Ecco ci risiamo con le contraffazioni del cibo, prima era la carne di cavallo nei sughi o nei ravioli dove doveva esserci solo manzo… oggi è il miele, che di miele ha poco o niente.
Gli esperti anti-contraffazione hanno scoperto che negli USA il miele in realtà non è miele prodotto delle api, ma un intruglio di sciroppo di mais o riso, dolcificanti a base di malto e zucchero grezzo di scarsa qualità, ma il pericolo non viene da questo intruglio di zuccheri.
Arriva ancora una volta dall’Asia il pericolo, secondo Live Science, sul miele importato da questi paesi, sottoposto a test ha presentato percentuali di piombo o altri metalli pesanti e di cloramfenicolo, un antibiotico batteriostatico.
E visto che il miele Cinese costa meno, negli USA viene messo in vendita a costi bassissimi. Inoltre il dazio doganale è alto così i cinesi lo spediscono verso la Thailandia o altri paesi, dove viene nuovamente etichettato in modo da nascondere la sua reale provenienza: in questo modo diventa impossibile stabilirne l’origine esatta.
Una volta si faceva girare il denaro in questo modo, in modo da riciclare il “denaro sporco”, oggi si fa col miele. Il “riciclaggio internazionale del miele” ha assunto le dimensioni di uno scandalo nel Dipartimento di Giustizia americano.
Eric Wenger, del consorzio True Source Honey, spiega che: “È un grande affare per i produttori. E si tratta delle prime ammissioni da parte di un rivenditore statunitense”.
La soluzione per trovare il miele contraffatto arriva dall’astronomia, difatti utilizzando un laser a isotopi che serve per trovare il gas metano su Marte, sembra sia possibile risalire ai fiori utilizzati per fare il miele e la loro provenienza, basterebbe scaldare il miele ed analizzarne i gas.
David Bell di Protium, l’azienda che produce il laser a isotopi, spiega che: “Il miele è un prodotto molto costoso. Ma si può creare un prodotto molto simile usando lo zucchero invceve del prodotto delle api”.
Ma anche l’olio di oliva è spesso vittima della contraffazione, viene tagliato con oli meno pregiati e venduto a prezzi speciali. Una pratica questa, che non solo si configura come una frode bella e buona ma che impatta anche sul mercato globale dell’olio.
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