Psicologia

“Andate a teatro per nutrire l’anima!”: l’invito di Selene C. Williams

Di Redazione - 14 Maggio 2024

Andare a teatro non è un semplice passatempo: rappresenta una via di guarigione per l’anima, una strada privilegiata per entrare in noi stessi, un ponte tra la realtà e il simbolo. A parlarci dell’importanza del teatro è  Selene Calloni Williams, scrittrice, viaggiatrice, documentarista e autrice di numerosi libri.

Abbiamo posto a Selene alcune domande sul teatro e sul suo prossimo rivoluzionario spettacolo teatrale intitolato Digiunare con gli dei che si terrà al Teatro Manzoni di Milano il 21 Giugno 2024.

Accomodatevi e gustatevi ogni singola preziosa parola!

1- Cosa rappresenta il teatro per l’uomo? Perché è importante che ognuno di noi vada a teatro più
spesso?

Credit foto by Francesca Del Sette

Agli albori del teatro greco abbiamo le celebrazioni dei misteri eleusini di cui parlo nel mio libro “Digiuno Immaginale”. Infatti, questo libro propone un percorso di disintossicazione del corpo e della mente ispirato alla preparazione che l’iniziando doveva compiere prima della vera e propria iniziazione ai misteri.
Possiamo solo immaginare la forza della celebrazione dei misteri a Eleusi. Indotta dal suono dei tamburi, la trance estatica è indispensabile per entrare in stati di coscienza ampliati, l’iniziazione suprema, così come le danze estatiche nelle quali ogni partecipante indossava bende color zafferano intorno al piede sinistro e alla mano destra per ritrovare il proprio corpo dopo averlo abbandonato durante il descensus ad inferos, la catabasi. Gli antichi usavano il teatro per nutrire la psyché, l’anima. Nel teatro, Il drama della poiesi, la poesia dell’anima, faceva sì che gli spettatori sperimentassero un potente coinvolgimento emotivo, un’identificazione totale con le emozioni rappresentate in scena. La catarsi emotiva che destruttura l’Io, dissolvendo i legami che uniscono i pensieri e sciogliendo la mente razionale porta la coscienza all’espansione e all’unione con il tutto, è parte di ogni processo di rivelazione e illuminazione.

2) Il teatro può guarire l’anima delle persone? In che modo?

Ancora oggi, quando il teatro porta in scena il mito, ci parla dell’origine delle cose, cioè racconta come il mondo e i suoi eventi sono diventati realtà. Noi siamo narrazione e se non ci narriamo non esistiamo. Lo stesso vale per il nostro mondo: se non lo narriamo non esiste. Il mito non descrive una realtà data, ma porta in essere la realtà, sia che si tratti della creazione del cosmo o della comparsa di una specie vegetale, sia che riguardi un evento universale o un frammento di realtà o un comportamento umano. Il mito è sempre la narrazione di una creazione: riferisce come una cosa è stata prodotta, come ha cominciato a essere.
Quando il teatro porta in scena il mito, rappresenta una “favola di potere” che offre a chi lo narra e a chi lo ascolta chiavi iniziatiche, segreti per la trasformazione. Infatti, ciascuno di noi può cambiare qualsiasi cosa, a patto di poter risalire alla prima volta in cui quella cosa si è formata.
Vi è stato un tempo in cui le favole di potere vivevano tra la gente alla luce del sole e tutti ne potevano beneficiare. In quel tempo, quando una donna era incinta, si raccontavano favole al nascituro affinché potesse divenire un grande uomo. Accompagnavano l’esistenza di ogni individuo dal concepimento al trapasso e anche oltre. Le favole non conoscono separazione tra morte e vita. Così, quando lo sciamano, che in molti casi era anche il capo villaggio, suonava il suo tamburo per radunare la tribù ed evocare gli avi, morti e vivi si ritrovavano insieme ad ascoltare i racconti.
La forza di ogni clan, di ogni tribù, di ogni gruppo e di ogni singolo uomo dipendeva dalla potenza delle storie che udiva, e tale potenza dipendeva dalla capacità di visione del cantastorie. Successivamente tutto ciò è stato affidato al teatro. E ancora oggi il teatro conserva un potere magico. Il teatro può guarire l’anima delle persone. Il mito è all’origine della nostra realtà, esso è la struttura stessa sulla base della quale la nostra psiche immagina l’esistenza e la proietta ai nostri sensi, dunque ciascuno di noi, vivendo, mette sulla scena della vita un mito e ciascuno di noi si riscatta, si risolve, si libera quando “vede” il mito che sta mettendo sulla scena della vita vivendo. Il teatro serve a questo. Esso ci trasporta dalla dimensione personale, storica, nella quale siamo vittime della nostra stessa narrazione, ad un piano mitologico, universale, nel quale siamo i co creatori della realtà, insieme agli dei.

Leggi anche —> “Daimon”: il libro per guarire le ferite dell’anima grazie ai miti

3) Che cosa s’intende con Teatro Immaginale? Cos’ha di diverso rispetto agli altri teatri?

Credit foto by Diego Steccanella

Il teatro immaginale differisce dal teatro a cui siamo comunemente abituati proprio perché riprende il tema sciamanico e taumaturgico del teatro primitivo portando in scena l’anima, le sue ferite e la sua guarigione. Allora il teatro diviene un vero e proprio rituale sciamanico. D’altra parte, le cerimonie magiche di “sciamanizzazione”, di qualsiasi tradizione al mondo, sono radicate nei racconti mitici delle culture a cui appartengono. Per esempio, gli sciamani turco-mongoli di Mongolia, Siberia e Tibet utilizzano i miti legati al ciclo epico del Re Gesar; gli sciamani andini fanno ricorso ai miti della Pachamama; gli sciamani birmani ai miti dei Nat, gli spiriti della foresta; e noi, che siamo di tradizione immaginale occidentale, ci rifacciamo al mito greco.
Possiamo considerare il teatro immaginale una vera e propria cerimonia magica di guarigione ed elevazione. Esso, infatti, si fonda sul rituale che prevede il coinvolgimento di tutto il pubblico. Lo spettatore non è passivo, ma agisce insieme agli attori, si fa protagonista del rituale e questo lo porta al livello della catarsi e della comunione con gli dei.

4) Tra qualche giorno terrà a Napoli un laboratorio di Teatro Immaginale: in cosa consiste?

A Napoli il 18 e il 19 maggio, insieme a due bravissime attrici, Giorgia Senesi ed Elena Russo, condurrò un laboratorio di teatro immaginale che consentirà a tutti i partecipanti di toccare con mano la magia del teatro immaginale e di imparare essi stessi a proporre il teatro immaginale come strumento di guarigione ed elevazione.

Per info www.selenecalloniwilliams.com/event/laboratorio-di-teatro-immaginale-a-napoli-un-viaggio-emotivo-nellanima/

5) Il 21 giugno al Teatro Manzoni di Milano andrà invece in scena il suo spettacolo “Digiunare con gli dei”, tratto dal suo libro “Digiuno Immaginale”: vuole raccontarci un po’ di questo spettacolo?

Invece il 21 giugno avrò l’enorme piacere di vedere rappresentati sulla scena del Teatro Manzoni di Milano i miti legati ai misteri che narro nel mio libro “Digiuno Immaginale”, grazie all’adattamento del regista Ludovico Nolfi. Ci saranno tra gli attori ancora Giorgia Senesi e Elena Russo, ci saranno le arpe e i tamburi che richiameranno i suoni delle celebrazioni dei misteri antichi e ci sarò io che coinvolgerò il pubblico in rituali sciamanici collettivi di straordinaria potenza.
Lo spettacolo, essendo ispirato al mio libro “Digiuno Immaginale”, ai miti e ai rituali in esso contenuti, si intitolerà “Digiunare con gli dei”.
È la seconda volta che con la regia di Ludovico Nolfi sono in scena al Manzoni di Milano. L’anno scorso abbiamo rappresentato miti e storie giapponesi tratte dal mio libro “Kintsugi, ripara le ferite dell’anima e rendi prezioso ogni istante della tua vita”. Anche quest’anno puntiamo al sold out!

I biglietti per lo spettacolo “Digiunare con gli dei” sono in vendita dal sul sito web www.teatromanzoni.it/eventi/digiunare-con-gli-dei e presso la biglietteria del Teatro Manzoni di Milano.

Questi gli altri libri di Selene ospitati tra le pagine di Eticamente:

—> Guerrieri Immaginali: il nuovo libro di Selene C. Williams

—> Mudra e Meditazioni per Viaggiare Tra i Mondi: l’ultimo libro di Selene Calloni Williams

—> Wabi Sabi, lo splendore della vita imperfetta





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