Davanti ai più bei romanzi ci si chiede: “Che cosa farà Anna Karenina? Dove andrà Werther? Quale alibi sta costruendo Zeno Cosini? Che cosa medita Raskolnikov?”. Ma in realtà , se uniamo tutte le domande, verrà sempre fuori: “Chi sono io?”
(Fabrizio Caramagna)
Leggere romanzi non è un semplice passatempo, è un viaggio interiore che permette di toccare parti nascoste della nostra interiorità. In ogni storia noi compiamo un cammino dentro noi stessi, per trovare le risposte alle nostre domande, per far nascere nuovi punti interrogativi. Per incontrare la nostra essenza.
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Il potere curativo del romanzo
I romanzi, se ben scritti e mossi da un intento profondo dello scrittore, portano il lettore ad un movimento interiore di grande spessore. Riescono a farci suscitare emozioni, pensieri e idee che non appartengono alla nostra quotidianità: grazie all’immersione nella storia noi viviamo vicende che non fanno parte della nostra vita, ma che hanno il potere di mettere in moto riflessioni, ricordi, vissuti e desideri assopiti, dimenticati, rifiutati. Il romanzo è uno strumento di cura della nostra interiorità.
Come scrive Robert McKee nel suo libro “Story”
“Le arti narrative sono diventate la fonte primaria di ispirazione dell’umanità alla ricerca di un ordine nel caos. […]. La storia non è una fuga dalla realtà, ma un veicolo che ci conduce alla nostra ricerca della realtà.”
Le storie hanno da sempre un legame importante con l’uomo: quelle raccontate a voce, quelle lette sottoforma di fiaba che hanno il grande compito di educare un bambino, quelle romanzate per i ragazzi e gli adulti. Ogni forma narrativa può portare ad un’autentica crescita individuale.
Anche il dialogare quotidiano è strettamente collegato a questo meccanismo: quando parliamo con qualcuno e raccontiamo qualcosa, per esempio un semplice evento che ci è accaduto, stiamo narrando una storia. Vogliamo condividere con qualcuno qualcosa di noi, della nostra interiorità: lo stesso evento verrà descritto in modo diverso a seconda di chi lo narra perché il racconto di una storia è influenzato dal suo narratore. Chi ascolta il racconto mette in moto dentro se stesso pensieri, emozioni e riflessioni che lo porteranno ad un movimento arricchente della propria psiche. Una danza di parole continua che nutre i partecipanti al dialogo e li arricchisce. Questo dovrebbe essere l’intento profondo del dialogo.
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Il romanzo è come un dialogo tra il lettore e lo scrittore dove è il lettore stesso, in un primo momento, ad ascoltare in modo attento e profondo. Se poi il lettore vorrà, dopo aver ascoltato tutta la storia, potrà contattare lo scrittore per continuare la sua danza o riversare le sue parole, le sue riflessioni e le sue emozioni verso un’altra persona per raccontargli la storia letta, per consigliargli la lettura, per parlarne. In un circolo infinito di scambio reciproco.
Ogni storia ha il potere di suscitare in chi l’ascolta o in chi la legge un movimento interiore. Se poi, come avviene in un romanzo, non abbiamo il potere, fortunatamente, di interrompere il flusso del racconto con i nostri interventi, riusciamo anche ad immergerci completamente e a vivere intensamente ciò che ci viene raccontato. Grazie alla scoperta recente dei neuroni specchio, infatti, sappiamo che questi stessi neuroni riescono a farci mettere nei panni degli altri: quando leggiamo una storia il nostro cervello si attiva come se stesse vivendo lui stesso quella specifica storia. Il romanzo ci fa viaggiare con la mente e con il cuore. Ci permette di vivere vite che non riusciremmo a vivere in nessun altro modo.
Un romanzo è come un arco, la cassa del violino che emette suoni è l’anima del lettore.
(Stendhal)
Leggere una storia, avvincente e ben scritta, apre l’orizzonte dei nostri pensieri, ci fa sperimentare punti di vista diversi, ci permette di indossare i panni degli altri, di provare concretamente quell’emozione così lontana dal nostro vivere, di essere confortati nel nostro dolore grazie alle parole dell’autore, di sperimentare vie diverse di soluzioni ai problemi. Inoltre i romanzi hanno il potere di far galoppare la nostra fantasia, di allenare l’immaginazione che è il vero nutrimento della nostra anima. Mentre leggiamo creiamo nella nostra mente immagini che appartengono solo a noi: la televisione ci dà in pasto immagini prestabilite e uguali per tutti, la lettura ci invita a metterci in moto e a creare un mondo immaginario solo nostro. Ecco perché diviene così importante la lettura di storie per i bambini e i ragazzi: per aiutarli a pensare con la propria testa, per invitarli alla creazione di immagini proprie, che sono la base della creatività e della realizzazione della propria unicità.
Le storie narrate sono un importante nutrimento per l’anima di ogni individuo.
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