Uno studio della Wildlife Conservation Society e dalla Zoological Society of London sulla fauna selvatica nel deserto del Sahara dichiara che circa la metà delle 14 specie locali su cui verteva l’indagine risulterebbero essere già estinte (la ricerca è stata pubblicata su Diversity and Distributions).
Le specie in questione, che sembra non potremmo mai più vedere sono: l’alcelafo bubalo (Alcelaphus buselaphus buselaphus), l’Orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah), il licaone (Lycaon pictus) africano e il leone africano scomparsi sole dal Sahara, in Africa occidentale è già scomparso il rinoceronte nero.
Lo studio rivela che queste specie risultano estinte in natura, scomparse dal territorio o ridotte al numero minino di esemplari, quindi ad un passo dall’estinzione totale, inoltre altre specie hanno perso gran parte del loro habitat (gazzella dama, antilopi dalle corna, leopardo, ghepardo).
L’estinzione è un discorso delicato e in parte inevitabile, tutte le specie che abitano il nostro pianeta sono imprescindibilmente influenzate dai mutamenti dello stesso e dall’interazione che si instaura tra una specie e l’altra, essere umano incluso. Ci sono diverse cause concomitanti che portano all’estinzione di una specie: l’insorgere di una specie concorrente, le variazioni climatico-ambientali, le epidemie. Uno dei primi segnali che ci porta a valutare una specie come “a rischio di estinzione” è sicuramente la riduzione costante e consistente dello spazio vitale, ovvero, dell’area abitata all’interno della quale la specie stessa si nutre, si riproduce e caccia nel caso dei predatori.
Il Sahara è un esempio di grande negligenza nei confronti del pianeta, una mancanza di presa di coscienza e responsabilità che è costata e sta costando l’estinzione a molte delle specie Sahariane ed espone a grosso rischio anche le piccole comunità e le popolazioni che abitano il deserto. I deserti non sono studiati e tutelati in maniera adeguata, facendo questo ci si dimentica costantemente che i processi di desertificazione del pianeta, i grandi fenomeni di migrazione che ne seguono e ne seguiranno, riguardano direttamente anche noi. La sussistenza del pianeta deve essere una priorità, non perché in questo modo riusciremo ad eliminare l’estinzione che è e resterà un elemento costante dell’evoluzione sul nostro pianeta, ma per evitare di esserne una delle cause scatenanti.
L’essere umano è di fatto la maggior specie concorrente in natura, la nostra capacità di adattamento ci rende abili modificatori dell’ambiente circostante a spese degli altri abitanti di questo pianeta ed anche a spese della nostra stessa specie, ma potremmo anche scegliere di essere uno degli elementi di salvaguardia del sistema, se il nostro modo di pensare e di investire risorse si indirizzasse in una direzione eco-compatibile.