Rachel aveva solo nove anni quando morì il 23 Luglio del 2011, ma in questo breve periodo, troppo breve, è riuscita a fare qualcosa di veramente grande e a lasciare un segno.
Ho ancora le lacrime agli occhi quando finisco di leggere la sua storia, leggetela fino in fondo e prendetela in esempio.
Rachel regalava i suoi capelli ai bimbi malati di cancro, e nella sua seppure breve vita, è riuscita a donarli ben tre volte. La prima volta aveva solo 5 anni quando in classe si era parlato di un’organizzazione (Locks of Love) che raccoglieva capelli per farne parrucche da dare ai bambini malati di cancro.
Rachel è corsa a casa e ha chiesto alla mamma di rasarle la testa per regalarli e aspettare che crescessero nuovamente per rifarlo una seconda volta appena erano cresciuti abbastanza. La terza volta è stata il giorno della sua morte in seguito a un incidente sull’autostrada. I genitori hanno donato gli organi di Rachel.
Rachel Beckwith al suo nono compleanno, il 12 Giugno, aveva detto: «Anziché farmi un regalo, donate 9 dollari alle persone che costruiscono pozzi per chi non ha l’acqua potabile». Aveva sentito parlare in chiesa una domenica della crisi globale dell’acqua e del gruppo «Charity: water», una delle tante organizzazioni non governative che raccolgono fondi per progetti umanitari legati all’acqua. E senza pensarci troppo aveva deciso di fare qualcosa e si era anche prefissata un obiettivo: «Per piacere aiutatemi. Ai donatori manderemo le foto dei pozzi e le coordinate geografiche tratte da Google Earth. Il mio obiettivo è raccogliere 300 dollari».
Rachel raccolse 280 dollari mancava un soffio al suo obiettivo quando il tragico fato ha voluto che rimanesse schiacciata da un camion nell’auto su cui viaggiava con la famiglia ferendo a morte solamente lei, sulla highway I-90 vicino a Seattle, Washington. Aveva una cotta per il suo idolo Justin Bieber che anche lui aveva donato all’associazione una cifra di 50.000 dollari.
Dopo la sua morte moltissime donazioni sono arrivate all’associazione per riuscire a realizzare il sogno di Rachel e nei tre giorni in cui rimase incosciente in un letto di ospedale – racconta Nicholas Kristof sul New York Times – gli amici le hanno sussurrato all’orecchio che poteva essere soddisfatta: le donazioni in suo nome avevano superato di gran lunga i 50 mila dollari regalati dalla star Bieber. E il 25 luglio, dopo i funerali, la mamma Samantha ha scritto un post per ringraziare tutti dell’affetto e della generosità: «I know Rachel is smiling!» ( So che Rachel sta sorridendo)
Sarà stato un caso ma Rachel ha smosso i cuori di moltissime persone che come il piccolo Simone ha donato anche solo 5 dollari scrivendo: «volevo dare di più ma ho solo 8 anni e questa è la mia paghetta settimanale» e se Rachel non fosse morta in quel tragico incidente la raccolta fondi per scavare un pozzo d’acqua in Bangladesh o in Congo non avrebbe oltrepassato il milione di dollari.
Scott Harrison, il 35enne ex manager di night-club che nel 2006 ha avuto l’illuminazione di «Charity: water», ha scritto che Rachel ha insegnato qualcosa agli adulti, che si sono un po’ vergognati «di fronte alla generosità dimostrata da una ragazzina».
Qui potete trovare tutta la sua storia, che il sito di Charity: water ha voluto dedicarle –>> Il Regalo di Rachel
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