Il gatto è stato per me un animale socratico. Mi ha insegnato a scoprire chi ero ed anche qual era il mio posto nel mondo.
(Giorgio Celli)
Chi ha l’immensa fortuna di condividere la propria vita con uno o più gatti sa bene quanti e preziosi insegnamenti silenziosi siano in grado di donare all’uomo questi animali misteriosi. C’è, in particolar modo, una loro peculiarità che affascina da sempre gli amanti dei gatti: le loro fusa! Sentirle attraverso l’udito o il tatto fa stare indiscutibilmente bene: quando il gatto mette in moto il suo inconfondibile ron-ron noi percepiamo leggerezza e gioia, è come se riversasse nella nostra interiorità una grande carica energetica, una vibrazione a noi sconosciuta ma intrisa di bellezza, di magia, di vitalità!
Abbiamo cercato allora di scoprire di più riguardo a questo particolarissimo tratto dei gatti e per farlo abbiamo chiesto aiuto a Myriam Riboldi, autrice di libri e articoli e fondatrice della meravigliosa Scuola di Etologia Relazionale®, un approccio che mette al centro la relazione rispettosa tra uomo e animale.
Myriam ha da sempre vissuto con i gatti e la sua conoscenza professionale insieme alla sua attenta e rispettosa osservazione la rendono un punto di riferimento nella conoscenza del mondo animale. Siamo molto felici e onorati di ospitarla tra le nostre pagine, la ringraziamo per aver accolto il nostro invito e, siamo certi, dopo la lettura della sua testimonianza saremo più arricchiti e conosceremo un po’ di più i nostri amici felini.
Invitiamo tutti a visitare il suo ricchissimo sito www.etologiarelazione.it, a seguire la sua pagina Facebook Etologia Relazionale, a frequentare i suoi interessantissimi corsi e a leggere i suoi bellissimi libri. Gli introiti e le donazioni che riceverà andranno a sostenere i suoi progetti di salvaguardia del mondo animale!
“Myriam, le fusa dei gatti presentano dei benefici per il benessere dell’uomo?”
“Inizio col dire che adoro le fusa dei gatti. Come la maggioranza degli umani, probabilmente. Questo suono è così accogliente, caldo, morbido, da risultare irresistibile ai più: è una vera e propria calamita per il nostro affetto e ci motiva ad elargirlo. Un’interazione tra gatto e umano, quando colorata dalle fusa, assume subito un livello di intimità più elevato: le fusa regalano l’impressione di una connessione emotiva diretta, di un accesso oltre le barriere del (presunto) distacco felino.
Le fusa esercitano un fascino anche a livello intellettuale, perché rappresentano uno dei misteri irrisolti sul gatto domestico: come si è evoluto questo segnale acustico? Con quali funzioni passate ed attuali? Quali effetti esercita? Perfino il meccanismo con cui il suono viene prodotto è ancora avvolto da incertezze.
Secondo le ultime scoperte (novembre 2023), le fusa deriverebbero dalla vibrazione passiva di piccole
pliche vocali (“pads”) nella gola del gatto. Questa scoperta confuta apertamente le teorie precedenti (in
particolare la più attuale, risalente agli anni ’90, cioè l’ipotesi di contrazione ciclica dei muscoli della laringe) ed è quindi un chiaro indicatore del fatto che l’attuale comprensione delle fusa dei gatti è ancora
incompleta e necessita di ulteriori ricerche.
Che dire poi della funzione delle fusa? Anche su questo frangente, le certezze sono poche. È una forma di
comunicazione? Certamente sì, ma si è scoperto che, talvolta, questo suono è prodotto anche da gatti in
completa solitudine. Evidentemente è un’espressione che il gatto sfrutta anche per sé, ma a quale scopo?
Dal punto di vista relazionale, va anzitutto specificato che le fusa sono uno di quei tratti con forte variabilità individuale. Ho potuto constatarlo anche personalmente, avendo convissuto con decine di gatti diversi: certi gatti iniziano a farle anche solo guardandoli, altri solo in particolari momenti di contatto reciproco e relax; alcuni, dopo aver cominciato, sembrano non voler smettere più e altri, invece, fanno le fusa solo per qualche attimo. Inoltre, nonostante questo suono sia sempre compreso entro un certo range di basse frequenze, le fusa di ogni gatto, come i miagolii, potrebbero differenziarsi quel tanto, le une dalle altre, da rappresentare una firma acustica, un suono con caratteristiche uniche per ogni individuo.
Generalmente interpretiamo le fusa come espressione di “piacere”: gatti di ogni età le emettono durante le interazioni affettuose e, sia i gattini, sia le femmine in allattamento, fanno le fusa durante le poppate. Le
femmine adulte emettono questo suono anche prima degli accoppiamenti con un maschio e durante i
display riproduttivi (in particolare quando si rotolano a terra). È ragionevole pensare che, nei contesti
relazionali, le fusa aiutino a stabilire e mantenere un rapporto stretto, che possano avere effetto di
stimolazione delle cure reciproche o addirittura di pacificazione. Una ricerca del 2009 ha dimostrato che un particolare tipo di fusa viene usato dai gatti domestici verso noi umani, similmente al miagolio,
specificamente per sollecitare l’offerta di cibo.
D’altro canto, le gatte fanno le fusa anche durante il parto, in particolare all’inizio delle contrazioni e subito dopo. Di certo non una situazione di piacere, ma non è una sorpresa: è cosa nota che i gatti emettano questi suoni anche in condizioni di stress, ad esempio quando soffrono in seguito ad un intervento chirurgico o addirittura in prossimità della morte. Da queste osservazioni e dallo studio delle frequenze specifiche delle fusa è originata l’ipotesi secondo cui questo tipo di vibrazione a bassa frequenza faciliti, a più livelli, il superamento dei traumi. Non solo a livello psichico: all’inizio degli anni 2000, alcuni ricercatori scoprirono come il processo di guarigione delle ferite, delle ossa rotte, degli edemi, potesse essere accelerato dalle vibrazioni nelle frequenze delle fusa feline. È possibile che la vibrazione influisca positivamente persino sulla sensazione di dolore del gatto, stimolando il rilascio di endorfine e contrastando gli effetti dei cosiddetti “ormoni dello stress”.
E se le fusa facessero questo effetto anche a noi? Se questo suono così dolce, per qualche strana
coincidenza evoluzionistica, funzionasse anche negli esseri umani come stimolo alla produzione di ormoni
antagonisti dello stress?
Non so quanto supporto abbia questa ipotesi, ma è quella che sento risuonare di più nella mia esperienza. Quando un gatto fa le fusa, accucciato in grembo, quello che provo è una sensazione di guarigione interiore, di pace, di aiuto.
È ovvio che il beneficio per noi umani sia solo un effetto collaterale nella riflessione sull’evoluzione delle
fusa, un esito fortuito dell’incontro tra le nostre specie, ma, proprio per questo motivo, apprezzo ancora di più la mia/nostra fortuna: nei miliardi di anni di storia dell’universo, viviamo in quel piccolissimo lasso di tempo geologico in cui un piccolo carnivoro ha ammansito e curato, con le sue vibrazioni, il più feroce tra i primati sociali.”
Guardate come il gatto si lascia catturare dal mio sguardo.
E quando si mette sulle mie ginocchia, sembra per sempre,
con le forme e le unghie che aderiscono al mio corpo.
Ma se passa un’ombra alla finestra, addio ron-ron, addio carezze.
Il gatto mi tradisce e fugge via,
perso di nuovo nel suo mondo immaginario.
(Fabrizio Caramagna)
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