La benedizione è una formula invocativa rituale, recitata per lo più da un sacerdote o da una figura autorevole ma dimentichiamo spesso che in realtà non serve essere investito di un potere speciale per invocare la grazia e la protezione per una persona. Ognuno di noi può farlo. Dopotutto, invocare il bene per qualcuno è un atto sacro che si basa sul provare amore e compassione per cui possiamo lasciarci guidare dal nostro cuore e trovare le parole che risuonano dentro di noi oppure recitare alcuni inni o preghiere che ci toccano nel profondo, come l’ antica benedizione che oggi vorrei proporti.
Perché è importante imparare a benedirsi
Quando si parla di benedizione, pensiamo subito all’atto di benedire ciò che è esterno a noi: le persone che ci sono care, quelli che se ne sono andati, oppure le persone che non conosciamo ma che sono nel bisogno. È spesso più facile rivolgere a loro un pensiero gentile e compassionevole; ma in mezzo a questa folla, ci ritroviamo spesso a dimenticarci di noi oppure a non riuscire a dire del bene di noi stessi.
Ad alcuni, l’idea di benedirsi potrebbe sembrare un atto egoico, narcisistico, per altri il motivo di questa dissonanza percepita nel pensare di benedirsi potrebbe indicare un disagio nell’amarsi, nel provare sentimenti di gentilezza, compassione ed accoglienza nei propri confronti, una difficoltà nel volgere nei propri riguardi un pensiero privo di giudizi. Nel frattempo, rivolgersi delle parole pesanti potrebbe purtroppo fare parte della quotidianità senza destare sgomento o perplessità.
Se ci riconosciamo in questa situazione, potrebbe essere utile chiedersi la ragione del provare più difficoltà a rivolgersi pensieri gentili che offese. Oltretutto, questo dire del male di se stessi è agli antipodi della benedizione: se il termine benedire deriva dalla formula latina composta da bene e dicĕre, ovvero “dire bene”, l’etimologia del termine maledizione risulta assai intuitivo.
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Imparare a benedirsi potrebbe quindi essere un modo per riequilibrare la propria percezione di sé. Detto questo, esistono diverse tipologie di benedizioni che è possibile rivolgere a se stessi: le benedizioni personali o individuali, e le benedizioni genealogiche, che possono includere gli antenati e i discendenti per aiutarci a liberarci dai condizionamenti e dalle aspettative dell’albero genealogico.
La benedizione nahuatl che scioglie i nodi del passato
La benedizione nahuatl che leggerai tra un istante fu scritta nella lingua uto-azteca dell’antico Messico e ritrovata nel tempio della dea Ixchel sull’Isla Mujeres (una piccola isola situata nel Mar dei Caraibi). Ixchel era una divinità maya onorata come la “Signore dell’Arcobaleno”, la dea della fertilità, dell’ostetricia, della medicina, della terra e della pioggia. Il suo tempio fu per molto tempo un luogo di pellegrinaggio per le donne della cultura maya, e poi azteca, che pregavano la dea per assicurarsi una gravidanza e un parto sereno; ma la sua ricca iconografia ne fece oltre che una grande Dea Madre anche una divinità guardiana delle anime defunte, posizionandola nel misterioso crocevia che vede unirsi la vita e la morte, lì dove si connettono gli antenati coi loro discendenti.
Probabilmente in virtù di queste sue funzioni, le venne dedicata questo inno che rappresenta una benedizione del lignaggio famigliare, vocata alla liberazione dagli irrisolti e dai pesi emotivi.
Recitare questa benedizione nahuatl con un intento autentico che parte dal cuore aiuta a liberare se stessi dalle aspettative, dalle credenze limitanti del passato uscendo dalla dinamica di giudizio ma riconoscendoli semplicemente per ciò che sono; permette di affermare il potere di decidere del percorso della propria vita senza la falsa convinzione di dover rispettare i dettami imposti dal passato o di essere incaricati della responsabilità della felicità altrui; aiuta ad affermare la propria Essenza, a riconoscerla ed onorarla, a ispirarsi ai segreti degli sciamani e attingere alla grande saggezza di questi uomini e donne di conoscenza attraverso questa pratica meravigliosa.
In questo modo, la benedizione che rivolgiamo a noi stessi si espande attraverso il tempo e lo spazio a tutte le nostre relazioni portando ad un profondo sentimento di liberazione.
La benedizione nahuatl dedicata alla dea Ixchel
Recitare questa potente benedizione nahuatl può aiutare a provare un maggiore senso di serenità e libertà emotiva.
“Ho liberato i miei genitori dalla sensazione di avere fallito con me.
Ho liberato i miei figli dal bisogno di portare orgoglio per me; che possano scrivere e percorrere le loro proprie vie secondo i loro cuori, che sussurrano tutto il tempo alle loro orecchie.
Ho liberato il mio uomo dall’obbligo di completarlo, di completarmi. Non mi manca niente, imparo per tutto il tempo, insieme a tutti gli esseri. Mi piacciano o non mi piacciano.
Ringrazio i miei nonni e antenati che si sono riuniti affinché oggi io respiri la Vita.
Li libero dai fallimenti del passato e dai desideri che non hanno portato a compimento, consapevole che hanno fatto del loro meglio per risolvere le loro situazioni all’interno della coscienza di quell’istante. Li onoro, li amo e li riconosco innocenti.
Io mi denudo davanti a tutti gli occhi, che sanno che non nascondo né devo nulla oltre ad essere fedele a me stessa e alla mia stessa esistenza, e che camminando con la saggezza del cuore, sono consapevole che il mio unico dovere è perseguire il mio progetto di vita, libera da legami familiari invisibili e visibili che possono turbare la mia pace e felicità. Queste sono le mie uniche responsabilità.
Rinuncio al ruolo di Salvatrice, di essere colei che unisce o soddisfa le aspettative degli altri.
Imparando attraverso, e soltanto attraverso l’amore, benedico la mia essenza e il mio modo di esprimerla, anche se qualcuno potrebbe non capirmi.
Capisco me stessa, perché solo io ho vissuto e sperimentato la mia storia; perché mi conosco, so chi sono, quello che sento, quello che faccio e perché lo faccio.
Mi rispetto e approvo. Io onoro la divinità in me e in te… siamo liberi.”
Fonti: • Ixchel – Ixchebelyax – Ixhunie – Ixhunieta, Dea dei curanderos • L’Isola delle Donne e l’Antica Benedizione della Dea Maya Ixchel
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
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