Due tra le religioni più antiche e diffuse al mondo sono Buddismo e Induismo. Accomunate dalle aree di provenienza e da alcuni principi fondamentali, si differenziano però in molti punti. Definirle non è facile, sono religioni caratterizzate da filosofie complesse all’interno delle quali si diramano diversi filoni, più o meno simili tra loro, a volte nettamente distinti,a volte contaminati.
Per cercare di presentarle in breve, sicuramente facendo torto alla loro immensa complessità, potremmo dire che tutti questi filoni condividono una filosofia che riconduce a tre principi/concetti fondamentali: il karma, la maya, e lo yoga. Anche questi tre cardini sono interpretati in modi diversi, ma in ogni caso ci si basa su orizzonte comune che vede i sintesi il Karma collegato al concetto di reincarnazione e quindi alle conseguenze che le vite passate hanno su di noi, sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti, la maya come il velo dell’ignoranza che blocca l’evoluzione spirituale degli esseri, lo yoga (inteso come pratica e meditazione) come via per raggiungere la consapevolezza e l’evoluzione. Un altro punto fondamentale in comune è il valore che viene dato all’OM il suono primario e generatore, a cui è attribuito molto potere ed è pronunciato nella maggior parte dei mantra (Om Padme Hum per i tibetani). Inoltre nella quasi totalità sono accompagnati dalla pratica vegetariana, più o meno integralista e considerano il consumo di carne ed alcolici come un ostacolo alla consapevolezza ed alla evoluzione del “Sé” e un crimine contro le-la divinità creatrice-i di tutti gli esseri. Uno dei più antichi auguri hindu augura che tutti gli esseri siano liberi dal dolore.
Il Buddismo proviene e/o è originato dagli insegnamenti di Siddhārtha Gautama, ovvero Shakyamuni il Buddha storico vissuto nel VI secolo a.C in India e si è poi diffuso dall’India in tutto l’estremo oriente e dalla fine del XIV secolo anche in occidente. Suddiviso in due filoni fondamentali il Mhayana da cui deriva anche il buddismo Tantrico(diffuso in India e basato su canone sanscrito) ed il Theravada o buddismo degli anziani (che prevalse in Cina, Tibet e Thailandia ed è basato su testi scritti in canone Pali) si basa sulla dottrina delle Quattro nobili Verità: la sofferenza, l’origine della sofferenza, la cessazione della sofferenza, la via che porta alla cessazione della sofferenza. Da qui si dirama quello che è definito l’ottuplice sentiero, il sentiero comportamentale e devozionale del buddismo, che consta di 8 cardini: Retta Comprensione, Retta Motivazione, Retta Parola, Retta Azione, Retta Vita, Retto Sforzo, Retta Consapevolezza, Retta Concentrazione.
L’Induismo è antichissimo e complesso, si basa sul rispetto dei Veda( antichissimi testi sacri, risalenti agli Arii che invasero l’India intorno al XX secolo a.C, scritti in sanscrito e concernenti la conoscenza suprema) e di altri testi sacri come la Bhagavad Gita. L’Induismo è complesso e suddiviso in molteplici diramazioni, abbiamo Shivaiti, Vishnuiti, devoti di Kali, devoti di Krishna e molte diverse caste di sadhu, nagha e asceti vari.
Il fulcro della filosofia induista è la Trimurti costituita da Brahma il creatore, Shiva il distruttore e Vishnu il conservatore. Di queste tre divinità sicuramente la più affascinante è Shiva, il Mahadev, il danzatore cosmico e il distruttore, sposo di Parvati (l’avatar di Kali, che rappresenta il principio femminile nella sua forma generatrice, mentre Kali rappresenta la forza distruttrice) e guida e signore della maggior parte degli asceti, il suo culto è di origine antica e tribale e si avvicina, in molti aspetti, agli antichi culti della Dea Madre. In India Shiva è venerato e temuto, (al contrario di Krishna che è solo amato e osannato come il buono ed il giusto) ed altrettanto temuti sono gli asceti che dedicano la vita al suo culto.
La filosofia Shivaita è forse il cuore profondo dell’induismo accumunato all’antico simbolo dell’Om, il suono generatore e portatore di guarigione, ma sicuramente l’avatar che sta avendo più successo in occidente è Ganesha o Ganesh, il dio dalla testa di elefante, il distruttore di ostacoli, indispensabile per iniziare ogni attività (lo troverete all’entrata della maggior parte dei ristoranti indiani, sia qui che in loco) pronto a contenere tutte le nostre lamentele ed i nostri problemi nel suo grosso ventre, il dio con una zanna sola, per esprimere la carenza di aggressività, figlio di Shiva e Parvati (lo accompagnano leggende bellissime sull’amore materno e genitoriale) che sta entrando anche in occidente. Altro elemento fondamentale della religione induista è l’acqua, principio generatore individuato nella dea Ganga, il fiume Gange, la sacra madre a cui ogni indu deve andare a fare omaggio e a cui ogni indu farà ritorno.
Sia l’induismo che il buddismo predicano il rispetto per ogni essere vivente ( in India la sperimentazione animale è vietata ed è considerata un crimine contro il divino), fino all’estremo dei Jainisti, una setta che vede questo aspetto come fondamentale tanto che i monaci Jain indossano mascherine facciali che gli impediscono di ingerire insetti. Sono praticate indistintamente da uomini e donne e nell’induismo è frequente che anche le donne si dedichino alla vita ascetica. L’unione ascetica e spirituale di maschile e femminile è uno degli aspetti più interessanti della filosofia indu o hindu.
Ci vorrebbero ore per parlare approfonditamente di queste antiche religioni, ma vorrei concludere con una mia esperienza diretta, nei numerosi viaggi in India ho sempre constatato sia da parte dei buddisti, che degli hindu che dei Sikh(l’antica casta guerriera che si rifà alla religione sikh fondata da Guru Nanak dev ji nel Xv secolo) una grande apertura nei confronti delle altre religioni, a Dheli è stato costruito il Lotus Temple aperto ai fedeli di ogni culto e in ogni tempio è possibile entrare, pregare, osservare, partecipare; credo che questo ed il rispetto per gli altri esseri viventi siano due lezioni da apprendere.