Essere genitori è una delle più grandi opportunità della vita: si è responsabili della vita che nasce, che cresce e che si avvia a divenire adulta.
E’ un vero onore contribuire al formarsi di un individuo… ma come ogni grande responsabilità presenta le sue fatiche, il suo impegno, la sua stanchezza. Dal punto di vista fisico le difficoltà si possono affrontare con un pò di meritato riposo, se sono però mentali serve dell’altro. C’è bisogno di un’analisi interiore, di serenità, di armonia. In caso contrario possiamo provocare grandi danni nella vita di nostro figlio.
Solo se siamo in pace con noi stessi posiamo trasmettere la pace agli altri e nessuno più di un figlio assorbirà il nostro stato d’animo.
Daniel Goleman, professore di psicologia a Harvard, ha scritto un libro interessantissimo che s’intitola ” Lo spirito creativo”.
In questo libro egli scrive che la creatività è l'”alito stesso della vita” e si trova “dentro di noi, qualunque cosa facciamo. Il difficile, naturalmente, sta nel liberarlo”.
Da adulti questa liberazione deve avvenire in modo autonomo oppure aiutati ma in minima parte. Da bambini solo i genitori e gli educatori possono portare a questa meravigliosa apertura. I genitori, soprattutto, possono fare la differenza: possono liberare o imprigionare.
Per comprendere meglio quanto può essere fondamentale il ruolo genitoriale per il formarsi della creatività del bambino riporto un breve passaggio del libro di Goleman:
Anni cinquanta. In una cucina, da qualche parte nel paese una madre sta aprendo delle lattine e ne versa il contenuto in una pentola a pressione. Suo figlio un boy scout vuole ottenere un premio come regista. Il padre gli ha comperato una cinepresa super 8. Il ragazzino ha avuto l’ispirazione di girare un film horror. Per una delle sue riprese ha bisogno che una broda vischiosa e sanguinolenta coli sgocciolando dagli armadietti della cucina. Così la madre esce, compra trenta lattine di ciliegie allo sciroppo, le versa nella pentola a pressione e prepara un intruglio deliziosamente umido, rosso e appiccicoso.
Questa madre non è il tipo che dice «va’ fuori a giocare; non voglio quella roba in giro per casa». Non è solo accondiscendente: dà briglia sciolta al figlio, permettendogli di trasformare la casa nei suoi studios cinematografici, lasciandogli spostare mobili e sistemare fondali. Lo aiuta a fare i costumi e recita nei suoi film. Quando il ragazzo vuole girare una scena nel deserto,la madre lo accompagna con la jeep nella sua spedizione.
Molto tempo dopo la madre ricordava di aver raschiato per anni, dalla credenza della cucina, i resti di quella scena con l’intruglio rosso sangue.
Volete il nome del figlio? Steven Spielberg
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