Il Lagocephalus Sceleratus, ossia il pesce palla maculato o argenteo è arrivato nelle acque vicine all’isola di Lampedusa, migrando attraverso il canale di Suez, fino in Turchia, poi a Rodi ed ora anche in prossimità dell’isola di Lampedusa. Questa specie di pesce palla appartenente alla famiglia dei Tetradontide (pesci palla o puffer fisch) è altamente tossico e cosa rara e grave, lo è anche dopo la cottura, il che ne aumenta vertiginosamente il rischio. A dieci giorni dal primo avvertimento da parte dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) anche il Ministero della salute ha dato l’allarme per la presenza di questa varietà ittica, che è ora presente anche nei nostri mari. Il rischio è che possa essere pescato e cucinato o venduto per sbaglio, da qualcuno che non lo riconosce.
La vendita del Lagocephalus è vietata dal 1992 proprio a causa della sua pericolosità. Il pesce palla contiene una particolare tetrodotossina (TTX) che accumula in alcune parti del suo organismo e che, se ingerita, può causare anche la morte a poche ore dall’ingestione.
Il ministero ha dato l’allarme ed immagini del pesce palla maculato saranno disposte in tutte le zone di pesca e di commercio ittico della Sicilia meridionale. In base a quanto stabilito dal Regolamento (CE) 853/2004: “norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale” gli operatori del settore hanno l’obbligo di garantire l’adeguatezza ai requisiti di sicurezza per i prodotti ittici immessi sul mercato e di non mettere in commercio specie ittiche appartenenti alle famiglie dei Tetraodontidae, Molidae, Diodontidae e Canthigasteridae in quanto contenenti tossine nocive e pericolose per l’uomo.
Gli operatori del settore sono responsabili della sicurezza alimentare dei prodotti durante tutte le fasi della filiera di produzione e distribuzione, è quindi fondamentale che siano adeguatamente informati e in grado di riconoscere la possibile presenza del Lagocephalo, per tutelare la salute dei consumatori ed anche la loro posizione di addetti ai lavori.
Il dibattito sul se sia meglio comunicare ed allarmare o non comunicare e rischiare riguarda gran parte delle questioni inserenti all’etica ambientale (nella cui macro area rientrano anche le problematiche legate agli alimenti ed alla loro produzione). La questione non è sicuramente di semplice soluzione e sarebbe difficile liquidarla in poche righe senza limitarne l’importanza e la complessità, ma certo è che la trasparenza dell’informazione è alla base del Principio di Precauzione, in assenza di questa non si può prevenire, ovvero non si possono rendere liberi e consapevoli, quindi necessariamente informati, i soggetti interessati e tra loro una particolare attenzione dev’essere garantita a quelle fasce che per ragioni di carattere sociale o socio-economico sono meno protette e meno facilitate nel processo di auto-informazione/auto-formazione.