“Dirty Dancing” ha stregato i cuori di tutti noi. Il film del 1987 con Patrick Swayze e Jennifer Grey è divenuto un cult senza tempo.
Ora abbiamo l’occasione di rivivere le emozioni suscitate dal film e di poterle far risuonare in noi in modo ancora più vivo e profondo. “Dirty Dancing”, infatti, torna in Italia per la prima volta dal 2019 in prima nazionale esclusiva al Teatro Carcano di Milano dal 12 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025.
Se volete vivere in prima persona i famosi “balli proibiti” non potete mancare a questo splendido appuntamento!
Per entrare già nell’atmosfera di questo meraviglioso spettacolo abbiamo avuto l’onore di intervistare Gabrio Gentilini, protagonista nel ruolo di Johnny Castle. Eccovi le sue preziose parole.
1) Gabrio, cosa vuol dire essere un attore e come è nata questa sua passione?
La mia passione per la recitazione è sbocciata con i primi spettacoli di musical con la mia compagnia di teatro amatoriale quando ero un ragazzino a Forlì. In quel momento, ho realizzato che indossare i panni di un altro personaggio mi consente di esplorare nuove sfaccettature di me stesso, di prendere consapevolezza dei miei colori e delle mie emozioni. Questo è ciò che mi diverte e mi arricchisce di più.
Per me, la recitazione rappresenta la possibilità di vivere autenticamente e profondamente in un
contesto immaginario. Essere attore o artista è affascinante perché si ha l’opportunità di creare dal nulla, quasi come piccole divinità che co-creano una realtà che prima non esisteva. Quando si è bravi, questa realtà diventa un mondo in cui lo spettatore può immedesimarsi e riscoprire parti di sé stesso.
2) Uno spettacolo teatrale può smuovere l’interiorità dello spettatore? In che modo?
Certamente, uno spettacolo teatrale ha il potere di toccare l’interiorità dello spettatore, anche quando si propone esclusivamente come intrattenimento. Proprio per questo, noi artisti, in quanto artigiani dello spettacolo, dobbiamo chiederci attentamente cosa portiamo in scena: quali emozioni, idee e pensieri suscitiamo in chi ci osserva e quali vibrazioni stimoliamo negli altri. Credo che questa responsabilità sia fondamentale e debba essere accolta da un artista più che da qualsiasi altra persona.
Esistono storie e rappresentazioni che hanno curato e salvato vite, altre che hanno permesso a individui di rifiorire, cambiare e rinnovarsi.
Alcuni spettacoli hanno invece reso questo mondo un luogo meno gradevole, mentre altri ancora hanno influenzato le mode e generato nuovi movimenti.
Lo spettacolo non è creato solo dagli artisti e dalle maestranze, ma soprattutto dal pubblico, che interpreta e vive ciò che osserva e avverte.
Ogni coscienza lo fa a modo suo, evidenziando un aspetto del mio mestiere che apprezzo molto: non esiste una sola realtà, ma molteplici punti di vista con cui possiamo osservare il mondo e contribuire a dargli vita e movimento.
3) Il 12 dicembre sarà protagonista a teatro nello spettacolo musicale “Dirty Dancing”: quali sono le lezioni di vita che si possono cogliere da questa storia?
Quella di “Dirty Dancing” è una storia d’amore semplice ma genuina, che, attraverso la danza, il ritmo, il bisogno di rivalsa e ciò che è considerato proibito dalla società e che quindi stuzzica la nostra curiosità, è diventata un cult. Esplora la fase dell’innamoramento, la prima fase dell’amore, caratterizzata da passioni intense, utilizzando il linguaggio della danza di coppia e della musica, dove i corpi si uniscono. Questo richiamo al nostro io più profondo risuona in ognuno di noi.
Oltre a questo, la storia affronta temi più sottili. Tra le mie frasi preferite, una è pronunciata dal personaggio di Johnny, che interpreto:
“Questo è il mio spazio e questo è il tuo. Io non entro nel tuo, e tu non entri nel mio.”
Con queste parole, Johnny insegna alla giovane Baby, che è in vacanza nel resort in cui lui lavora come maestro di ballo, l’importanza di mantenere un equilibrio nella figura di coppia ballata. E trovo che sia una bellissima metafora sulle relazioni. Entrambi devono evitare di invadere lo spazio dell’altro e al contempo mantenerne uno in due, rispettando la giusta distanza e forza, affinché l’armonia possa regnare. Quando invadiamo lo spazio altrui, emergono conflitti; l’equilibrio si ristabilisce solo quando il nostro spazio torna in armonia e il potere è distribuito equamente. Quando c’è ascolto. Quando si fa a turno tra il guidare e l’affidarsi all’altro.
Un’altra frase celebre è:
“Nessuno può mettere Baby in un angolo.”
Ho riflettuto a lungo su queste parole così insolite. Persino Patrick Swayze, protagonista del film “Dirty Dancing”, esitava a pronunciarle. In quel momento, Baby per Johnny rappresenta l’amore e la sua rinnovata capacità di amare. Attraverso Baby, ha riscoperto il valore dell’amore verso l’altro e, soprattutto, verso se stesso. Quindi è un po’ come dire “Nessuno può mettere la mia capacità di amare in un angolo“, sottolinea il valore intrinseco di ognuno di noi, che risiede nella nostra abilità di accogliere e amare ciò che ci circonda nonostante tutto e tutti.
4) Che augurio vorrebbe donare ad ogni persona che viene a vedere i suoi spettacoli?
Auguro a tutti coloro che verranno a vedere i miei spettacoli di uscirne con una rinnovata passione per la vita e tanta gioia di vivere. Che ogni performance, mia e di chi è in scena con me, possa ispirare un amore profondo verso il mondo e rafforzare la voglia di vivere pienamente ciò che ci attraversa e viene incontro.
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Per maggiori info sullo spettacolo —> teatrocarcano.com