Riuscire a comprendere il mondo animale è una conquista meravigliosa per l’uomo: oltre a trovare vie di comunicazione rispettose per i nostri amici a quattro zampe è anche un modo per vedere il mondo da un’altra prospettiva. Gli animali ci donano sempre grandi insegnamenti di vita e riuscire ad afferrare questi doni è un’occasione preziosa per ognuno di noi.
Oggi vogliamo provare a cogliere uno di questi doni andando alla scoperta di una caratteristica peculiare del cane: il suo scodinzolio.
Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti fermati… Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido… Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone possono farti sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire… Straordinario?
(dal film Io & Marley)
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Perché il cane scodinzola?
Per chi ha la fortuna di condividere la propria vita con un cane sa che nei suoi occhi emerge tutto l’amore per il suo amico umano. Quando torniamo dal lavoro la sera il suo benvenuto è tutto nel movimento della sua coda. Ma cosa vuole comunicarci con questo suo comportamento?
Ancora un volta ci siamo rivolti alla preziosissima Myriam Riboldi, autrice di libri e articoli e fondatrice della meravigliosa Scuola di Etologia Relazionale®. In un’altra occasione Myriam ci aveva accompagnati nel misterioso mondo delle fusa dei gatti.
Myriam, lo ripetiamo, è un punto di riferimento nella conoscenza del mondo animale e, proprio per questo, vi invitiamo ad arricchirvi andando a visitare il suo ricchissimo sito www.etologiarelazione.it, a seguire la sua pagina Facebook Etologia Relazionale, a frequentare i suoi interessantissimi corsi e a leggere i suoi bellissimi libri. Gli introiti e le donazioni che riceverà andranno a sostenere i suoi progetti di salvaguardia del mondo animale!
Ecco allora le parole di Myriam che ci faranno comprendere un po’ di più il tenerissimo mondo canile.
Riflessione etologiche sullo scodinzolio dei cani di Myriam Riboldi
Rapido, lento, ampio o appena accennato, alto o basso, lo scodinzolio è il segnale più distintivo ed
evidente nel cane: questo animale domestico scodinzola più frequentemente e in più contesti rispetto a qualsiasi altro canide.
Lo scodinzolio del cane può variare in base all’individuo, al sesso e alla razza (ad esempio, i cani da
caccia scodinzolano di più dei cani da pastore) e le sue funzioni comunicative sono da sempre oggetto del nostro interesse. Sia il movimento che il portamento della coda trasmettono informazioni, tanto nelle interazioni cane-cane, quanto in quelle cane-umano e cane-oggetto.
Il cane scodinzola per comunicare molte emozioni diverse. Non è solo un’espressione di contentezza ed euforia, può essere anche un segno di ansia o trepidazione rispetto a qualcosa che sta per avvenire.
Tra cane e cane, e tra cane e umano, lo scodinzolio con portamento basso è più frequentemente correlato a scopi affiliativi, pacificazione, sottomissione, esternazione di intenti non aggressivi. Lo scodinzolio con portamento alto può essere associato a eccitazione, tensione, nervosismo, attenzione, prontezza ad agire, intenti aggressivi.
I cani scodinzolano anche in risposta a stimoli non sociali, come cibo e oggetti (giocattoli ad esempio): in queste situazioni si ritiene che lo scodinzolio indichi più frequentemente eccitazione ed emozioni con valenza positiva. I cuccioli di cane direzionano i loro primi scodinzolii verso chi si prende cura di loro ed esistono prove indirette che collegano l’ossitocina e lo scodinzolio, soprattutto quando i cani si riuniscono con un essere umano familiare. Uno studio ha scoperto che durante le situazioni di rifiuto del cibo, i cani scodinzolano di più quando un essere umano è presente, rispetto a quando sono da soli, suggerendo che lo scodinzolare può anche funzionare come segnale di richiesta. Una famosa ricerca sulla lateralizzazione dello scodinzolio ha scoperto che i cani scodinzolano maggiormente verso la loro destra in risposta a esperienze positive (come vedere i loro compagni di vita umani) e maggiormente verso la loro sinistra in situazioni stressanti e con valenza negativa.
Nonostante le numerose scoperte su questa espressione, sappiamo poco della sua storia evoluzionistica. Pensando agli organismi viventi in generale, possiamo subito notare che le code sono un tratto comune dei vertebrati. Sono state e sono tuttora un adattamento importantissimo per la locomozione (equilibrio, stabilizzazione nei cambi di direzione in corsa). In molte specie, questo prolungamento del corpo è poi stato cooptato anche per funzioni differenti, come per scacciare i parassiti o, appunto, per comunicare.
Sappiamo che lo scodinzolio è presente anche nei lupi e che, insieme ad altri comportamenti di subordinazione attiva, è utilizzato nelle cerimonie di saluto (o “greeting”), in particolare verso i riproduttori del branco. Si tratta di un contesto espressivo decisamente più circoscritto rispetto ai cani. Le differenze tra lo scodinzolare del cane e quello del lupo compaiono già a tre settimane di età, anche quando i cuccioli di entrambe le specie siano stati allevati allo stesso modo: i cuccioli di cane allevati a mano scodinzolano molto di più dei cuccioli di lupo allevati a mano. La causa storica di questa differenza potrebbero essere stati proprio gli esseri umani.
Per i ricercatori che se ne sono occupati, l’utilizzo della coda sarebbe stato fortemente avvantaggiato dalla convivenza con l’uomo e andrebbe quindi letto come uno tra i tanti effetti della domesticazione. Gli attributi dello scodinzolio, come il portamento e il movimento, certamente forniscono segnali informativi facilmente osservabili, evidenti, che gli esseri umani utilizzano ragionevolmente da sempre per dedurre alcuni degli stati interiori dei cani.
Una delle ipotesi più originali, nel merito delle cause all’origine dello scodinzolio, sostiene che gli esseri umani avrebbero favorito questo comportamento, consciamente o inconsciamente, perché naturalmente più predisposti verso certe tipologie di stimoli ritmici. Gli esseri umani hanno infatti notevoli capacità di percepire e produrre sequenze ritmiche, in particolare i cosiddetti “ritmi isocroni”, in cui gli eventi sono uniformemente distanziati nel tempo. Questa tipologia di ritmi innesca nell’uomo risposte piacevoli e coinvolge le reti cerebrali che fanno parte del sistema di ricompensa. Questa naturale propensione umana potrebbe aver guidato la selezione artificiale per il cospicuo scodinzolio ritmico della coda nei cani, e potrebbe spiegare perché i cani lo esibiscano così spesso nelle interazioni uomo-cane.
Il fatto che questo segnale sociale sia molto evidente, ma non invasivo in termini sensoriali (come potrebbe essere ad esempio l’utilizzo della vocalità), potrebbe essere ipoteticamente un altro elemento a favore di una preferenza, più o meno inconscia, influente nel processo di selezione artificiale.
Forse per questi, e probabilmente per molti altri motivi che non conosciamo ancora, i nostri antenati si sarebbero relazionati maggiormente con gli animali in cui questa espressione era più frequente ed evidente.
Non tutti i ricercatori sono comunque concordi nell’accettare l’ipotesi di una selezione attiva del tratto: lo scodinzolio potrebbe essere emerso semplicemente come sottoprodotto della selezione per docilità e socievolezza, quindi come parte della “sindrome da domesticazione” dei cani (che comprende tra l’altro anche: depigmentazione del pelo; cambiamenti nelle dimensioni e nelle proporzioni complessive del corpo; orecchie cadenti; code arricciate; minore aggressività; ridotta risposta allo stress). Questa interpretazione è in linea con i risultati del famoso esperimento/studio a lungo termine sulla domesticazione delle volpi argentate (inaugurato dallo scienziato russo Dmitri Belyaev): sebbene, nelle volpi addomesticate, lo scodinzolio non sia stato selezionato direttamente durante il lungo processo di selezione artificiale, questi animali lo esibiscono molto più spesso delle popolazioni selvatiche, con forme, frequenze e funzioni molto più simili a quelle dei cani.
Un’interpretazione definitiva non esiste ancora: per il momento, lo scodinzolio rimane un comportamento sfuggente, dal punto di vista scientifico. Nonostante la nostra famigliarità con questa espressione, la sua storia, i suoi meccanismi e il ruolo svolto dagli esseri umani nella sua evoluzione, a quanto pare, rimarranno un mistero ancora per qualche tempo!
La cosa certa, invece, da un punto di vista relazionale, è che vedere un cane scodinzolare avrà sempre un effetto così immediato e potente sulle nostre emozioni, da non smettere mai di attrarci, di regalarci momenti di profonda connessione e di apertura verso queste stupende menti non umane.
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