Significati Simbolici

L’affascinante simbolismo iniziatico degli scacchi

Di Sandra Saporito - 17 Luglio 2024

Il gioco degli scacchi esercita un fascino quasi magnetico su un numero sempre più crescente di persone in Italia. Forse il merito è da riconoscere anche alla miniserie La regina degli scacchi che ha permesso a molti di superare alcuni preconcetti sul mondo scacchistico.

Considerato spesso come un passatempo riservato alle menti più eccelse oppure come un modo ludico per insegnare ai più giovani la pazienza, la strategia e la matematica, ciò che dimentichiamo è che gli scacchi appartenevano anticamente al dominio della contemplazione, dello studio delle leggi dell’universo, del percorso iniziatico riservato a chi percorreva la via della conoscenza misterica.

Ad oggi, gli scacchi sono uno degli ultimi più antichi giochi sacri ad aver resistito al trascorrere del tempo, giungendo a noi dopo un’epopea lunga millenni di storia per offrirci una visione più ampia delle leggi che governano il cosmo.

“Il gioco degli scacchi è certo uno fra quelli in cui le tracce del carattere ‘sacro’ originario sono rimaste più visibili.”
René Guénon

Le origini mistiche degli scacchi e il loro segreto numerico

L’antenato degli scacchi nasce in India, intorno al VI a. C e veniva chiamato “Caturanga” o “chaturanga”, che in sanscrito significa “esercito composto da quattro elementi” in quanto l’esercito da guerra indiano era composto da 4 figure importanti: fanteria, cavalleria, elefanti da guerra, e i carri da guerra, che si sarebbero poi evolute nel famoso gioco di strategia in pedoni, cavalli, alfieri e torri.

Dietro alla struttura quaternaria del caturanga prima e degli scacchi poi, si cela un codice numerico che richiama le forze dell’universo. Il numero 4 formava la base non solo delle pedine ma anche della tavola del caturanga: 4x4x4 caselle quadrate, ovvero il potere del 4 iscritto nelle 3 dimensioni dello spazio (lunghezza, larghezza, altezza) costituendo un mandala.

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Le 64 caselle nere e bianche delineavano i confini dell’antenato degli scacchi che nella sua simbologia rappresentava il mondo nella sua più grande complessità.

Perché il numero quattro era così importante? Negli antichi Veda, i testi sacri risalenti al XX secolo a.C. era considerato come un numero sacro; infatti erano divisi in quattro parti: il Ṛgveda (Veda degli inni), il Yajurveda (Veda delle formule sacrificali), il Sāmaveda (Veda dei canti) e l’Atharvaveda (Veda degli Atharvan). I Veda, come le successive Upanishad, insegnano che sia l’uomo che l’universo sono divisi in quattro domini, ognuno a sua volta diviso in altri quattro, formando sedici parti in totale. Queste sedici parti si rispecchiano nelle sedici pedine che ogni giocatore di scacchi ha a sua disposizione.

Il quaternario rivestiva pertanto un’importanza fondamentale nel caturanga e nel misticisimo vedico, indicando in questo modo la funzione primaria della tavola da gioco: la scacchiera era una rappresentazione sacra dell’universo, una cosmogonia che indicava la perfetta armonizzazione tra Spirito e materia; era figlia del Vastu Purusha mandala, uno schema antico dello spazio, indicativo dei moti delle energie cosmiche, allo stesso modo del feng shui cinese.

La scacchiera, un antico mandala

Secondo il dott. Uday Dokras, esperto di storia vedica, il Vastu Purusha Mandala costituisce il piano metafisico di una struttura che include sia la dimensione fisica che le forze soprannaturali che la compongono; mentre il termine Purusha definisce un’ Energia, un’Anima o un Principio Universale (un archetipo), Mandala si riferisce simbolicamente al cosmo.

Nel Vastu Purusha mandala, ogni casella porta con sé l’influsso di un’energia specifica di cui l’universo è pregno. In ogni quadrato (o pada in sanscrito), risiede un essere divino che esprime un’energia cosmica specifica. La scacchiera del catarunga costituiva dunque un microcosmo rappresentativo del macrocosmo di cui l’uomo cercava di carpirne i segreti attraverso lo studio paziente e l’osservazione riflessiva durante il gioco.

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In questo senso comprendiamo quanto lo spazio della scacchiera, giunta direttamente a noi dal catarunga, svolga una funzione simbolica, educativa, esoterica che consente al ricercatore spirituale di comprendere le leggi della natura, oltre a svolgere un viaggio iniziatico. Il gioco degli scacchi simboleggia ancora oggi la danza tra le forze opposte alla base del mistero dell’esistenza. Ogni pezzo incarna un elemento dell’universo o un principio cosmico.

“La scacchiera è il Mondo. I pezzi sono i fenomeni dell’Universo. Le regole del gioco sono ciò che chiamiamo “le leggi della Natura”. Non sappiamo chi è seduto di fronte a noi. Sappiamo che egli gioca in modo equo, giusto e paziente. Ma sappiamo anche, sulla nostra pelle, che non ci perdona mai un errore. Inoltre non commette mai la più piccola distrazione…”
(Jorge Louis Borges)

Gli scacchi: un viaggio iniziatico tra le leggi dell’universo

Gli scacchi non sono un gioco qualunque. Ogni singolo elemento cela nozioni simboliche importanti: della scacchiera abbiamo abbozzato una superficiale introduzione ma ogni pedina, ogni mossa, rappresenta una testimonianza delle leggi che regolano l’universo.

Durante una partita a scacchi ci ritroviamo a muoverci simbolicamente tra due forze complementare archetipiche simboleggiate dai colori bianco e nero che plasmano la nostra esistenza: yin/yang, luce/oscurità, maschile/femminile, spirito/materia, vita/morte, ecc. è quindi forte l’influenza che il linguaggio simbolico degli scacchi può avere sul nostro inconscio portandoci a riflessioni profonde.

Per esempio, l’alternarsi dei colori bianco e nero toccati dalle pedine durante le diverse mosse, indica la ricerca di equilibrio tra i due principi che governano la vita, la varietà delle esperienze umane ma anche la danza delle forze cosmiche ad un livello superno, l’unione tra due mondi.

Una scacchiera tridimensionale
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Le caratteristiche di ogni pedina sono specifiche e condizionano il viaggio che esse possono compiere attraverso la scacchiera. Alternandosi tra caselle bianche e nere denotano un susseguirsi di esperienza tra spirito e materia, luce e oscurità, sulla quale fonda una certa stabilità, ad eccezione dell’alfiere che non abbandona mai il suo colore, il suo piano di partenza.

Una partita a scacchi si svolge principalmente al livello interiore: nel tempo tra due mosse, il giocatore cerca di comprendere come muoversi, riflette, anticipa eventi e ragionamenti dell’avversario oltre che i suoi per conquistare terreno, avvicinarsi all’agognato scacco matto. Per salvarsi, il giocatore si proietta nell’altro, gioca contro se stesso, fa esperienza della perdita al livello mentale in modo sistematico attraverso il sacrificio di alcune pedine, ma anche l’ego vede i suoi confini mutare.

Il 20 luglio, una giornata per scoprire i segreti degli scacchi

Gli scacchi vantano numerosi benefici sullo sviluppo cognitivo:
• stimolano lo studio della matematica e della strategia,
• allenano il pensiero logico e critico,
• rinforzano la memoria e la concentrazione,
• affinano le abilità di problem-solving,
• stimolano la creatività e l’intelligenza spaziale.

Sono anche un testimone democratico della storia (diffusione nel mondo, evoluzione delle pedine e delle regole,…) e possiamo scoprire i loro tesori da soli, oppure chiedendo la guida di conoscitori più esperti durante la Giornata Internazionale degli Scacchi per esempio, che si terrà come ogni anno il 20 luglio, in onore della fondazione della FIDE (Fédération internationale des échecs, la Federazione Internazionale Degli Scacchi) che promuove eventi locali ed internazionali come il Festival international d’échecs di Bienne in Svizzera, dove incontrare i più grandi campioni di questo gioco senza tempo.

Fonti e approfondimenti

Academia.edu: Vastu Purusha Mandala of houseArcheosofia Roma: Il simbolismo degli scacchi Sul quattro, il numero fondamento dell’universo Uno scacchista: l’esoterismo negli scacchiVastu Purusha Mandala, il diagramma dell’anima della casa 

Sandra Saporito





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