Atti di questo tipo andrebbero severamente puniti dalla legge, così da imprimere in forma indelebile la colpa dell’atto compiuto e diventare un esempio per chiunque voglia solo lontanamente compiere azioni di questo tipo.
Ma andiamo ai fatti. Pochi giorni fa a Fumane, in provincia di Verona, un cacciatore è stato fermato dalla Polizia Pronvinciale per aver ucciso uno splendido esemplare di capriolo femmina in fase di allattamento.
L’uccisione è avvenuta domenica 6 Ottobre, e l’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine mentre trasportava sulle spalle il corpo senza vita dell’animale, ucciso con un fucile a pallettoni, corpo che tra l’altro mostrava i segni evidentissimi di allattamento.
L’uomo è stato prontamente denunciato, non solo per aver utilizzato delle munizioni illegali, ma anche per aver sparato su un capriolo che era fuori dal protocollo previsto per la “caccia di selezione”.
Stando a tale protocollo, infatti, la caccia ai caprioli è consentita solo dopo il censimento dei capi e rispettando norme specifiche sull’età, il sesso e le condizioni di salute degli animali.
Andrea Zanoni, eurodeputato e vice-presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento Europeo ha spiegato che, poichè il capriolo è stato ucciso durante la fase di allattamento, adesso anche i suoi cuccioli saranno destinati a morire, incapaci di procurarsi da soli del cibo.
Spiega inoltre Zanoni:
“Deve esserci quanto prima una revisione della normativa in vigore. Invito la Magistratura ad andare fino in fondo e confido in una pena che costituisca un deterrente per tutti quelli che pensano di poter uccidere impunemente qualsiasi cosa si muova, o di poter imbracciare un fucile senza licenza di caccia e di farla franca o di rischiare poco…”
E anche noi, così come Zanoni, ci auguriamo che questa uccisione vigliacca, questo reato infame, venga punito in modo esemplare, senza alcuno sconto.
[fonte:quotidiano.net]
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