I capelli sono una parte molto particolare del corpo che racconta molto di noi: non è un caso se li abbiamo ricci o lisci, neri o rossi, se decidiamo di tingerli o meno. Tutto parla della nostra interiorità.
Ogni aspetto specifico del nostro corpo è un ricamo della nostra anima che va a formare l’arazzo della missione di vita di ciascun individuo: ogni dettaglio che ci riguarda invia continuamente messaggi utili alla nostra interiorità per comprendere il senso dell’esistenza.
Anche i capelli di una persona hanno questo misterioso e affascinante compito. In più, sono collegati a significati sociali e simbolici ben precisi: nell’antichità, per esempio, gli uomini portavano i capelli lunghi per evidenziare la propria forza e le donne non li tagliavano mai perché erano considerati la sede della fertilità.
Da sempre i capelli sono legati al fascino, alla seduzione, all’identità della persona, all’impronta che si vuole lasciare nel mondo. Nell’antichità si potevano avere molte informazioni riguardo ad una persona solo osservando i suoi capelli: se era in lutto, sposata, di maggiore età, di nobili origini e via dicendo.
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Le origini delle trecce
Una ragazza senza le trecce è come una montagna senza cascate, una città senza ponti.
(Roman Payne)
La treccia è, senza dubbio, l’acconciatura più famosa formata dall’intreccio di tre o più ciocche di capelli. Ha attraversato i secoli, le generazioni e le mode non perdendo mai il suo fascino e portandosi addietro i suoi significati più profondi. Conosciuta dai nobili, dai più poveri, dalle bambine ma anche dalle donne anziane, non conosce differenze di genere né di provenienza: la si può pensare come una bandiera dell’umanità.
A tal proposito vi suggeriamo il libro di recente pubblicazione intitolato “La treccia” di Laetitia Colombani: v’immergerete in una storia avvincente, andrete a comporre una sorta di treccia creata dalla vita di tre donne che s’infilano una nell’altra senza mai conoscersi.
Le origini della treccia risalgono a migliaia di anni fa: si pensa che la sua prima raffigurazione sia possibile vederla nella famosa statuetta della Venere di Willendorf, realizzata all’incirca tra il 28.000 e il 25.000 a.C., il cui cranio è composto da intrecci (potrebbero essere vere e proprie trecce o cesti intrecciati).
La presenza della treccia è poi rinvenuta tra le popolazioni egizie ed in seguito nei greci. Erano sì un’ornamento ma anche un segno di appartenenza sociale o tribale nelle culture africane. Nel rinascimento divengono simbolo di nobiltà.
Ogni tradizione del mondo ha i suoi significati legati all’intreccio dei capelli.
“Nel cuore di Oaxaca, in Messico, le trecce racchiudono un’infinità di significati simbolici per le donne locali. Adornate con vibranti fiori freschi e luminosi nastri, diventano un elemento imprescindibile durante le celebrazioni festose. Un’analoga pratica si riscontra tra le donne tibetane, le quali separano i loro capelli in 108 trecce, ornandole con pietre preziose e coni di pino. Mentre in India, le trecce sostengono il pesante bouquet nuziale, che non è portato a mano, ma elegantemente intrecciato tra i capelli della sposa. Sebbene ognuna di queste culture conferisca alle trecce un significato unico, il gesto universale di intrecciare i capelli unisce le donne di tutto il mondo in un legame fraterno infinito.” Da Accademia Stefano Anselmo
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Il significato simbolico dell’intrecciare i capelli
Il gesto dell’intreccio è un gesto antico che richiama un passato intriso di storia, di convivialità, di lavori fatti a mano. Una volta s’intrecciavano i fili di lana per creare coperte o i giunchi per comporre i cesti. L’intreccio faceva parte delle giornate delle famiglie ed è stato naturale il passaggio di questo gesto anche ai capelli, un’abitudine che si tramandava di generazione in generazione. Questo susseguirsi di famiglia in famiglia è rimasto fortemente presente nelle popolazioni africane dove l’intreccio articolato dei capelli è un’abilità che vive tuttora in ogni donna.
L’arte delle trecce ha però anche un significato spirituale molto preciso: essendo la parte più alta del corpo umano è considerata la più vicina al mondo divino e di conseguenza con poteri straordinari. Intrecciare i capelli è come creare un ponte tra divino e terreno, custodendone i segreti, le forze, le idee. Ecco spiegato allora perché è un’acconciatura così amata tra le bambine e le anziane dei villaggi: due figure collegate al mondo divino.
Quando intrecciamo i capelli di altri stiamo intrecciando pensieri, idee, sentimenti, nostri e suoi; ci prendiamo cura della parte più spirituale e più giocosa dell’altro. Nell’atto stesso dell’intreccio ci sono intere generazioni che muovono le nostre mani a ritmo di sapienza e di meditazione. Quando siamo adulti intrecciamo da soli i nostri capelli con lo stesso spirito.
Evviva allora la treccia e quando la farete, a voi stesse o alle vostre bambine, ricordatevi i significati simbolici legati a questa affascinante, semplice e misteriosa acconciatura!
Esistono infiniti modi per creare una treccia, vi suggeriamo questa guida per realizzare la treccia alla francese.
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“Nonna, come si fa a mandare via la confusione?”
“Pettinandola, bambina mia! Inizia osservando i tuoi capelli, ogni mattina: sono lo specchio della tua anima. Prendendoti cura di essi ti prenderai cura delle loro radici, che sono il dentro di te! I tuoi capelli sono fili che nascono dal tuo cuore e si manifestano nel mondo .”
“Come possono aiutarmi i capelli?”
“Quando pettini i tuoi capelli stai accarezzando la tua anima. Prenditi il giusto tempo per farlo: con calma e lentezza. Altrimenti si spezzeranno e rimarranno nodi. Che faranno fatica a sciogliersi. Tagliali quando li vedi sciupati: è importante capire quando è il momento di lasciare andare una parte di te per fare spazio alla tua crescita. Accoglili per quello che sono e non volerli diversi: ogni tuo singolo filo d’anima ha un tesoro da donarti. Osservando i tuoi capelli osserverai ciò che c’è dentro di te. E riuscirai ad amare la tua confusione che ti rende spettinata: è un invito a fare ordine, a crearti una nuova acconciatura.”
“Basta così poco per trovare armonia?”
“È già molto, bambina mia. Se riesci a trovare il divino in ogni piccola parte di te, la magia arriva. Non serve scalare grandi montagne o avere chissà quanto tempo a disposizione: la nostra missione è rendere le nostre giornate una celebrazione. Di tutto. Il lavaggio dei capelli, per esempio, può essere svolto come uno sbrigativo compito di pulizia o un vero e proprio rito di contatto con la nostra anima. La confusione giunge per dirci che la fretta e l’incuria che agiamo nel mondo ci stanno togliendo troppa energia vitale. Inizia a benedire ogni cellula di te e diventerai accogliente con la tua confusione. Perché saprai che è arrivata per donarti il più prezioso dei balsami. Quello per la tua anima.”