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Irena Sendler: Salvò 2500 Bambini Dal Ghetto di Varsavia

Di Redazione - 26 Gennaio 2013

Ci sono storie che devono essere raccontate, storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo. La storia di Irena Sendler è una di queste.

Irena Sendler nacque il 15 febbraio 1910 a Varsavia. E’ stata un’infermiera e anche un’assistente sociale polacca, collaborò con la Resistenza nella Seconda guerra mondiale.

Suo scopo era salvare i bambini ebrei del Ghetto. Probabilmente questa sua indole compassionevole è stata ereditata dal padre medico che morì di tifo dopo aver contratto la malattia curando ammalati, per lo più ebrei, che altri colleghi si erano invece rifiutati di curare.

Come dipendente dei servizi sociali, la donna riuscì ad ottenere un permesso speciale per entrare nel Ghetto alla ricerca di eventuali sintomi di tifo: durante questi controlli portò via molti bambini piccoli nascondendoli nelle ambulanze o in altri veicoli.

Credit foto ©Pixabay

Riuscì addirittura a farsi spacciare per un tecnico di condutture idrauliche e fognature: in questo modo entrava nel ghetto con un furgone e mise molti neonati nel fondo di una cassetta per attrezzi oppure bambini più grandi in un sacco di juta. Per coprire l’inevitabile pianto dei bambini teneva nel retro del camion anche un cane che abbaiava quando i soldati nazisti si avvicinavano.

Salvi da una morte certa, questi bambini venivano poi affidati a famiglie cristiane oppure a conventi e la Sendler riusciva a fornire loro documenti falsi. In seguito dichiarò che i veri eroi erano quelle madri e quei padri che decisero di affidarle i loro bambini per salvarli dalla morte.

Ma Irena andò ben oltre: annotò i nomi dei bambini salvati e mise questi elenchi dentro bottiglie e vasetti di marmellata che sotterrò vicino ad un albero del suo giardino. La speranza era quella di poter un giorno riconsegnare i bambini ai loro genitori. Purtroppo ciò non fu possibile perché la maggior parte delle famiglie dei bambini salvati furono sterminate.

 

Nel 1943 venne arrestata dalla Gestapo e torturata pesantemente: le furono spezzate gambe e braccia ma non rivelò a nessuno il suo segreto. Venne condannata a morte ma la resistenza polacca riuscì a salvarla. Rimase inferma a vita.

Nel 2007, anno prima della sua morte, venne proclamata eroe nazionale della Polonia. Queste le sue parole in risposta a questo importante riconoscimento: “Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra, e non un titolo di gloria”

Il 12 maggio 2008 questa donna coraggiosa e forte, madre di rinascita di oltre 2000 bambini si spense.

I bambini che lei salvò sono diventati adulti e a lei devono il dono della vita.

L’incredibile storia di questa donna rimase dimenticata dall’opinione pubblica, è solo grazie ad un gruppo di studenti del Kansas che la sua storia venne diffusa al mondo: nel 1999, infatti, venne fondato un progetto di sostegno alla conoscenza pubblica di questa vicenda, progetto seguito poi dal sito internet www.irenasendler.org





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