Un’epidemia che si può fermare solo con l’estirpazione della malattia, è questa l’unica soluzione possibile a questa terribile infezione che sta uccidendo tutti gli ulivi del Salento.
A parlare è Antonio Guario, capo dell’Osservatorio fitosanitario regionale: “Non abbiamo mai visto niente di simile in tutta la storia dell’agricoltura italiana”.
Purtroppo per evitare che il resto delle piantagioni italiane ed europee vengano infettate bisognerà provvedere ad estirpare tutti gli ulivi della costa leccese, e a concordare questa drastica misura di prevenzione è stato il Ministero dell’Agricoltura con la Regione Puglia.
Sono migliaia gli alberi che sono seccati dall’anno scorso ad oggi, prima un ingiallimento delle foglie, poi lo scuristi del legno interno fino all’accartocciamento delle foglie ormai secche.
L’anno scorso si era pensato ad un fungo chiamato Phaeoacremonium, ed in effetti tale spora era stata ritrovata su tutti i campioni, ma ulteriori studi hanno confermato una diagnosi assai peggiore, infatti a causare la rapida morte delle piante è la “Xylella fastidiosa”, un batterio che secondo l’Organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione europea per la salute delle piante rientra nella lista nera dei batteri da quarantena, necessariamente da isolare, a causa della sua portata infettiva.
Ma a fermare o almeno a rallentare questa “smania” di sradicare, è Giovanni P. Martelli, georgofilo intervenuto sulla questione del Salento:
“Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di ‘X. fastidiosa’ appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo. Di ciò è stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite”.
Per ora si stanno svolgendo altri studi altre analisi che potrebbero portare a riformulare un adeguato piano di contenimento della malattia che non preveda la sradicazione completa di tutti gli ulivi del Salento.
Cosa che renderebbe una vasta zona d’Italia, circa ottomila ettari di terra, desertica rovinando l’economia del Salento, anche se si stanno muovendo sia Roma che Bruxelles per attivare un Fondo di Solidarietà comunitario per le emergenze fitosanitarie.
Il problema, come riferisce lo stesso Assessore regionale Nardoni :«rischia di innescare devastanti effetti sull’economia regionale e italiana, se insieme alle risposte fornite dalla Regione sul pianto tecnico, scientifico e amministrativo non faranno immediatamente seguito adeguate coperture economiche».
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