Psicologia

Un giorno a settimana completamente in silenzio

Di Elena Bernabè - 25 Giugno 2024

Il silenzio è la forma più alta della parola; comprenderlo è la forma più alta dell’essere umano.
(EliSaby)

Il silenzio consapevole cura l’anima dell’uomo. La nutre, l’accarezza, la rigenera.

Siamo abituati a stare in silenzio per stanchezza, per paura, per rabbia, per reazione a qualche nostro stato emotivo. E questo non è un silenzio che cura: è una fuga da noi stessi. Il silenzio guaritore è invece una decisione consapevole: rimaniamo senza parole pronunciate per ascoltare noi stessi, la natura, la vita.

La parola è uno strumento potentissimo di creazione e proprio per questa sua natura dovrebbe essere utilizzata con parsimonia e solo se strettamente necessaria. Parlare richiede una grande forza vitale, tanta energia e attenzione. Ecco perché è bene, ogni tanto, fare una pausa dalla parola e dedicarsi al silenzio.

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Un giorno a settimana dedicato al silenzio

Dopo aver letto il bellissimo libro di Kankyo Tannier intitolato “La cura del silenzio” ho pensato che sarebbe un’abitudine rivoluzionaria dedicare un giorno alla settimana al silenzio delle parole. Kankyo Tannier è una monaca buddista zen, insegna meditazione e cura il blog www.dailyzen.fr e in questo suo lavoro ci accompagna dolcemente e con ironia nel misterioso e magico mondo del silenzio. Lei parla soprattutto di ritiri di più giorni in silenzio e di dedicare alcuni momenti della giornata all’assenza delle parole, come per esempio durante i pasti. Scrive a tal proposito:

“Mangiare in silenzio consente anche, e soprattutto, di assaporare i piatti, esplorar ei sapori e prendersi il tempo per masticare bene il cibo. Di mangiare in piena consapevolezza e terminare ogni boccone. La digestione ne risulta facilitata e la respirazione più tranquilla […]. Secondo alcune tradizioni iniziatiche, pare che in quei momenti, quando si manifesta la piena consapevolezza di sé, assimiliamo energie sottili e luminose tali da rafforzare la nostra salute e il nostro essere.”

Kankyo Tannier, nel suo libro, descrive i tanti benefici dei suoi ritiri in silenzio e invita chiunque voglia sperimentarli a preparare se stessi a questa esperienza per poterla vivere appieno informando i propri cari di questa breve uscita dal mondo. Tanti sono gli esercizi elencati nel libro per poter giungere ad una piena consapevolezza di sè.

Perché allora non dedicare un giorno alla settimana a questa pulizia interiore? Si potrebbe sperimentarla durante le vacanze estive o nel fine settimana e farla diventare parte delle nostre vite.

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I benefici del silenzio

ragazzo che osserva il tramonto

Ascoltiamo troppo il telefono e ascoltiamo troppo poco la natura. Il vento è uno dei miei suoni. Un suono solitario, forse, ma rilassante. Ognuno di noi dovrebbe avere il proprio suono personale e il suo ascolto dovrebbe renderlo euforico e vivo, o silenzioso e tranquillo… È un dato di fatto, uno dei suoni più importanti – e per me il suono per definizione – è il totale, assoluto silenzio.
(André Kostelanetz)

Rimanendo in un silenzio consapevole per un certo periodo di tempo il nostro corpo e la nostra mente si rigenerano. Esercitiamo finalmente l’ascolto, spesso poco praticato. L’attenzione è a livelli altissimi e riusciamo a sentirci in collegamento con tutto l’universo.

Rimanendo in silenzio non dobbiamo più recitare una parte e la tanta energia vitale che utilizziamo ogni giorno per mantenere le nostre maschere sociali viene preservata e può essere incanalata verso altro.

Sperimentiamo un nuovo modo di comunicare: la parola lascia spazio ai gesti, agli sguardi, al linguaggio del corpo, alla percezione di un qualcosa di più sottile come l’energia di quella persona o di quel luogo. Raffiniamo l’olfatto: odori e profumi si fanno più intensi e vivi.

Il silenzio ci fa vivere con più lentezza e con più calma.

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Per sperimentare tutti questi benefici non è necessario immergersi in un luogo privo di rumori. Come scrive anche la Tannier nel suo libro “il silenzio non c’entra niente con l’assenza di rumore”. Può esserci di aiuto inizialmente andare a ricercare il silenzio in luoghi poco rumorosi, ma il passaggio successivo è di ricercarlo dentro di noi: il silenzio autentico è il silenzio interiore, inteso come una presenza completa a se stessi.

“… tutti coloro che meditano sarebbero forse d’accordo sul fatto che durante la meditazione si ha la sensazione di possedere un’ “ancora” interiore; un’ “ancora” fatta di silenzio e tranquillità che resta imperturbata dal “tempo” mentale o emozionale, tanto nostro quanto degli altri (…) quando si è sul punto di farsi travolgere dagli eventi esterni, esiste un luogo, uno spazio interiore, che resta sereno.”

(Maneesha James)

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Proviamo allora a sperimentare il più possibile il silenzio e l’assenza di parole, allontaniamo da noi il più possibile tutte le distrazioni del mondo: spegniamo, almeno per un giorno a settimana anche solo per alcune ore, telefonini, parole pronunciate, chiacchiericcio mentale. E accendiamo finalmente noi stessi!





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