Sono fantastici gli elefanti, sono diventati animali da intrattenimento e ci divertono con i loro numeri da circo; così, grandi e grossi, mostrano un’agilità inimmaginabile e a noi non resta che guardarli e applaudire mentre poggiano la testa sul pavimento e sollevano il corpo in aria, stanno in piedi su due zampe, fanno inchini e piroette come se tutto fosse più che naturale.
Elefanti da spettacolo: animali maltrattati!
Lui è Chuck, ha solo 6 anni e dalla nascita è rinchiuso in questo parco per divertire bambini e adulti che si stupiscono nel vedere l’elefante fare canestro dopo aver sollevato da terra una palla con la proboscide.
E mentre i visitatori pensano quanto sia bravo, guardando il video vediamo invece che non si tratta di bravura né di naturale propensione a dar spettacolo, ma è semplicemente paura visto che lì, sempre accanto a lui, un addestratore tiene in mano un uncino ben in vista che verrà utilizzato liberamente su Chuck nel caso in cui non avesse voglia di esibirsi per tutta quella gente impaziente di divertirsi un po’.
Elefanti cresciuti poi in condizioni di totale isolamento, senza dare nessuna importanza alla loro natura di animali sociali, legati alla catena, costretti a rimanere immobili perché è davvero impossibile mettersi comodi, sofferenti a causa delle condizioni climatiche. Animali maltrattati alla luce del sole, animali privati legalmente della loro libertà…
Questo succede a Lucy, prigioniera in uno zoo del Canada, che, isolata dentro un fienile, lotta contro le rigide temperature che, insopportabili per lei, le hanno provocato gravi artriti e problemi respiratori oltre all’evidente disagio mentale dovuto alla condizione di schiavitù.
E mentre viene chiesto almeno il trasferimento di quelli che, come Lucy, non possono più vivere in questo modo, vediamo come procede invece l’addestramento dei cuccioli di elefante in Tailandia.
Gli elefanti terrorizzati cercano di scappare, legati e circondati da adulti e ragazzini, vengono picchiati con bastoni e uncini, rinchiusi in spazi troppo stretti non possono far altro che piangere mentre si guardano intorno disperati; e già traumatizzati a causa della violenta separazione dal branco avvenuta durante la cattura il più delle volte illegale, dicono addio alla vita che la natura aveva in serbo per loro, nel loro habitat con la loro famiglia.
Firmiamo la petizione per chiedere che non vengano utilizzati elefanti provenienti da questo né da nessun altro genere di addestramento per i nostri spot pubblicitari, firmiamo per denunciare questi animali maltrattati.
Poi c’è Raju, ormai adulto, che da 50 anni è tenuto in catene e sfruttato da un uomo dal quale è stato finalmente allontanato ma che ne continua a reclamare la proprietà.
Non possiamo permettere che quest’uomo vinca questa ingiusta causa, schieriamoci dalla parte di Raju perché continui ad essere ospitato e protetto da chi si sta prendendo cura di lui firmando questa petizione.
Dobbiamo impedire che esseri tanto forti e possenti, naturalmente selvaggi, vengano mortificati da noi che fatichiamo a comprendere il senso della parola libertà, e sebbene poco comprensibile per noi, lasciamo perdere gli animali che invece già per natura ne conoscono perfettamente il senso.