Benessere

Non chiamiamola più menopausa: è la Quattordicesima Luna!

Di Redazione - 20 Dicembre 2022

La Menopausa è divenuta negli anni sinonimo di Malattia. Ciò che vogliamo fare oggi con questo articolo è invece ridare a questo importante momento naturale della donna tutto il suo valore più autentico e vero.

Per riuscire a compiere questo importante cambiamento interiore e sociale abbiamo voluto intervistare Tulsi Serena Baroni, Maestra di Reiki, Facilitatrice in Costellazioni Familiari, Dott.ssa in Scienze dell’Educazione, Diplomata DanzaMovimentoTerapia

Immagine by Jyoti Leila Sadelghovaad, concessa gentilmente da Tulsi Serena Baroni

1- A cosa si deve il termine “menopausa” e in che cosa consiste nel dettaglio?

La parola “menopausa” fu introdotta dal medico francese Charles Pierre Louis De Gardanne nel 1821, ma solo in seguito le sue cause sono state identificate con una carenza ormonale.

A partire dal XIX secolo, comunque, la menopausa comincia ad essere dichiarata un “problema medico” a tutti gli effetti e si cerca di definirne la “sindrome”. Infatti, se per le mestruazioni si parla di sindrome premestruale, per la menopausa si parla di sindrome post-menopausale. Questa presunta patologia è uno dei fenomeni più recenti tra quelli legati alla medicalizzazione del ciclo fisiologico femminile. Dalla seconda metà del XX secolo la medicalizzazione della menopausa è ormai la norma : fin dagli anni Settanta, la medicina guarda alla menopausa come a una “carenza”, una “deficienza ormonale” dovuta alla cessazione dell’attività endocrina delle ovaie; i disturbi ad essa correlati, di conseguenza, sono diventati i sintomi di una nuova malattia, qualcosa che deve essere “curato” ricorrendo alla terapia adeguata. 

La menopausa si manifesta quando l’organismo non produce più ovuli, estrogeni e progesterone e il ciclo mestruale si interrompe. Per definire il processo sono state individuate tre fasi: premenopausa, menopausa e post-menopausa. La premenopausa, o perimenopausa, ha inizio quando le alterazioni ormonali scatenano i segni della menopausa. La menopausa vera e propria viene clinicamente definita come 12 mesi consecutivi di assenza del ciclo mestruale. Dopo il verificarsi di questa condizione, intorno ai 51 anni di età, inizia la fase di post-menopausa

2- Questo periodo della donna viene vissuto nello stesso modo in tutti i Paesi del mondo?

La maggior parte degli studi ( solitamente di tipo medico-scientifico-farmacologico), sono riferiti alla popolazione femminile occidentale. All’inizio del mio studio ho sentito di volermi confrontare anche con donne che sono nate e/o vivono ad altre latitudini e ho contattato alcune amiche in giro per il mondo. Le loro esperienze e racconti mi hanno incuriosito perché mi presentavano un modo molto diverso di vivere la menopausa rispetto a ciò che conoscevo. Ho raccolto la documentazione antropologica e scientifica per supportare i loro racconti e di fatto in molte parti del mondo, questo periodo viene vissuto in modi inediti. Per esempio non in tutto il mondo ci sono gli stessi indici di osteoporosi oppure non si registrano gli stessi “sintomi” che vengono segnalati solitamente dalle donne occidentali. Il contesto, l’alimentazione, lo stile di vita, l’approccio medico e cultuale fanno come sempre la differenza.

Ad esempio nella nostra visione della menopausa prevale il riferimento agli aspetti strettamente biologici del corpo femminile: il nostro, tendenzialmente, è uno sguardo scientifico, che non permette un’interpretazione del fenomeno nella sua totalità. In altre culture prevale uno sguardo “olistico”, più attento al lato spirituale dell’esistenza – caratteristica ad esempio che accomuna molte culture orientali.

In mole culture si pensa che l’ingresso in questa fase della vita di una donna permette di mettere a frutto l’esperienza e le conoscenze che si sono acquisite nel corso della vita, e si riesce ad esprimerli in modo autentico, rinnovato da questa nuova fase della nostra evoluzione. Il processo dell’invecchiamento in realtà è un viaggio verso la completezza, in cui tutti gli aspetti del nostro essere, vengono coltivati ed equilibrati, raggiungendo un compendio armonioso.

Immagine by Nandini Elisa Bosticardo , concessa gentilmente da Tulsi Serena Baroni

3- Lei preferisce chiamare la menopausa “la quattordicesima luna”: ci può spiegare perchè?

Durante questo studio ho incontrato virtualmente una donna in cammino come molte di noi. Si chiama Eleanor J. Piazza, una studiosa del femminino e in particolare della menopausa. Anche lei cercava un termine che ponesse il focus sull’aspetto della rigenerazione e sull’iniziazione a un nuovo ciclo, piuttosto che sulla degenerazione.

Cita l’autrice: “Il nome “Donne della Quattordicesima Luna” venne da me mentre cercavo un nome onorifico per le donne in menopausa. Semplicemente, se ci sono tredici lune piene in un dato anno, una donna che non ha avuto un periodo per un anno inizierà una nuova fase nella sua vita sulla quattordicesima luna piena senza sanguinare. “Women of the Fourteenth Moon” nomina un’esperienza e racconta una fase della vita di una donna”.

L’autrice che ha coniato il termine “Quattordicesima Luna”, cercava appunto un termine onorifico per celebrare questo cambiamento.

Solitamente in un anno solare ci sono 13 cicli mestruali. Una donna si definisce in menopausa se dall’ultimo ciclo mestruale è trascorso un anno, ossia 13 lune piene. Si inizia quindi a considerare la Quattordicesima Luna come inizio di un nuovo ciclo con assenza di mestruazioni.

4- Avrebbe dei libri da consigliarci su questo importante momento femminile?

Alcuni testi che ho consultato:

-F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999

-G. Ranisio, Corpo femminile e medicalizzazione, Le parole dell’antropologia medica. Piccolo dizionario, Morlacchi 2012,

– Gimbutas, J. Campbell, The Language of the Goddess, Thames & Hudson 2001

5- Quali sono le caratteristiche della premenopausa e solitamente a che età inizia? Cosa consiglia alle donne che si stanno avvicinando a questo momento?

Le caratteristiche sono diverse e soggettive. Non è detto che ci siano “sintomi” che preferisco chiamare segnali del corpo. Pare che un 40% delle donne siano asintomatiche.

Il segnale più evidente, di solito è quello della irregolarità dei cicli mestruali e/o il flusso del sangue diminuisce ad ogni ciclo.

In questo periodo il corpo si prepara ad affrontare un cambiamento come lo è stato per il menarca e, se si è avuta, per la gravidanza. Anche in questo caso, il complesso e delicato sistema ormonale può manifestare cambiamenti a vari livelli. Tuttavia non siamo solo ormoni e l’approccio alla “Quattordicesima Luna”, prevede un cambiamento che può essere fisico ma anche emozionale, mentale spirituale.

Il contesto in cui si vive, l’accoglienza di questa nuova fase da parte delle persone che ci sono vicine, l’approccio alla vita in generale, il prendersi cura di sé, l’ascoltarsi sono parti fondamentali.

Alle donne che affrontano tutto questo, mi sento di consigliare di evitare di viversi questa esperienza in solitudine ma di parlare, confrontarsi, sperimentare. Ogni cambiamento presuppone un nuovo equilibrio e la ricerca del nuovo equilibrio comporta il tempo necessario, senza violenza, paura, ansia. Comporta lasciare andare vecchi schemi e far posto a nuove cose che non sono per forza negative. Anzi tutt’altro. Accogliersi in quella fase di liminalità fra ciò che non riconosciamo più e ciò che sta arrivando. E’ permettersi di scoprire nuove parti di noi. Quando accogliamo il nostro corpo e le sue reazioni tutto si normalizza. Il nostro corpo sa cosa fare. Sa dove portarci. Sa come trovare il suo nuovo equilibrio. Se lo accogliamo, se ci rilassiamo, se ci ammorbidiamo il benessere ritorna.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, per esempio, la fase della vita di una donna successiva all’interruzione del flusso dell’Acqua Celeste, viene chiamato “Seconda Primavera” a simboleggiare l’energia e le opportunità ritrovate. La Seconda Primavera viene spiegata come una transizione che dona rinvigorimento in quanto l’interruzione del flusso di sangue mensile , associato alla forza Yin , alla cura verso gli a altri , lascia il posto alla forza Yang, il prendersi cura di sé.

Immagine by Jyoti Leila Sadelghovaad, concessa gentilmente da Tulsi Serena Baroni

7- Lei lavora con le donne in menopausa: quali sono i percorsi che affronta con loro? Vuole raccontarci un fatto particolare avvenuto durante il suo lavoro o una testimonianza che le è rimasta nel cuore?

Lavoro sia in gruppo nei seminari di due giorni sia in percorsi individuali.

L’approccio è quello olistico che tenta di comprendere tutte le parti che sono coinvolte nel periodo di transizione, prima e dopo. Condivido la mia esperienza, lo studio, le informazioni che ho tutto ciò che sperimento e chi offre giovamento. L’intento è quello di prendere contatto con il proprio potere femminile che a questa età si manifesta in modo più sottile che può sostenere cambiamenti importanti. Incontro molte donne che si permettono di contattare la propria unica bellezza, che riscoprono talenti e che iniziano a creare nuove possibilità. La forza creatrice in un donna non si esaurisce certo con il termine biologico della procreazione ma continua declinato in tantissime altre possibilità.

Una delle meravigliose donne della Quattordicesima Luna con cui ho lavorato, arrivava da un’esperienza di femminile nascosto, vergognoso che nel corso della sua vita aveva appreso a imitare gli uomini e a lasciare relegato in uno spazio ristretto il suo femminile. In particolare in alcuni ambienti lavorativi e culturali sappiamo quanto tutt’oggi la donna conti molto meno di un uomo e tante donne si identificano con queste caratteristiche. Questa donna, dopo un lavoro con la danza che avevo proposto ha condiviso il suo sogno di lavorare con le donne per le donne in un progetto essenzialmente fondato sulla capacità creativa. Dopo qualche tempo ha lasciato il suo lavoro di impiegata statale e ha intrapreso il suo sogno, ha fondato un’associazione e ha dato vita al suo progetto. Trasformazione, successo inteso come felicità nel fare qualcosa che veramente rispondeva al suo sentire. Vita trasformata e rinnovata. Non tutte le donne trasformano in modo così radicale la propria vita, ognuna declina a suo modo la trasformazione ma la cosa importante è che ognuna ha la possibilità di cogliere le potenzialità impensate a cui può portare la consapevolezza del proprio valore.

Nei seminari che propongo, porto moltissime delle esperienze e studi coltivati negli anni della mia continua formazione: Costellazioni Familiari e Sistemiche, Danzamovimentoterapia, Astrologia, Rituali del femminile, cura con le erbe e molto altro.

9- In questo momento particolare della donna quanto è importante, secondo lei, coinvolgere il compagno o, in generale, il maschile?

Si assolutamente. Per le donne che sono affiancate da un compagno o da una compagna è fondamentale il coinvolgimento per camminare insieme. Alla Città della Luce da molti anni stiamo lavorando sul Femminile e Maschile Sacro. Questo percorso comporta lavorare a fondo sui condizionamenti familiari, sociali, culturali, religiosi che ognuno di noi ha ricevuto su cosa è un Uomo e su cosa è una Donna. Liberare il nostro campo di esperienze dagli “irretimenti familiari e sociali” permette ad ognuno di noi di integrare l’altro, rispettarci, sostenerci a vicenda e procedere insieme. Insieme ha un valore profondissimo. L’incontro con l’altro diverso da noi ha il potere di farci riconoscere il maschile e il femminile di cui siamo tutti, uomini e donne, portatrici e portatori. Accoglierci reciprocamente nelle proprie caratteristiche e sensibilità con rispetto e voglia di scoperta, permette un’evoluzione che non è solo singola ma collettiva.

10- Simbolicamente cosa può rappresentare la menopausa per una donna?

Una straordinaria possibilità di evoluzione.





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