Il gentile ciclamino, musa dei pittori dai dolci e delicati petali, fiorisce quando le altre piante chinano il capo di fronte al freddo. Lui invece prospera nei luoghi freddi, bui ed umidi contrastando con la vivacità dei suoi colori le giornate grigie e nebbiose dell’autunno inoltrato. Questo misterioso fiore dal capo chino ci accompagna con una promessa: quella che si può sbocciare anche nelle avversità, e rispondere a ciò che ci affligge con grazia, come narra la meravigliosa leggenda che lo vede protagonista.
Ma prima di tutto, iniziamo a fare la sua conoscenza: è una pianta perenne tuberosa, appartenente alla famiglia delle Primulaceae e nel Belpaese possiamo trovarne di tre tipi che crescono in modo spontaneo: il ciclamino alpino (Cyclamen purpurascens), il ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium), il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum); tutte tre sono classificate come specie protette di cui è vietata la raccolta, che in passato è stata talmente estesa da provocarne quasi la estinzione.
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La leggenda del ciclamino
La meravigliosa leggenda del ciclamino origina dalla mitologia greca e dal turbamento di Demetra, la dea del raccolto e della fertilità, in cerca di sua figlia. Secondo il mito, il dolore vinse Demetra quando Ade, il terribile dio degli inferi, le strappò via la sua amata figlia Persefone, che si era attardata a raccogliere assieme ad alcune ninfe dei fiori nella piana di Nysa.
Demetra si imbarcò allora in una ricerca che la condusse verso gli abissi della tristezza e della disperazione. Durante questo periodo difficile in cui la Terra divenne spoglia ed arida riflettendo lo stato interiore della dea, Demetra si imbatté in un gruppo di ninfe, figlie di Oceano, che cercarono di consolare il suo cuore addolorato.
In una profonda dimostrazione della loro devozione, le ninfe danzarono per lei, volteggiando con grazia, cercando di sollevare l’angoscia che pesava sul suo cuore. Si narra che quella danza diede al cuore di Demetra un po’ di conforto, fu allora che sotto i passi leggiadri delle ninfe nacquero i ciclamini. Dopo questo momento di tregua dal dolore, Demetra riprese il suo viaggio alla ricerca di Persefone.
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Il ciclamino: un fiore magico sin dall’antichità
Il nome del ciclamino deriva dal greco kyklos: “cerchio”, “ciclo” in riferimento alla forma dei suoi bulbi ma anche al cuore del suo calice perfettamente circolare come un’aureola. Nell’Antica Grecia, il ciclamino era sacro alla dea Ecate, la Signora psicopompa dell’oscurità, della magia, dei luoghi di passaggio, dei defunti, probabilmente in virtù della sua fioritura che coincideva con il tempo delle celebrazioni in onore dei defunti. La forma circolare della sua corona simboleggiava allora la chiusura del cerchio della vita. Tuttavia, il suo legame con la magia, oltre al tempo dei morti, era particolarmente forte.
Fu proprio la dea Ecate che rispose al dolore di Demetra che vagava sulla Terra in cerca della figlia, facendo luce sull’accaduto e ritrovando Persefone nel mondo dei morti.
Il ciclamino assume quindi nel mito una valenza magica e simbolica importante: è il guardiano della soglia, del passaggio tra un mondo e l’altro, ma è anche l’emblema della trasformazione, della speranza, della rinascita.
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Secondo Teofrasto, filosofo e botanico greco, il ciclamino era usato per eccitare l’amore e la sensualità, per allontanare i malefici e come rimedio contro il morso dei serpenti. Plinio Il Vecchio riportò nella sua grande opera Naturalis historia alcuni nomi volgari del ciclamino, tra cui troviamo tūber terrae (tubero della terra) ma anche amulētum. Era infatti usato per allontanare la malasorte. I romani credevano che nessuna forza ostile poteva sopraffare il suo veleno, motivo per il quale veniva coltivato intorno alle case come amuleto, appunto.
Usi popolari, tra medicina e veleno
Conosciuto e utilizzato sin dall’antichità per le sue proprietà, il ciclamino era usato come medicina topica contro alcuni mali. Secondo una credenza popolare, era in grado di evitare che le cicatrici del vaiolo sfigurassero i visi dei poveri ammalati. I suoi bulbi, tossici per l’uomo, rappresentavano invece l’alimentazione dei greggi, a tal punto che fu soprannominato “pan del terreno” o “panporcino“: pare che i maiali avessero una certa predilezione per i bulbi dei ciclamini che cercavano con avidità. Ma attenzione, per l’uomo è invece altamente tossico!
Le usanze pagane e il suo legame con una divinità misteriosa come l’oscura Ecate gli valsero una cattiva fama durante la cristianizzazione: il grazioso ciclamino fu per questo motivo demonizzato e chiamato “fiore del diavolo”. Nel Medioevo si credeva che il solo calpestarlo poteva portare le donne incinte ad abortire!
C’è da dire però che il ciclamino ha in effetti proprietà abortive, oltre che ematiche, purgative, emmenagoghe, vermifughe, vulnerarie, antalgiche, antiparassitarie dovute alla ciclamina, un glicoside presente in tutta la pianta.
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Simbologia e linguaggio dei fiori
Col passare del tempo il fiore ricoprì un significato ambivalente e da “fiore del diavolo” divenne poi il “fiore della Madonna” quando la Chiesa cattolica scorse nel ciclamino il simbolo del cuore addolorato di Maria sanguinante sulla Terra, riprendendo curiosamente il significato antico del fiore.
La natura ambigua del ciclamino si rifletté anche nei suoi significati: da fiore legato all’aborto divenne poi simbolo di fertilità in virtù del suo delicato calice floreale che richiamava nell’immaginario l’utero femminile, motivo per il quale si iniziò ad adornare la camera dei novelli sposi coi ciclamini, come augurio di fertilità per propiziare la nascita di bambini.
Resta quindi la simbologia ambivalente del ciclamino come guardiano della soglia, di passaggio tra la vita e la morte, e viceversa.
Nel linguaggio dei fiori, il ciclamino può invece rivestire il significato di bellezza e gelosia. È il fiore che si offre per esprimere con delicatezza il proprio attaccamento ad una persona. Nel codice dell’amore il ciclamino simboleggia la durata e la sincerità dei sentimenti.
Può anche essere regalato in segno di augurio ad una coppia di sposi in attesa di un bambino, oppure come portafortuna, in segno di incoraggiamento per un nuovo inizio.
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Fonti e approfondimenti:
• Il giardino del tempo: il ciclamino.
• Stile e Arte. Il significato e il dono dei ciclamini nell'arte e nella magia. Tra Plinio il Vecchio e Brueghel.