Le parole che non hai detto
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Come nasce una relazione di coppia? 3 le variabili principali

Di Dott. Claudio Falciano - 23 Agosto 2014

Come nasce una relazione di coppia? Cosa ci attrae nell’altro? Dare una risposta univoca è impossibile dal momento che ogni essere umano è una galassia a sé stante. Tuttavia, si può trovare una risposta per macrocategorie valide, bene o male, per ogni individuo.

Infatti, ci sono almeno tre elementi che si intersecano nella definizione della piacevolezza di una persona dal punto di vista sessuale-sentimentale.

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Come nasce una relazione di coppia? Sono 3 le variabili che entrano in gioco

1- L’aspetto fisico

2- Gli aspetti comportamentali-caratteriali

3- Gli aspetti sociali

1- Per quanto riguarda il primo di questi, sono stati individuati dei parametri fisici che rendono un individuo più o meno attraente per un possibile partner. Tali caratteristiche, infatti, sarebbero indice delle capacità riproduttive, delle condizioni di salute, delle competenze necessarie ad accudire la prole.

Dagli studi di etologia è emerso che nelle specie mammifere esista la tendenza a prediligere quegli individui le cui proporzioni corporee rispettino le regole della sezione aurea in quanto indice di equilibrio. Inoltre altre caratteristiche corporee come la larghezza del bacino per la donna e una costituzione fisica più muscolosa per l’uomo evoluzionisticamente sarebbero indice di migliori capacità riproduttive. Il rossore delle gote nella donna e l’ampiezza delle spalle nell’uomo invece contribuirebbero ad indicare uno stato di buona salute.

Tali caratteristiche quindi avrebbero un loro peso nella scelta del partner, ma, come abbiamo precedentemente affermato e come l’esperienza insegna a ciascuno di noi, non sono gli unici.

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2-Per quanto riguarda gli aspetti comportamentali-caratteriali, invece, ci inoltriamo in un campo minato, in quanto sono più strettamente soggettivi. In questo caso, infatti, si parla di un incontro tra due mondi ciascuno composto dalle proprie aspettative, dai propri desideri, dalle proprie credenze, dalla propria storia individuale e familiare e dalla propria cultura.

A complicare ulteriormente delle possibili previsioni si aggiunge il fatto che ciascuno di questi aspetti si muove sia nell’ambito del conscio (ciò di cui siamo esplicitamente consapevoli e che in qualche maniera riusciamo a comunicare e a sottoporre in parte alla nostra volontà) sia in quello dell’inconscio (ossia ciò di cui non siamo pienamente consapevoli e non riusciamo a sottomettere alla nostra volontà).

I fattori su citati si costruiscono e si modificano durante l’intero corso della nostra vita attraverso le esperienze e talvolta si autoalimentano, ossia delle modalità che si sono costruite vengono messe in atto automaticamente all’interno delle relazioni al fine di ottenere un risultato atteso e conosciuto. Ad esempio se l’esperienza mi ha insegnato che adottando un atteggiamento virile e vagamente sbruffone risulto più interessante agli occhi dell’altro sesso, continuerò ad utilizzare un simile comportamento nel momento in cui vorrò suscitare interesse. Tale esempio è estremamente semplificativo e lineare e pertanto incapace di rendere conto della complessità della mente e del comportamento umano.

Infatti, molto spesso dietro ai nostri atteggiamenti espliciti si nascondono motivazioni implicite che sfuggono a noi stessi e per questo motivo, nel momento in cui ci si ritrova sistematicamente all’interno di relazioni insoddisfacenti, se non addirittura nocive (tossicodipendenza, violenze, devianza, etc.), potrebbe essere utile rivolgersi ad uno specialista per ottenere sostegno.

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3- Infine interferiscono anche gli aspetti sociali, come ad esempio il comportamento che ciascuno di noi esibisce in pubblico, la posizione lavorativa e quella sociale, la cultura d’appartenenza, etc. Anche in questo caso non esistono valori assoluti, ma alcuni esempi statisticamente significativi, ossia più frequenti.

Tendenzialmente, infatti, nel tentativo di costruire una coppia di lunga durata, si preferirebbe un uomo con una posizione lavorativa solida, in quanto questa indicherebbe una buona capacità di provvedere alla donna durante la gravidanza e la maternità e alla prole. L’uomo, invece, preferirebbe una donna che non manifesta promiscuità sessuale dal momento che questo gli darebbe maggiori garanzie rispetto alla trasmissione del suo patrimonio genetico.

Tali comportamenti si sono stratificati durante l’evoluzione della specie, in quanto favorirebbero la trasmissione del patrimonio genetico e la sua continuità nel tempo poiché faciliterebbero la selezione di un corredo cromosomico sano e la protezione della prole. Inoltre condotte simili, seppur entro i limiti della specie, sono osservabili in tutti quei mammiferi che costituiscono coppie che durano per l’intera gravidanza e la fase dello svezzamento della prole.

Il genere umano tuttavia ha un cervello più evoluto rispetto a quello degli altri mammiferi e quindi alla base delle sue motivazioni e delle sue scelte vi sono processi molto più complessi e multifattoriali.

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I tre fattori che abbiamo brevemente e sicuramente in maniera non esaustiva illustrato si intrecciano in continuazione e uno può avere maggior peso degli altri. A mio avviso sono gli elementi soggettivi ad avere maggiore responsabilità nelle dinamiche relazionali umane poiché l’essere umano, per l’appunto, avendo un cervello notevolmente più evoluto rispetto agli altri animali, ha modo di andare oltre l’istinto o quanto meno di limitarne gli effetti.

Questo articolo presenta solo una minima parte dei processi relazionali che possono intervenire nella formazione di una coppia sessuale-sentimentale, ma è doveroso tener sempre presente che ve ne sono moltissimi altri che possono manifestarsi e che comprenderli tutti a priori è un’impresa ai limiti dell’impossibile. Pertanto l’unico auspicio che caratterizza questo articolo è quello di incuriosire i lettori attraverso uno stimolo alla riflessione sulla natura animale e al contempo superiore dell’essere umano. Talvolta può accadere che la prima prenda stabilmente il sopravvento sulla seconda e in questi casi è utile, se non doveroso, chiedere aiuto nel rispetto di se stessi e di chi ci circonda.

Le parole che ho detto: relazione, istinto, scelta.

Il saggio dice: “Un tempo […] gli uomini erano esseri perfetti […] ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà […]. Queste persone […] quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione […] se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei […] nemmeno un istante”. (Platone, Simposio)

Dott. Claudio Falciano

www.leparolechenonhaidetto.wordpress.com





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