Ogni anno, il secondo martedì del mese di settembre, si tiene a Tordesilla, in Spagna, un torneo di origini medievali, il Toro de la Vega, facente parte a tutti gli effetti del patrimonio culturale della città e, per questo, tutti gli anni tanto atteso.
Il protagonista, come possiamo ben immaginare, è proprio un toro che diventerà presto vittima poco dopo l’inizio della manifestazione; i carnefici, invece, sono un branco di sadici, tra uomini e donne, che inseguono il toro lungo un percorso, a cavallo o a piedi, armati di lance, fino ad arrivare al punto in cui l’animale non ha scampo e, circondato, viene massacrato lentamente tra gli applausi e le risate del pubblico entusiasta, composto in parte anche da turisti.
I colpi inferti non sono studiati ma casuali così che il toro non morirà nel più breve tempo possibile ma l’agonia sarà prolungata perché i lancieri inesperti non colpiscono mortalmente; solo dopo un tempo di circa mezz’ora arriverà qualcuno addetto al taglio della gola, quando ormai il toro è lacerato, sofferente e ricoperto di sangue.
Vediamo nel video che segue il toro Afligido, vittima nel 2011, visibilmente terrorizzato, è già stato colpito e sanguinante si guarda intorno cercando disperatamente una via di fuga ma è completamente circondato; ed è così che il toro, che nel nostro immaginario sbuffa e si arrabbia, capisce cosa sta succedendo e non ha nessuna voglia di lottare, si accascia e aspetta che le lance lo colpiscano ancora.
Proprio Afligido ha sopportato un’agonia lunga un’ora perché, dopo essere stato ferito gravemente con le lance, ha atteso più del dovuto l’uomo che avrebbe dovuto dare fine alla sofferenza tagliandogli la gola.
L’anno dopo, nel 2012, è stato il turno di Volante sostenuto fino alla fine da gruppi di attivisti, ma la raccolta firme non ha avuto buon esito,le autorità non hanno voluto saperne perché il Toro de la Vega è una tradizione, una manifestazione troppo importante per essere abolita, e in fondo, che sarà mai la morte di un toro di fronte a tanto divertimento, vogliamo forse privarcene?
E allora ancora un anno e anche a Volcano lo stesso triste destino, e, anche se questa volta gli attivisti erano proprio lì per opporsi e impedire che la manifestazione cominciasse, una pioggia di sassi arrivata dai partecipanti alla festa li ha costretti a disperdersi; quindi, dato il via alla corsa, Volcano è deceduto infilzato senza pietà.
Un aspetto sconvolgente dell’evento è che è ammessa la partecipazione dei bambini, non proprio per contribuire all’uccisione dell’animale, ma per vederne la morte e divertirsi godendo della scena.
E forse è vero che i bambini portati lì trovano tutto questo divertente e stimolante, si eccitano alla vista di quelle ferite, pensano che gli uomini a cavallo siano forti e importanti e che il toro, che è solo un animale, mentre muore, non prova dolore perché gli animali non sono come gli uomini e la sofferenza non fa parte della loro vita.
È così che i bambini vengono plagiati e, distrutta ogni briciola di empatia, non riusciranno mai a rispettare gli esseri viventi come facenti parte a tutti gli effetti del mondo in cui vivono, ma convinti della superiorità dell’uomo su qualsiasi cosa continueranno a portare avanti queste vergognose barbarie.
Ecco la petizione per cercare anche quest’anno di fermare il torneo perché quel giorno si avvicina e ancora una volta è in gioco una vita: STOP Toro de la Vega 2014