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Svezia e Norvegia, appello all'Europa: "Mandateci la vostra spazzatura"

Di Valeria Bonora - 5 Maggio 2013
Oslo e Stoccolma stanno elemosinando spazzatura, proprio così, nel Nord Europa la spazzatura scarseggia e per quelle città che hanno uno dei sistemi di raccolta differenziata più efficiente d’Europa è un problema.
In Svezia e Norvegia difatti sono stati installati i termovalorizzatori per riscaldare le città, ma il problema è che adesso non hanno la materia prima per farli funzionare. Buffa situazione se si pensa alle nostre città come Roma e Napoli che sono sommerse “letteralmente” dalla spazzatura.
Da qui l’annuncio delle capitali nordiche: “Dateci i vostri rifiuti, altrimenti non sappiamo come scaldarci”
Pensate che i termovalorizzatori permettono alla Svezia di risparmiare 1,1 milioni di barili di petrolio all’anno rendendo la termovalorizzazione una tra le tecniche per abbattere i gas serra.
Ma cosa è un termovalorizzatore? E davvero funziona senza inquinare?
Un termovalorizzatore è di fatto un inceneritore di rifiuti in grado di sfruttare il contenuto calorico dei rifiuti stessi per generare calore, riscaldare acqua ed infine produrre energia elettrica. Si distingue quindi dai vecchi inceneritori che si limitavano alla sola termodistruzione dei rifiuti senza produrre energia. L’impiego dei termovalorizzatori sembra essere una parziale via di uscita dal problema delle discariche ormai stracolme e una opzione per diversificare i processi di eliminazione dei rifiuti solidi urbani (RSU).
…Se il funzionamento dei termovalorizzatori è gestito in modo corretto l’impatto ambientale potrebbe essere minimizzato dalla presenza di filtri, dal corretto incenerimento dei rifiuti consentiti e dai controlli dello Stato.
La raccolta differenziata consente di recuperare materiale da inviare al riciclaggio e agevolare la selezione e la lavorazione dei rifiuti. Il termovalorizzatore non brucia qualsiasi rifiuto bensì soltanto CDR (combustibile da rifiuto) composto dalla parte secca del classico RSU (rifiuto solido urbano, ossia il nostro sacchetto dell’immondizia). Questa parte secca è ovviamente composta da legno, carta, cartone, panni, stracci e tutto ciò che ha un potere calorifico abbastanza alto da poter garantire il corretto funzionamento dell’impianto di termovalorizzazione. I rifiuti umidi non bruciano, quindi non sono adatti ad essere smaltito negli inceneritori e devono necessariamente essere stoccati nelle discariche. [Fonte www.ecoage.it]
La spazzatura ha anche un prezzo di mercato che si aggira sui 100-150 euro la tonnellata, a seconda che la spazzatura sia umida o secca e, per quanto la spazzatura sia sporca il suo smaltimento a caldo permetterebbe di risparmiare alla Terra 500 kg di anidride carbonica.
Pensate che a Oslo le famiglie separano attentamente la loro immondizia, mettendo i rifiuti alimentari in sacchetti verdi, la plastica in sacchetti blu e il vetro in un contenitore ancora diverso. La separazione dei rifiuti organici ha permesso a Oslo di produrre biogas, che ora viene utilizzato come carburante ecologico per molti autobus della città.
Un sistema che potrebbe davvero funzionare, ma di fondo ci deve essere una buona raccolta differenziata dei rifiuti, cosa che ancora nella nostra cultura non è radicata, ma che pian pianino si fa strada nelle persone, anche e sopratutto in vista di un futuro dove le risorse saranno sempre meno e la terra sarà sempre più inquinata.




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