Accade che un matrimonio non funzioni, finisca, si interrompa molto prima del “finché morte non ci separi”. La delusione e il senso di fallimento possono essere soverchianti e impedire di far tesoro di un’esperienza che, per quanto dolorosa, può e dovrebbe sempre rappresentare un’irrinunciabile occasione di crescita.
I secondi matrimoni possono essere, a volte, proprio il risultato di un percorso di questo tipo.
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Secondi matrimoni: utopie o fughe in avanti?
I secondi matrimoni possono essere una chimera per alcuni o un’assoluta urgenza per altri. C’è chi, deluso e amareggiato per il tramonto di un amore che si era pensato per durare una vita, perde fiducia e speranza e vive serie resistenze a intraprendere nuovamente una relazione stabile e duratura.
Altri possono reagire nell’esatto contrario, non riescono a tollerare il senso di solitudine, fallimento e vuoto lasciato dalla chiusura del primo matrimonio. E si ritrovano, spesso nel giro di breve tempo, nuovamente implicati con un partner con cui poi convolano a nuove nozze. Non è affatto detto però, che in questi secondi matrimoni “lampo”, i problemi che hanno contrassegnato il primo matrimonio non si ripresentino…
Fra rimanere fermi e rinunciare o fuggire in avanti con la fretta di ricostruire c’è una terza via: mettersi in discussione e provare a capire…
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Quello che ha funzionato
Al di là di colpe e accuse reciproche, un matrimonio, come ogni legame stabile di coppia, rappresenta un equilibrio dinamico fra due partner. Non di rado si tratta di un equilibrio vantaggioso che permette ad entrambi, col sostegno dell’altro/a, di crescere e migliorarsi. Forse più in anni passati che oggi, il matrimonio è stato per alcuni l’unica via per emanciparsi dalla famiglia. Per altri può essere un contesto affettivo dove sentirsi finalmente amati e incoraggiati a seguire le proprie passioni e ambizioni. Per altri ancora la via di una crescita psicologica che porta uno o entrambi i partner ad accedere ad un desiderio di generatività e genitorialità. Quel che spesso si perde di vista, quando un matrimonio finisce, è tutto quello che fino a quel momento ha funzionato.
“Mi hai dato tanti bei doni, mi hai donato nuove visioni della vita, hai aperto finestre nuove che non avrei mai scoperto da solo. Adesso è arrivato il momento di separarci, le nostre strade si dividono”. Non con rabbia, non con risentimento, senza lamentele e con infinita gratitudine, con grande amore, con il cuore colmo di riconoscenza. Se sai come amare, saprai come separarti.
(Osho)
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I secondi matrimoni devono far tesoro della crisi precedente
Non di rado nelle prime fasi o per un certo numero di anni quell’unione ha avuto degli aspetti funzionali che hanno consentito a uno o entrambi i partner di crescere, evolvere in qualche aspetto, cambiare… Può accadere che cambiando reciprocamente trovino le risorse per negoziare nuovi equilibri per rimanere insieme. Altre volte questo non è possibile e proprio quei cambiamenti portano alla fine del rapporto amoroso. Ma in un modo o nell’altro, quel rapporto può essere stato funzionale ad aiutarci a evolvere, comprendere meglio noi stessi o il tipo di persona che vogliamo accanto. Ha portato con sé probabilmente anche la caduta di molte illusioni, forse abbiamo usato l’altro per compensare le nostre mancanze e può darsi che alla fine questo non abbia consentito al sentimento di sopravvivere. I secondi matrimoni dovrebbero far tesoro di tutto questo.
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I secondi matrimoni: ripartire da nuove premesse
Quali che siano le circostanze, la fine di un matrimonio è un momento di crisi, è un’occasione irrinunciabile per mettersi in discussione, per interrogarsi su cosa abbia e non abbia funzionato nel modo in cui ci si pone nelle relazioni amorose. Se si riesce ad andare oltre il senso di fallimento e rimpianto, la rabbia e il risentimento, si ha la possibilità di comprendere ancora più profondamente sé stessi. È una buona idea, per molte persone, intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarle a illuminare quei “punti ciechi” che le hanno fatte naufragare in una relazione amorosa che immaginavano duratura nel tempo.
Se diventa occasione per crescere e conoscere meglio sé stessi, un divorzio può rappresentare anche l’occasione da cui ripartire per instaurare rapporti di coppia su nuove e più soddisfacenti premesse.
In questi casi i secondi matrimoni non saranno né una sorta di cerotto d’emergenza, né una fuga in una ritrovata quanto mortifera normalità conformistica (chi l’ha detto che si è più felici se si è sposati? Dipende “come” …). Saranno invece l’esito di un percorso di dolore e rinascita e un nuovo inizio di una vita affettiva più piena e consapevole.