Mi capita molto spesso di sentirmi come la protagonista del film “Il pianeta verde”: un essere vivente che non fa parte del pianeta Terra e che vede il nostro modo di vivere come qualcosa di profondamente innaturale e insensato. Lo riguardo spesso questo film perché mi fa sentire meno sola e strana e, rivivendolo, mi permette di accedere a quella parte di me più autentica e sensibile, quella parte che questo mondo invece cerca in tutti i modi di far tacere.
“Il pianeta verde” (titolo originale “La belle verte”) è un film francese del 1996 scritto e diretto da Coline Serreau che, in chiave umoristica o amaramente (dipende dagli occhi e dal cuore del telespettatore), affronta il modo di vivere del mondo occidentale esasperandone (non di molto!) i tratti più distruttivi: la frenesia, l’inquinamento, l’incapacità di relazionarsi in modo sano con la natura, il senso di superiorità vissuto e messo in atto dall’uomo.
Trama del film
Nel film il pianeta verde è un pianeta abitato da persone che hanno compiuto una vera e propria evoluzione spirituale e ora vivono in armonia tra loro e con la natura. Hanno cioè vissuto in passato come si vive sulla Terra ai giorni d’oggi ma hanno deciso di intraprendere un salto evolutivo scegliendo un modo di vivere più sano e rispettoso nei confronti della natura: si è così deciso di eliminare la moneta e qualsiasi tipo di sfruttamento, di eliminare le gerarchie, di mangiare solo cibo naturale, di mettere al centro delle proprie giornate solo l’amore per la vita.
Nel film viene raccontato che
“Dopo l’era industriale da noi ci sono stati i Grandi Processi. Chi fabbricava prodotti nocivi per la salute degli umani, degli animali e delle piante, é stato accusato di Genocidio e Crimini contro il Pianeta. Le Industrie Agroalimentari e Chimiche, i fabbricanti di Armi, Tabacco e Alcool, le Industrie Farmaceutiche e nucleari, i costruttori di Automobili, gli Architetti, Medici e Politici che si erano arricchiti lasciando fare… E’ stata la Guerra Civile. E poi il Boicottaggio. Tutto quello che era stato nocivo per la salute non si comprava più, o si buttava. Fu l’arma vincente, senza vendite niente potere, l’esercito e la polizia erano impotenti…”
Ogni anno tutti gli abitanti del pianeta verde si riuniscono per inviare volontari sugli altri pianeti in modo da verificarne lo stato evolutivo ma nessuno vuole recarsi sulla Terra poiché è considerato un luogo ancora arretrato, chiuso, sterile. Ad andarci, questa volta, sarà Mila, la protagonista del film, che ci accompagnerà in una Parigi degli anni novanta e ci farà vedere con i suoi occhi le tante e incredibili contraddizioni del nostro modo di vivere.
Il film si apre facendo immergere lo spettatore nel mondo naturale degli abitanti del pianeta verde: monti, prati, ruscelli, laghi, animali e persone vestite in modo sobrio con tessuti semplici e comodi convivono nella gioia e nella cooperazione. In questo pianeta le persone hanno una vita molto lunga, anche fino ai 250 anni, e muoiono, come viene detto nel film, “in modo sereno e saggio“. I bambini giocano con gli elementi della natura, si gustano frutta e verdura, interagiscono con gli animali come fossero loro fratelli. Non esistono case e nemmeno oggetti superflui, non ci sono automobili e l’uomo è abitante della natura tanto quanto un animale, non crea inquinamento, non distrugge ma cura, protegge e custodisce il creato.
Mila, una volta sulla Terra, ci fa comprendere l’assurdità del mondo moderno: l’asfalto dappertutto, l’inquinamento, il cibo artificiale, i visi cupi delle persone che incontra, le loro malattie dovute al loro modo di vivere.
I figli di Mila portano il telespettatore a conoscere le loro giornate quotidiane vissute nel Pianeta Verde: durante i loro racconti non si può fare a meno di invidiarli, ci si emoziona per la naturalezza del loro vivere, si riflette su come è possibile avvicinarsi almeno un po’ al loro mondo.
Un film da rivedere spesso, per non rischiare di dimenticare le emozioni e i desideri che suscita e le riflessioni che fa emergere, un film da portare nelle scuole, da far vivere ai nostri ragazzi, un film da assaporare per ritornare alle origini di noi stessi.
Eccovi allora il film completo: buona visione!
Un dialogo tratto dal film:
-E questo che cos’è?
-Un rossetto per le labbra
-ah, per fare cosa?
-Serve per metterlo sulle labbra…
-Sulle labbra? Allora è una medicina!
-No, non è una medicina. E’ per essere più carine
-Ma guarda…
-per essere sexy!
-Sexy?
-Si, per piacere insomma…
-Ah! …a chi?
-Beh, a tutti
-Deve essere una cosa difficile…
-Per essere amate…
-Ah, ho capito! E’ una specie di medicina per essere amati da tutti. E’ così?
-Beh, no. Non è esattamente così …è …
-E se non se lo mette, nessuno la ama? è così?
-Si, si, ma…è difficile da spiegare…è…
-Cosa ho detto? Le ho fatto dispiacere?
-No, non è niente…solo che…
-E queste?
-Sono delle foto. Questo è Max, i miei genitori e i bambini…
-Ah si: sono le persone che lei ama!
-Si!
-E perché non hanno il rosso sulle labbra?