi restano degli avanzi non gettati subito nell’immondizia, ma cercate di “riutilizzarli” per preparare delle polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille, macedonia e quant’altro. Se la fantasia vi manca, potete sicuramente trovare delle sfiziosissime ricette anche sul web.
Altra cosa, importantissima: evitare di andare a fare la spesa a stomaco vuoto. Detta così può sembrare una sciocchezza, ma è una delle trappole peggiori per acquistare prodotti in eccesso: lo stimolo della fame e le tentazioni golose, infatti, portano spesso a riempire il carrello di prodotti non necessari e ad effettuare acquisti di tipo compulsivo.
A volte basta seguire solo qualche piccolo accorgimento: non solo facciamo del bene a noi stessi e al nostro portafoglio, ma anche e soprattutto all’ambiente.
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