Ultimi giorni dell’anno: tempo di feste e preparativi per pranzi e cenoni, e mai come quest’anno sono all’insegna del risparmio e della sostenibilità. Lo affermano le associazioni dei consumatori, che hanno monitorato le previsioni di spesa alimentare per il Natale e il Veglione del 2014.
Con un’occhio al risparmio, e un’altro alle nuove regole sull’etichettatura, entrate in vigore dal 13 dicembre scorso, la maggior parte degli italiani che non può permettersi l’uscita al ristorante si organizza per pranzi e cenoni in casa.
Libero sfogo quindi all’immaginazione per scegliere tra migliaia di ricette e menù, sperando di finire l’anno al meglio e in compagnia a tavola tra parenti ed amici.
Talvolta però cucinare in famiglia può nascondere delle insidie.
E’ quello che è stato evidenziato recentemente da alcuni ricercatori che hanno analizzato delle sostanze alimentari che erano state riscaldate con il forno a microonde.
Questo piccolo elettrodomestico è entrato in ogni casa nel giro di pochissimi anni ed è diventato quasi insostituibile per la praticità e la comodità, e finora è stato sempre considerato sicuro.
Io sono uno scrittore ambientalista ed ho recentemente pubblicato un libro dal titolo già molto emblematico “Le microonde nel piatto”.
Ho iniziato ad avere dei sospetti sulla pericolosità dei forni a microonde mentre studiavo per un lavoro sull’acqua. Per capire cosa avviene nei forni a microonde è necessario comprendere che l’acqua è un elemento naturale e, assieme alla luce, interviene più di ogni altro nei processi vitali.
Chi conosce la struttura dell’acqua, ed ha una minima conoscenza sui processi chimico biologici e sui sofisticati, delicatissimi potenziali d’azione cellulare, sa che l’acqua è estremamente ricettiva ai campi elettrici polarizzatori. Pertanto è facile intuire che il processo di riscaldamento delle molecole all’interno dei forni a microonde, interagisce profondamente con le capacità dielettriche delle sostanze sensibili alle polarizzazioni, quindi non è compatibile con gli equilibri naturali. La potente azione del campo elettromagnetico all’interno dei forni è causa scatenante di processi e modificazioni molecolari anche profonde.
Ne risulta che l’equilibrio naturale di sostanze e alimenti ne risulta sconvolto.
Ma come fare a capire in che cosa consiste questo sconvolgimento nelle sostanze?
Per darci una spiegazione che sia facilmente comprensibile basti pensare che alcune proprietà dell’acqua sono veramente eccezionali: gli effetti terapeutici della medicina omeopatica sono ormai stati dimostrati, lo si deve alle prove sperimentali, e hanno rivelato la capacità delle molecole d’acqua (dominii di coerenza e cluster) di acquisire, mantenere, e trasmettere informazioni energetiche.
Dunque, se queste poche molecole contengono informazioni dannose, magari derivanti da inquinamento e da processi chimico-fisici che ne alterano l’equilibrio, il pericolo di contaminazione è effettivo. Perciò,dato che l’acqua è l’elemento principale contenuto in ogni alimento, si dovrebbe prestare molta attenzione a quello che accade all’acqua durante il processo di riscaldamento nei forni a microonde, che non è assolutamente un riscaldamento naturale.
Ho anche realizzato personalmente alcuni esperimenti ed i risultati ottenuti sono piuttosto interessanti. Sia nelle sperimentazioni con culture biologiche, che nelle prove di analisi dell’acqua trattata a microonde, l’acqua non presentava più le caratteristiche originali.
Uno degli esperimenti che più ha colpito la mia attenzione è stato la verifica dei valori di tensione superficiale. Mi ero infatti accorto che i vapori di condensa dell’acqua riscaldata a microonde, molto stranamente, non si depositano con l’omogeneità che si riscontra invece nella condensa di acqua riscaldata con metodo tradizionale, a fornelletto a gas.
Insomma, le molecole d’acqua sembrano impazzite: presentano dei fenomeni di cannibalizzazione assolutamente strani.
Infine, anche una lunga di serie di prove biologiche con l’utilizzo di specie diverse di piante acquatiche, gli esperimenti han dato risultati anomali: le piantine poste in acqua trattata presentavano un ritmo di crescita assolutamente inferiore al normale.
Nella mia lunga indagine sono riuscito a rintracciare anche decine di studi accademici internazionali che confermerebbero la trasformazione delle sostanze, e li ho riportati tutti nel mio libro. Ne citiamo uno, a titolo esemplificativo: a pagina 10 della relazione di una dettagliatissima ricerca effettuata nel 2011 in Portogallo (1), dopo aver esaminato in laboratorio decine di sostanze alimentari trattate a MW, e averne riscontrato notevoli trasformazioni chimiche, tra le quali la formazione di composti polimerici, i ricercatori concludono testualmente dicendo che “Nonostante l’importanza di questi composti, pericolosi dal punto di vista sanitario, l’informazione sulle quantità di composti polari e loro componenti negli olii vegetali riscaldati a microonde è scarsa”.
Nota
(1) Ricardo Malheiro, S. Casal, E. Ramalhosa e J.A.Pereira – facoltà di farmacia Università di Porto, e Facoltà di Agraria del Politecnico di Braganca: “Riscaldamento a microonde: una tecnologia saving time o un modo per indurre l’ossidazione negli olii vegetali?” (2011). Microwave Heating: A Time Saving Technology or a Way to Induce Vegetable Oils Oxidation? Available from: http://www.intechopen.com/books/advances-in-induction-and-microwave-heating-of-mineraland-Advances in Induction and Microwave Heating of Mineral and Organic Materials – Edited by Prof. StanisÅ‚aw Grundas – ISBN: 978-953-307-522-8, InTech.
Lorenzo Guaia