La recente drammatica vicenda della studentessa di Delhi stuprata ed uccisa ha suscitato forti reazioni in tutto il mondo. Per giorni nelle piazze si è invocata la pena di morte per gli autori di questo massacro.
Il presidente dell’India, Pranab Mukherjee, ha ascoltato il suo popolo e ha approvato il decreto che prevede la pena di morte contro gli autori di violenze sessuali.
il ministro indiano delle Finanze, Palaniappan Chidambaram, ha dichiarato che “la condanna a morte sarà prevista come il massimo della pena, nei casi di stupro e conseguente morte o coma prolungato della vittima”. E ha aggiunto: “Il Parlamento avrà poi sei mesi per la ratifica delle nuove leggi, in vigore già da oggi”.
Che la difficile questione degli stupri in India sia da risolvere al più presto non è da obiettare. Ciò che è discutibile è il considerare la pena di morte come una soluzione a questa drammatica situazione.
Nella terra di Gandhi, il padre della nonviolenza, questa decisione presidenziale lascia un pò di amarezza. Non era possibile pensare a soluzioni alternative e più costruttive? Dove ci ha portato fino ad ora la legge occhio per occhio? Il dolore delle vittime stesse degli stupri e dei loro famigliari diminuirà davvero in questo modo?
Lasciamo a voi i commenti e le risposte a queste domande.