“Dear children…
…I am gay. And that’s how much I wanted you in my life”
Così inizia una lunga lettera di Andrew Solomon dedicata ai suoi quattro figli, George, Blaine, Lucy e Oliver. Una lettera per spiegare loro che amare è facile, il difficile è accettare.
‘L’amore per voi deve essere incondizionato. Un genitore deve aiutare i propri figli a migliorare ma senza volerli cambiare per forza. Perché amare è facile, il difficile è accettare’
In questa lettera Solomon vuole raccontare la sua “condizione” di genitore omosessuale. Lui parla dell’amore, ma accentua il fatto che non è l’amore che è difficile da trovare ma è l’accettazione delle situazioni che diviene complicata.
Solomon affronta il discorso della sua omosessualità spiegando ai suoi figli che è stato difficile per lui farsi accettare dai suoi genitori, e che lui all’epoca pensava che loro lo amassero un po’ di meno, ma si rese presto conto che si sbagliava, semplicemente era difficile da accettare.
Con sua madre che gli ripeteva di continuo «L’amore per i propri figli è un sentimento unico al mondo, e finché non si hanno dei figli non si sa quello che si prova», lui si sentiva inadatto, scoprendo il suo lato “diverso” sapeva che non avrebbe avuto figli e non avrebbe mai capito cosa sua madre cercava di dirgli… e invece… Andrew Solomon ha avuto 4 figli e spera di non sbagliare con loro, anche se sa che i genitori fanno sempre degli errori.
Il mestiere del genitore è uno dei più complessi, bisogna educare i figli ma facendo attenzione a non cambiarli troppo e questo lo psichiatra Solomon lo sa e non vuole che i suoi figli vengano cambiati in quel lato che invece andrebbe apprezzato per quello che è.
E qui commuove, la sua lettera passa ad un livello diverso, se prima parlava di lui, della sua storia della sua personale esperienza, ora racconta dei suoi figli, racconta di quanto sia fiero di ognuno di loro in maniera diversa.
Parla di quanto Oliver e Lucy, si aiutino a vicenda e di quanto siano bravi a ballare, e con una punta di invidia perchè lui non è in grado di fare spettacoli di danza come loro.
Parla di Blaine e del suo amico immaginario, il serpente Sam, e di quanto sia dolce e in grado di farlo ridere.
E poi parla di George, mai padre fu più orgoglioso di lui quando suo figlio gli disse: «Sono felice che sia il compleanno del mio papà; sono felice che tutti mangeremo la torta; e, papà, se tu fossi bambino sarei un tuo amico».
Però si rende anche conto che la sua condizione potrebbe condizionare le loro vite. E fa un discorso sull’amore incondizionato: bisogna cercare di non bloccarsi sui vecchi punti di vista ma cercare di capire ed accogliere quello che i figli hanno da offrire.
Andrew Solomon conclude dicendo che adora essere padre, e in particolare adora essere il loro padre, e finalmente capisce le parole di sua madre:
“L’amore per i propri figli è unico al mondo e finché e non si hanno dei figli non si sa quello che si prova. Ora che lo so, è la gioia della mia vita.”
[Fonte immagine e lettera: andrewsolomon.com]
Andrew Solomon è uno scrittore e docente di politica, cultura e psicologia. il suo ultimo libro “Lontano dall’albero: genitori, figli, e la ricerca dell’identità”, pubblicato il 13 novembre 2012, ha vinto il premio per la saggistica al National Book Critics Circle. Cliccate qui per ascoltare il toccante discorso di Andrew Solomon rivolto ai genitori.
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