Franco Berrino, epidemiologo italiano e direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano dal 2002, non ha bisogno di grandi presentazioni.
Laureatosi in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino nel 1969 e specializzatosi in anatomia patologica, si è poi dedicato principalmente all’epidemiologia dei tumori.
Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, Berrino è stato uno dei pochi ricercatori italiani chiamati a collaborare al “Food, nutrition, physical activity and the prevention of cancer“, pubblicato nel 2007 dal World Cancer Research Fund.
Suoi progetti particolarmente significativi sono quello italiano per lo sviluppo dei registri tumori e quelli europei EUROCARE, sulla sopravvivenza dei malati neoplastici nei diversi paesi, e DIANA, sulla prevenzione del cancro al seno e delle sue recidive,frutto della collaborazione tra l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Berrino è inoltre un convinto assertore dell’utilità di una dieta “corretta” per evitare l’insorgere del cancro e, a tal proposito, ha pure pubblicato un interessantissimo libro intitolato “Il cibo dell’uomo“.
Una sorta di manuale di 320 pagine in cui Berrino vuole darci delle linee guida sull’importanza di una sana e corretta alimentazione.
Partendo da considerazioni storiche, su come per esempio il cibo fosse considerato terapeutico dai nostri progenitori, l’autore giunge ai risultati odierni delle ricerche scientifiche in questo campo.
Insomma, un interessante piccolo saggio sull’alimentazione che con un linguaggio semplice e diretto ci fa capire l’importanza del nutrirsi in modo sano.
Giusto per avere un’idea del messaggio che Berrino vuole lasciarci con questo libro, vi riportiamo qui di seguito l’incipit:
“Quale debba essere il cibo dell’uomo ce lo dice la Bibbia, quando al sesto giorno della creazione Dio dice: “vi do tutte le piante con i loro semi… così avrete il vostro cibo”. Gli scienziati e i medici di oggi, però, abbagliati dai nuovi dogmi della biologia, non danno molta importanza alle parole della Bibbia. La chiesa ha contribuito non poco, fin dai tempi della persecuzione di Galileo, a togliere credibilità ad una fonte storica e antropologica importantissima sulla natura dell’uomo, del suo cibo, e del suo posto nel mondo. Ma gli uomini di scienza badano poco alla storia; sono convinti che la chimica e la biologia moderna siano sufficienti a guidare le scelte alimentari dell’uomo, e mentre rincorrono affannosamente nuove tecniche per rispondere a quesiti sempre più fini sui meccanismi molecolari che sottostanno alle funzioni complesse della vita, anche per modificarli con farmaci specifici, spesso dimenticando gli esperimenti di ieri, necessariamente più grossolani, ma spesso più vicini alla realtà della vita.
Il primo grande esperimento sull’alimentazione dell’uomo è riferito proprio dalla Bibbia. Il giovane Daniele e altri rampolli di nobili famiglie di Israele erano stati fatti prigionieri da Nabucodonosor, il quale voleva però che fossero trattati con tutti i riguardi e ordinò ad Asfenez, l’eunuco di corte, che fossero nutriti con il cibo e il vino del re. Daniele e i suoi compagni si rifiutarono e pretesero acqua, cereali e legumi, com’erano abituati, e rassicurarono Asfenez, che temeva di incorrere nell’ira del tiranno, dicendogli che facesse la prova, e che li avrebbe visti più belli e più forti degli stessi figli del re.”
“Il cibo dell’uomo” di Franco Berrino può essere scaricato e, se preferite, stampato, gratuitamente. Sul web lo trovate facilmente, in ogni caso potrete trovarlo anche cliccando qui.
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