Periodicamente in Italia vengono ignorate le direttive internazionali sull’aborto, infatti, ben 8 donne su 10 lo eseguono in anestesia totale.
Pensate che l’82% delle “interruzioni volontarie di gravidanza” nel nostro Paese avviene in anestesia generale contrariamente a quelle che sono le direttive internazionali dell’OMS (Organizzazione mondiale per la sanità) e dell’ISS (Istituto superiore di sanità) sull’aborto.
A dichiarare come queste indicazioni internazionali non vengono prese in considerazione è la relazione annuale sull’attuazione della legge 194 del 1978 per la quale il ministro della Salute dichiara al Parlamento italiano.
A chiarirlo e renderlo noto sono le parole della relatrice Elena Carnevali la quale ha dichiarato: “è una scelta non giustificabile dal punto di vista della salute delle pazienti. Nella relazione stessa, infatti si sottolinea come sia da preferire quella locale, per minori rischi per la salute della donna, minor richiesta di analisi, minor impegno di personale ed infrastrutture e di conseguenza minori costi”.
Malgrado le direttive imposte sia dall’Oms che dall’Iss lo sconsiglino, la responsabile del Centro Interruzione Volontaria di Gravidanza dell’Ospedale San Camillo di Roma, Giovanna Scassellati, ha voluto dichiarare: “molto spesso però sono proprio le donne a chiederlo, perché preferiscono non sentire nulla. E comunque l’anestesia generale che si fa oggi dura pochi minuti ed è meno invasiva di quella che si faceva anni fa”.
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