Questa, secondo me, è davvero una buona notizia con cui concludere la settimana, se non molto tempo fa mi trovavo a documentare, con preoccupazione, lo svolgimento dei fatti legati all’aumento delle colture OGM, oggi mi ritrovo invece a constatare con piacere che le cose iniziano davvero a cambiare, dopo il no italiano al mais Monsanto, infatti, arriva anche lo Stop dell‘Europa alle colture OGM.
L”assemblea di Strasburgo chiede al parlamento europeo di bloccare l’incremento di colture OGM e di rifiutare qualsiasi nuova proposta di introduzione di alimenti geneticamente modificati sul mercato europeo, con 385 voti a favore la richiesta è stata approvata dagli eurodeputati al fine di dare tempo alla ricerca per stabilire quali siano i reali rischi derivanti dall’uso di materie ed alimenti geneticamente modificati.
Questa richiesta da parte dell assemblea di Strasburgo è di fondamentale importanza perché finalmente viene riabilitato l’ultimamente tanto bistrattato Principio di Precauzione che prevede la tutela del singolo caso e del territorio e prevede un’attenta analisi costi benefici che nel caso degli OGM non è stata assolutamente compiuta.
Non c’è stato un reale piano di prevenzione degli ecosistemi, non fu preventivato il danno che le coltivazioni geneticamente modificate avrebbero apportato al territorio, non sono stati previsti risarcimenti e rimborsi per le popolazioni danneggiate, per le famiglie contadine costrette ad abbandonare i campi. Questo è un passo fondamentale che dimostra una presa di coscienza e da un’ennesima prova del fatto che il boicottaggio etico da parte dei consumatori e le petizioni inviate al parlamento europeo hanno una loro funzione ed un loro valore effettivo e fattuale che si trasforma in risultati.
E’ stato anche chiesto che gli stati membri che si dichiarano contrari agli OGM siano liberi di ostacolarne ed impedirne la coltivazione, anche questa richiesta rappresenta un passo di fondamentale importanza, in base ai principi di anti-protezionismo sanciti dal WTO, infatti, la libertà degli stati membri in maniera di tutela dei propri consumatori è molto limitata e il tutto è reso ancora più ambiguo dalle normative sull’etichettatura che non prevedono sia necessario indicare un prodotto come OGM se contiene meno dello 0.9 % di alimento geneticamente modificato (regola applicata al singolo alimento e non per accumulo, ovvie le conclusioni in materia di alimenti confezionati che contengono più di un ingrediente che può appartenere alla lista degli alimenti geneticamente modificati).
I passi che l’Europa finalmente sta facendo sono una vittoria per tutti i consumatori e per tutti gli stati membri ed è auspicabile che portino ad una riduzione delle coltivazioni OGM su scala globale.
[Fonte immagine: legambiente.it]