Significati Simbolici

Il significato simbolico dell’iris, il fiore dell’arcobaleno

Di Sandra Saporito - 28 Maggio 2024

Da piccola fantasticavo sulla vita segreta delle iris che bordavano le rive di un laghetto vicino alla casa dei miei nonni. Le immaginavo danzare nei loro lunghi abiti eleganti come delle signore dell’ 800, in qualche ballo nel regno delle fate. Crescendo, ho seguito tra i loro petali la strada raccontata da Hermann Hesse in uno dei suoi più belli racconti: Iris per l’appunto, dove il delizioso fiore porta ai ricordi d’infanzia.

L’iris è un fiore apprezzato per la varietà dei suoi colori che vanno dal bianco, al giallo, al blu e al viola, oltre che per il suo portamento nobile. Mentre i suoi graziosi petali abbelliscono i giardini e le rive dei corsi d’acqua, la storia che porta con sé profuma di leggenda e magia, incidendo nel nostro immaginario una ricca simbologia.

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Iris, come l’arcobaleno

Il genere Iris, o Iride, conta ben 300 specie della famiglia delle iridaceae il cui fiore viene chiamato a volte giaggiolo, e viene suddiviso tra piante rizomatose e piante bulbose. Il fiore è composto da tre petali interni e 3 tepali esterni. La sua grazia nasconde una certa tempra, si tratta infatti di una pianta rustica, spesso spontanea nell’Italia settentrionale, che necessita di poche cure e di tanto sole.

Il suo nome deriva dalla dea greca dell’arcobaleno, Iris (“arcobaleno”). Era la figlia del dio marino Taumante (“il meraviglioso”) e della titanessa Elettra (“la splendente”). Era raffigurata coi piedi alati, vestita con colori che ricordavano il ponte tra il cielo e la terra e con ali dorate.

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La dea era la personificazione dell’arcobaleno, dell’acqua piovana, dell’acqua del fiume e della rugiada. Come tale, a volte veniva dipinta portando una brocca, nella quale era racchiusa l’acqua dello Stige, il fiume degli Inferi sul quale gli dei erano tenuti a tenere i loro giuramenti. Ma prima di tutto era messaggera dell’Olimpo, portando ai mortali i messaggi divini scendendo verso la Terra su un ponte d’arcobaleno.

Controparte femminile del dio Ermete, era anch’essa psicopompa: Iris aveva infatti il compito di accompagnare le donne decedute nei Campi Elisi. Sulle loro tombe venivano deposti i fiori dedicati alla dea, le iris, di cui presero il nome per la varietà dei loro colori che richiamavano la bellezza dell’arcobaleno, oltre ai significati legati al mistero e alla rinascita.

La funzione infera della dea si rispecchia nell’iris, la cui essenza odorosa è racchiusa non nella corolla come per gli altri fiori bensì nel rizoma sotto terra.

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Dalle paludi alla corte dei re

Nell’araldica, l’iris è diventato l’emblema della regalità. Il fleur-de-Lys chiamato erroneamente “giglio” rappresenta in realtà l’ iris delle paludi, Iris pseudacorus che deve la sua fama a Clodoveo I, re dei Franchi.

Nell’anno 507 Clodoveo decise di espellere da Vouillé i Visigoti che seminavano il terrore. Alla testa del suo esercito, si propose di combatterli ma non poté avvicinarsi poiché il nemico era accampato dall’altra parte della Vienne, un fiume tanto largo quanto profondo. Clodoveo non sapeva come procedere quando miracolosamente avvistò una cerbiatta vicina alla riva che indicava un guado. Clodoveo e i soldati calcarono le orme dell’animale arrivando sull’altra sponda, dove li attendeva un tappeto di graziosi fiori gialli, le iris delle paludi, che incantarono l’animo del re dandogli coraggio.

iris giallo
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Lui ne colse uno come segno di buon auspicio e lo portò con sé in battaglia; fu terribile ma ne uscì vittorioso e Clodoveo, convinto che il fiorellino gli avesse portato fortuna, fece dell’iris l’emblema della regalità e del potere. Fu poi ripreso dal suo discendente Louis le Pieux che lo chiamò Fleur-de-Louis (Fiore di Luigi) che per corruzione linguistica divenne Fleur-de-lys.

In Italia, fu Firenze (antica Florentia) ad adottare l’iris sul proprio stemma. La città fu fondata dai Romani intorno al 600 a. C che la dedicarono alla dea Flora, la divinità dei fiori, della primavera e della rinascita, luogo dove il grazioso fiore cresceva spontaneamente.

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I significati simbolici dell’iris

La conformazione dell’iris evoca femminilità, sensualità, grazia. La sua fioritura accoglie la primavera e i temi della rinascita, della speranza, condivisi da molte culture nel mondo. Nell’Antico Egitto, l’iris era usato come emblema di potere e vittoria oltre che per le sue proprietà medicinali come testimoniano alcuni geroglifici risalenti al 1500 a. C.

In Giappone, l’iris è conosciuta da millenni per le sue proprietà purificatrici e la sua funzione apotropaica: avrebbe la facoltà di proteggere chiunque la porti su di sé dalle influenze negative e dalla malattia. Il fiore è tanto amato nel paese del Sol Levante da avergli dedicato un festival a Suigo Itako, celebrato a maggio. Le strade si riempiono di fiori mentre viene offerto ai passanti tè di bulbo di Iris e immersioni in vasche nelle quali galleggiano i fiori come augurio di buona salute e vigore.

Nel linguaggio dei fiori, l’iris veicola messaggi che cambiano in base alla sua cromia. Il famoso giaggiolo di S. Antonio o iris viola simboleggia la sapienza; l’iris bianco rappresenta la purezza. L’iris blu (giaggiolo odoroso) indica invece la fede e la speranza mentre l’iris giallo ci parla d’amore.

un iris blu
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Al livello esoterico, la varietà dei colori dell’iris è connesso al concetto alchemico della cauda pavonis, la coda di pavone, ovvero una fase liminale tra la fine della nigredo e l’inizio dell’albedo, in cui una serie di colori iridescenti appaiono dall’oscurità simboleggiando la rinascita dopo la morte. L’occhio, o meglio l’iride, della coda del pavone rappresenta nel viaggio alchemico interiore la visione spirituale, un primo contatto fugace ed incontrollabile col divino.

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Curiosità, tra magia e credenze popolari

Nell’Antica Roma, i rizomi dell’iris germanica e dell’iris pallida venivano ridotti in polvere per insaporire alcune pietanze e dolci. I medici gli attribuivano molte proprietà curative della pelle. Si raccontava che la foglia dell’iris posata su una ferita profonda era in grado di fermarne l’emorragia.

Intorno al XVIII secolo, i giardinieri francesi piantavano le iris sui tetti delle case in quanto, secondo la credenza popolare dell’epoca, la sua presenza bastava ad allontanare i fulmini e gli spiriti malevoli dalle abitazioni. Anche se questa curiosa pratica magica è andata in disuso, è possibile ammirare ancora oggi alcuni di questi tetti fioriti in Normandia, nel nord della Francia.

Oggi come ieri, l’iris ammalia per la complessità delle note olfattive che il suo rizoma rilascia e la preziosità del suo olio essenziale in quanto occorrono ben 7 anni alla sua preparazione! La cosmesi odierna tuttavia valida l’antica credenza che gli riconosceva un potere rigeneratore sulla pelle; in effetti, l’estratto di iris, l’iridione, favorisce l’idratazione della pelle, ne rafforza le difese naturali, lenisce, rinfresca, profuma la cute con un delicato e persistente profumo che richiama la violetta.

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Fonti e approfondimenti

• AAVV, Il libro dei simboli. Riflessioni sulle immagini archetipiche, Ed. Taschen, 2011.
• Iris florentia, simbolo di FirenzeFestival degli Iris di Suigo Itako 
• Hermann Hesse, Leggende e fiabe, Mondadori, 2021.

Sandra Saporito





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