Un’antica leggenda dei Naga, una tribù nativa del nord-est dell’India, narra che in un tempo lontano, l’Uomo, lo Spirito e la Tigre erano fratelli. Ognuno possedeva caratteristiche uniche: lo Spirito, il primogenito, possedeva poteri divini, la Tigre invece poteva contare sulla forza e l’agilità, mentre l’Uomo aveva in dono l’intelligenza e l’astuzia.
Quando la madre dei tre fratelli venne a mancare, giunse per loro il tempo di spartirsi il mondo lasciato in eredità. lo Spirito, da buon fratello maggiore, scelse di mettersi in disparte e di lasciare la Tigre e l’Uomo scegliere il loro posto nel mondo. I due stabilirono una gara: chi per primo avrebbe raggiunto un canna di bambù all’orizzonte avrebbe regnato sul mondo esterno mentre l’altro avrebbe dovuto nascondersi nelle foreste.
La Tigre era forte e veloce e l’Uomo sapeva di non poter competere contro di lei per cui usò la furbizia. Mentre la Tigre correva l’uomo scagliò una freccia lontano e abbatté la canna di bambù. Quando la Tigre arrivò al traguardo, vide la canna spezzata e pensò di aver perso, rintanandosi nella foresta. Lo Spirito s’infuriò allora contro l’uomo per aver ingannato la Tigre e lo castigò per la sua slealtà: rimpiazzò allora i suoi occhi con quelli di una capra in modo che non possa più vedere lo Spirito. L’Uomo rimase solo, lontano dai fratelli di cui sentiva la mancanza, e per cercare di riavvicinarsi a loro inventò delle cerimonie e dei rituali per riappacificarsi con la Tigre e lo Spirito.
→Leggi anche: La commovente leggenda di Rainbow Crow, il corvo arcobaleno
La tigre era l’antica cavalcatura degli dei
Molte culture e religioni onorano questo meraviglioso felino e lo vedono come una rappresentazione vivente di dei e dee.
Nell’Induismo, la tigre simboleggia la forza, la regalità, il coraggio, la fertilità, la protezione, la ferocia ed è strettamente connessa ad alcune divinità. È un animale associato al dio Shiva, spesso raffigurato vestito da una pelle di tigre oppure seduto su di essa per simboleggiare la sua supremazia sulle leggi del mondo naturale e l’istinto.
La tigre accompagna anche la potente dea Durga, la feroce guerriera raffigurata mentre cavalca una tigre con le armi degli altri dei in mano, pronta a rovesciare le forze del male. Durga e le sue tigri erano considerate capaci di sconfiggere tutti gli ostacoli e superare ogni sfida.
La dea Kali, potente e feroce, era considerata in grado di domare e controllare tutti gli aspetti della natura. La sua associazione con le tigri era legata alla sua forza, al suo coraggio e alla capacità di distruggere le forze del male.
Nell’antica Cina, il dio-tigre era chiamato Bai Hu, letteralmente “Tigre Bianca”, questa divinità era uno dei Quattro Animali Sacri ed era il Guardiano dell’Ovest, dell’elemento Metallo (金 jīn) e dell’Autunno. Essendo uno degli dei della creazione, Bai Hu fu venerato per migliaia di anni. Come dio della guerra e della morte, incarnava la giustizia, il coraggio e la maestà. La tigre divenne pertanto la personificazione del dio dell’oltretomba e la custode dei morti.
Nella tradizione buddista la tigre è messaggera di Buddha e degli spiriti della montagna, e viene talvolta raffigurata mentre annienta le anime maligne e i demoni.
I significati simbolici nel mondo
In Cina, la tigre simboleggia l’autorità, il potere, la nobiltà, il coraggio e la forza e la sua presenza è un segno di buon auspicio.
Nella cultura coreana, la figura della tigre è usata per la sua capacità apotropaica di allontanare il male ed è l’emblema del coraggio, della nobiltà e dell’…umorismo!
Nel buddismo, è un simbolo di fiducia, gentilezza e modestia.
In Giappone, indica forza, ferocia, coraggio e buona fortuna.
Le tigri bianche sono venerate come simbolo di purezza e innocenza. Le tigri dorate sono una rappresentazione di buona fortuna, ricchezza e fortuna. Le tigri siberiane, sono un segno di perseveranza e resilienza grazie alla loro capacità di resistere a condizioni climatiche particolarmente difficili. Le tigri del Bengala sono un simbolo di forza, coraggio e protezione.
Camminando nelle impronte della tigre
Veloce, potente, maestosa, solitaria, la tigre è maestra nell’arte dell’agguato e prende il suo nome da una parola d’origine iranica tiγris, che significa “saetta”, probabilmente per i disegni della sua pelliccia che l’aiutano a mimetizzarsi nella giungla oppure per la rapidità con la quale balza dall’ombra per afferrare la sua preda o ancora per la sua capacità, secondo le credenze popolari, di evocare i fulmini.
Il suo manto cosparso di strisce nere riproduce le ombre della giungla per mimetizzarsi e sono talmente uniche che non esistono due tigri con le stesse striature. Sfruttando l’ombra per cacciare, la tigre insegna simbolicamente a fare amicizia con la nostra ombra, ci aiuta a comprendere che l’unione delle forze antagoniste (yin/yang, luce/oscurità), può essere benefico.
L’arte dell’agguato, di cui è maestra, è una potente tecnica in grado di aiutarci nel processo di crescita spirituale, così come spiega Don Juan a Castaneda: “L’Arte dell’Agguato consiste in una serie di procedure e atteggiamenti che consentono al guerriero di trarre il meglio da ogni possibile situazione”. L’agguato richiede osservazione, pazienza, agilità nel muoversi assieme agli eventi in modo da permetterci di coglierli e non di subirli.
→ Leggi anche: I doni della Crisi, come trasformare le sfide della vita in opportunità
Come possiamo salvare le tigri dall’estinzione
La tigre (panthera tigris) è il felino più grande del mondo e uno dei più grandi predatori terresti, le cui origini risalgono a più di 1,6 milioni di anni fa a Giava, un’isola dell’Indonesia. Da lì, le primi tigri di Trinil si diffusero a gran parte dell’Asia: India, Sumatra e Bali, per giungere lungo i secoli fino alla Persia. La tigre è quindi una specie prettamente asiatica, gli individui che popolano attualmente gli altri continenti derivano dagli allevamenti e/ o dalla cattura.
La deforestazione, il calo delle prede naturali, la caccia e il bracconaggio hanno ridotto del 97% la popolazione delle tigri nel mondo che ammonta oggi a poco più di 3000 individui in libertà mentre molte sottospecie sono già scomparse, tra cui più recentemente:
• La tigre di Bali (nel 1937)
• La tigre di Caspio (negli anni 60)
• La tigre di Giava (nel 1994)
• La tigre della Cina meridionale (…2040?)
Il più grande felino del pianeta è sull’orlo dell’estinzione, motivo per il quale dal 2010 è stato istituita la Giornata Internazionale della Tigre il 29 luglio, per sensibilizzare le persone alla salvaguardia della tigre e raccogliere fondi per salvare gli individui in pericolo di vita e creare riserve naturali.
La sfida di questi anni è quella di salvare la tigre della Cina meridionale (Panthera tigris amoyensis) che si trova sull’orlo dell’estinzione: ne restano oggigiorno meno di 70 individui!
Cosa possiamo fare per salvare le tigri? Sostenere le associazioni che lottano per la loro conservazione, come il WWF, Keep The Planet, o la Wildlife Conservation Society per esempio, e fare scelte etiche, rispettose del benessere di questi affascinanti animali.
Le tigri sono fondamentali per l’ecosistema ma anche per lo sviluppo spirituale dell’essere umano di cui popola l’inconscio. Se la Tigre muore, l’umanità intera perderà una connessione profonda con le misteriose forze della natura di cui è la custode.
Fonti e approfondimenti:
• AAVV, Il libro dei simboli. Riflessioni sulle immagini archetipiche, Ed. Taschen, 2011.
• La tigre nella cultura di massa
• National Geographic: Giornata Mondiale della Tigre: i bracconieri minacciano l'esistenza delle tigri siberiane
• Shiva and Tiger Skin: Decoding the Physiological Impact of Animal Symbolism