Avete presente quando ascoltate qualcuno raccontare la propria storia commovente e sapete di dover trattenere le lacrime ed essere la “parte” forte? O quando una persona a voi cara soffre o è felice e voi non riuscite a essere impassibili e fermi ma vi fate travolgere dalla sua emozione? O ancora quando i bambini, seppur voi cerchiate di mascherare e nascondere le vostre emozioni, si avvicinano, vi abbracciano e vanno via, comunicandovi in quel gesto una cosa come “ci sono, ho capito cosa provi e lo vivo con te”?
Ecco in tutte queste situazioni entra in gioco qualcosa di potentissimo e travolgente: l’empatia.
I bambini sono come i marinai: dovunque si posano i loro occhi, è l’immenso.
Christian Bobin
Riconoscere l’empatia
La definizione di empatia deriva dal greco en-pathos “sentire dentro”, conosciuta anche come la capacità di mettersi nei panni degli altri, è un’abilità insita in ognuno di noi, seppur spesso nel tempo non esercitata e “nascosta”. In psicologia l’empatia è la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui e viverlo immedesimandosi senza la necessità di parole o di comunicazione. Permette di entrare in sintonia con chi abbiamo accanto, di gioire o soffrire con lui, di cercare di capire cosa sta vivendo e mostrare la propria presenza e condivisione, anche quando le parole non vengono spontaneamente.
Essere empatici permette di percepire le emozioni altrui come fossero le proprie e viverle in modo profondo, riuscendo a cogliere le sfumature dell’esperienza emotiva altrui e mettersi in relazione.
I bambini in questo sono davvero dei maestri di vita. Riescono a entrare in sintonia profonda anche quando chi hanno di fronte cerca di mascherare. Nella mia esperienza lavorativa mi rendo sempre più conto come sia praticamente impossibile celare a un bambino il proprio stato d’animo, puoi provarci in mille modi, ma loro si accorgono e agiscono di conseguenza. Se sei nervoso loro saranno più nervosi o chiusi, se sei accogliente si apriranno, se sorridi sorridono, se sei “crucciato”, anche se cerchi di mascherarlo, loro faranno di tutto per tirarti su il morale.
“Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l’impressione migliore che speravi di dare.”
FRANCIS SCOTT KEY FITZGERALD
Perché essere empatici?
L’empatia è una prerogativa dell’esperienza emotiva dell’uomo ed elemento fondamentale dell’intelligenza e competenza emotiva.
Se siete persone molto sensibili o, meglio, molto empatiche vi sarete forse chieste perché siete così soggette a percepire e sentimenti e vissuti altri, fino al punto talvolta di desiderare di essere meno coinvolti. Sì, perché l’empatia vera travolge nel vissuto altrui e bisogna quindi essere ben equipaggiati per saper gestire la forte emozione, distinguerla dal proprio vissuto interno, riconoscerla e “utilizzarla” per entrare in contatto con l’altro.
Questo è infatti lo scopo primario: la possibilità di entrare in relazione con le altre persone attraverso l’ascolto empatico, comunicare a un livello differente da quello verbale o gestuale, più profondo e coinvolgente.
Possedere questa abilità e una buona comunicazione empatica è importante sempre: nelle amicizie, in famiglia, nelle relazioni di coppia, nel lavoro, nel rapporto educativo con i figli.
Essere empatici permette di comprendere l’altro a un livello maggiore e quindi cercare di comunicare il suo stesso linguaggio, entrare nella sua scia emotiva e insieme trovare un modo per gestirla al meglio. Essere insieme non solo fisicamente vicini ma anche emotivamente affini.
“Qual è la condizione essenziale del dialogo? È la capacità di porsi dal punto di vista dell’altro.”
PAOLO FLORES D’ARCAIS
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Come sviluppare l’empatia? Sentire con il cuore dell’altro
Seppur l’empatia sia caratteristiche dell’essenza umana richiede “pratica” e va sviluppata nel tempo. Essa è implicata nella competenza emotiva di una persona accanto al riconoscimento delle proprie emozioni, nonché abilità di espressione e gestione emotiva nel contesto in cui si agisce.
- Dai a te stesso la possibilità di ascoltare l’altro. L’empatia nasce dall’ascolto silenzioso dell’altro che non vuol dire solo il sentire e prestare attenzione a cosa di dice, ma anche ai suoi silenzi, ricchi di significato e di emozione. Impara ad ascoltare, accogliendo come un dono quello che l’altro condivide, impara ad aspettare i suoi tempi, non giudicare e non imporre il tuo punto di vista o modus operandi. Ascolta, stai, attendi, partecipa al suo sentire.
“Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.” WALT WHITMAN
- Riconosci le tue emozioni, imparando a viverle e dare loro valore, il giusto peso. Non celarle, non cercare di nasconderle o sminuirle, vivile con la giusta intensità, qualche volta lasciati travolgere da esse, poi piano piano comprendi come gestirle, impara a conoscerle e condividerle. La condivisione emotiva è sicuramente un passo importante per arrivare a comprendere ed entrare in sintonia con il vissuto altrui.
“Se guardi in cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore.” KHALIL GIBRAN
- Sii curioso verso gli altri. Guardare l’altro con attenta e discreta curiosità, è altro tassello fondamentale nello sviluppare empatia. La possibilità di comprendere come l’altro vive le proprie emozioni, confrontarlo con il proprio modo di viverle è infatti tesoro importate. Questo aiuta nel tempo a leggere i segnali altrui, a condividere un vissuto rispetto alle cose e quindi entrare in sintonia.
- Impara ad osservare i segnali, anche piccoli che siano. Gli altri comunicano anche quando non vogliono esprimere nulla, trasmettono anche quando sono fermi, vivono emozioni anche quando sembrano impassibili. Lasciati il tempo per imparare a percepire il vissuto altrui, per accrescere empatia e abilità di stare con l’altro nel suo vissuto. È sicuramente qualcosa di difficilissimo e a volte faticoso o troppo travolgente, ma è quello che rende i legami veri, accresce competenze anche professionali oltre che personali, genera passione e coinvolgimento.
Insomma, ritorniamo ad entrare in sintonia con l’altro con spontaneità senza paura e senza giudizio: impariamo dai bambini, esempio di empatia grandioso.
Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.
Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…
Il paese delle lacrime è così misterioso.
(Antoine de Saint-Exupéry)
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Milena Rota