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Australia, Paese più felice del mondo. Ma non per gli aborigeni

Di Eleonora - 18 Novembre 2013

L’Australia è un ricco e sconfinato continente nel quale vivono numerose comunità di Aborigeni. In seguito alla colonizzazione e all’occupazione delle loro terre, questi antichi popoli sono stati costretti a modificare le loro abitudini di vita e a stravolgere la loro cultura.

Una descrizione minuziosa di quali siano le condizioni degli Aborigeni in Australia è quella operata da John Pilger che ha documentato, in maniera copiosa, la decadenza di questo orgoglioso popolo.

Oggi, la maggior parte degli Aborigeni risiede nei pressi delle grandi metropoli e dimora in baracche o edifici fatiscenti dove non è possibile usufruire neanche di servizi minimi. Inoltre, queste famiglie devono affrontare anche un altro importante problema, legato alla loro cultura ed identità: la mancanza della terra dalla quale trarre il loro sostentamento. Infatti, questa popolazione è stata privata dei suoi possedimenti ritrovandosi, all’improvviso, senza la possibilità di guadagnarsi da vivere e senza un lavoro.

Oggi, una buona parte di loro ha trovato impiego in grandi aziende agricole mentre altri vivono di piccoli espedienti; un’altra parte invece, è riuscita a mantenere salde le proprie origini e continua ad occupare le terre nelle quali ha sempre vissuto. Proprio questa situazione causa numerosi problemi, come per esempio un numero elevato di suicidi che si accompagna all’alcolismo.
La colonizzazione dell’Australia si è basata sul principio che gli Aborigeni non potessero vantare nessun diritto di proprietà su questa terra; quindi, nel corso del tempo è avvenuta una sorta di spoliazione con gravissime conseguenze. Questi immensi territori sono stati impiegati per l’estrazione mineraria, consentendo di trarre enormi profitti per i vari governi che si sono succeduti. Di contro, gli Aborigeni sono stati confinati in spazi ridotti oppure sono stati costretti a spostarsi e a dimorare in estese baraccopoli sorte nei pressi dei maggiori centri urbani australiani.
Fortunatamente, da circa un ventennio le norme sono cambiate e si sta cercando di rendere a questo popolo ciò che gli appartiene. L’obiettivo di questo processo è quello di riportare gli Aborigeni nelle terre dove hanno sempre vissuto, permettendogli di riprendere le loro ancestrali tradizioni. Se questo progetto venisse concluso felicemente, certamente si riuscirebbe a cambiare la loro esistenza, restituendogli una vita degna di essere vissuta.
Purtroppo, la legislazione e la politica portata avanti dai governi australiani , in passato, non è stata favorevole a questo popolo; infatti, si è cercato di annullare la loro identità con l’obiettivo di renderli simili, in tutto e per tutto, al resto della popolazione. Proprio con questo obiettivo sono moltissimi gli adulti che, da bambini, sono stati sottratti ai propri genitori ed affidati a famiglie australiane non aborigene.
Le difficoltà quotidiane, i sopprusi, la mancanza di mezzi di sostentamento sta provocando una netta e costante diminuzione di questa popolazione. A rendere il fenomeno ancora più severo, contribuisce l’elevato tasso di mortalità infantile. In alcuni città, in media, gli Aborigeni hanno un’aspettativa di vita che non supera i 35 anni; a falcidiarli, oltre al disagio estremo nel quale sono costretti a vivere, vi sono la malnutrizione, l’estrema miseria e l’impossibilità di avere accesso alle cure.
I diritti di questo antico popolo vengono sostenuti e sponsorizzati da numerosi enti no profit che si occupano di favorire il recupero delle loro terre e di migliorare le condizioni di vita delle famiglie di Aborigeni.





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