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Lev Tolstoj: chi era e cosa ci insegna la sua vita

Di Sandra Saporito - 26 Gennaio 2022

È difficile scrivere di un gigante della letteratura come Lev Tolstoj: i suoi romanzi, i suoi saggi, le sue idee sulla politica e sulla religione ebbero una risonanza tale nel mondo da continuare, a distanza di più di un secolo dalla sua morte, a riempire ancora oggi le pagine dei libri. Fu uno scrittore superlativo: le opere narrative, come Guerra e pace, Anna Karenina, Resurrezione,… sono da tempo delle pietre miliari dell’arte letteraria che continuano a catapultare il lettore in una dimensione dove il personale si fonde col collettivo, portando a riflessioni di una rara profondità.

Chi era Lev Tolstoj?

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Lev Nikolàevič Tolstoj nacque il 9 settembre 1828 nella tenuta di Jasnaja Poljana, tempio della famiglia dello scrittore, tra le campagne russe, dove trascorse buona parte della sua vita. Figlio di un’antica famiglia della nobiltà, perse entrambi i genitori in giovane età e crebbe presso alcune sue zie. Studiò filosofia, poi giurisprudenza ma non riuscì a laurearsi e provvide alla sua istruzione da autodidatta. Trascorse poi gli anni della gioventù tra feste e scommesse fino a quando prese le armi e combatté nella guerra di Crimea. La biografia di Tolstoj è complessa, segnata da fasi a volte così contraddittorie da sembrare appartenenti a uomini diversi. Tolstoj stesso illustrò con grande lucidità ed onesta le sue “epoche” ne I Giganti (Mondadori, marzo 1970, p.5):

“…quel primo tempo poetico, meraviglioso, innocente, radioso dell’infanzia fino ai quattordici anni. Poi quei venti anni orribili di grossolana depravazione al servizio dell’orgoglio, della vanità e soprattutto del vizio. Il terzo periodo, di diciotto anni, va dal matrimonio fino alla mia rinascita spirituale: il mondo potrebbe anche qualificarlo come morale, perché in quei diciotto anni ho condotto una vita familiare onesta e regolata, senza cedere a nessuno dei vizi che l’opinione pubblica condanna. Tutti i miei interessi però erano limitati alle preoccupazioni egoistiche per la mia famiglia, il benessere, il successo letterario e tutte le soddisfazioni personali. Infine il quarto periodo è quello che sto vivendo adesso, dopo la mia rigenerazione morale.

Il 23 settembre 1862 sposò, dopo una settimana di fidanzamento, Sof’ja Andrèevna (chiamata Sonja”)”, dalla quale ebbe 13 figli. Sof’ja Andrèevna fu una donna di fondamentale importanza per la carriera del marito, oltre che per la famiglia: per molti anni ricopiò minuziosamente i suoi scritti , lo aiutò a proseguire le trame dei suoi romanzi ed amministrò i suoi averi. Ebbero purtroppo un matrimonio infelice, costellato di sofferenze e dispute che divisero la famiglia in due: le figlie presero il partito del padre, i figli, quello della madre.

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Tolstoj morì il 20 novembre 1910 ad Astapovo, rifiutando fino all’ultimo di vedere sua moglie, dopo l’ennesimo diverbio. Poco prima di spirare, mormorò a sua figlia Aleksandra queste parole:

“Dio è quell’infinito Tutto, di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L’uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell’uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L’unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l’amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l’amore, tanto più l’uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente.”

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Lev Tolstoj: pensare l’uomo per liberare l’anima

Tolstoj non fu soltanto uno scrittore mondialmente riconosciuto ma anche un filosofo, pedagoga, attivista, teologo, storico, e nei suoi ultimi anni guida spirituale; ciò che forse caratterizzò questa figura così poliedrica fu la sua straordinaria sensibilità che gli permise di ritrarre i turbamenti dell’animo umano e il mondo nascosto, dimenticato nell’ombra, delle persone umili.

Il suo pensiero fu segnato dalla ricerca della verità, sia attraverso la morale, l’etica, la metafisica, il miglioramento di sé, che la nonviolenza. Furono infatti i suoi libri, tra cui Il Regno di Dio è dentro di voi, ad ispirare il Mahatma Gandhi, che dedicò allo scrittore, col quale ebbe una buona corrispondenza episcopale, il suo primo ashram: la Fattoria Tolstoj.

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Tolstoj fu per molti anni tormentato dalle ingiustizie sociali, soprattutto verso la classe contadina russa che versava in condizioni precarie, ma anche verso la crudeltà verso gli animali, e gli abusi di potere in generale, e non mancò di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito. Fu un grande attivista sociale che cercò di veicolare le sue idee sulla nonviolenza, il vegetarismo, la sobrietà, attraverso iniziative spesso controverse per l’epoca, come l’istituzione della sua scuola a Jasnaja Poljana.

La scuola tolstoiana: una nuova pedagogia per dare ai piccoli una possibilità

Nel 1859, Lev Tolstoj istituì nella sua tenuta di Jasnaja Poljana una scuola rivoluzionaria per l’epoca, che permise ai bambini di aver accesso all’istruzione e sperimentare un nuovo metodo d’insegnamento più rispettoso nei loro confronti: senza violenza e nel rispetto della loro naturale curiosità e dei loro tempi.

Tolstoj, già di fama mondiale, non si risparmiò per dare ai piccoli una possibilità e non lesinò nei viaggi all’estero per far pervenire nuove metodologie pedagogiche all’avanguardia e strumenti atti a stimolare la mente dei suoi piccoli alunni, che ebbero a disposizione anche dei microscopi, decisione decisamente all’avanguardia per l’epoca! I bambini poterono studiare il moto dei corpi celesti, la fisica, la chimica, la matematica, la geografia e la letteratura. Purtroppo, la scuola richiedeva tempo e nella stagione estiva male si conciliava con il lavoro nei campi. Il modello pedagogico di Tolstoj non fu riconosciuto in patria, contrariamente al Giappone che conta ancora oggi diversi istituti che seguono questo modello.

Uno scrittore-filosofo che dedicò la sua vita alla ricerca della verità

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Durante la sua vita Lev Tolstoj fu acclamato e censurato, condannò pesantemente il potere civile ed ecclesiastico anche se ciò lo portò alla scomunica dalla Chiesa ortodossa russa nel 1901. Dopo la sua morte, i suoi manoscritti furono distrutti dalla censura zarista. Fu per molti un uomo stravagante e ancora oggi, in Russia, le opinioni sono talvolta ancora divise sul suo conto.

Gli va riconosciuto di aver cercato di restare fedele fino alla fine dei suoi giorni al suo ideale filantropico, etico e morale. Scrisse su un albero un testamento segreto (in presenza di testimoni per validarlo) in cui lasciava la sua ricchezza, compresa dei diritti d’autore delle sue opere e di circa 10 milioni di rubli in oro, all’umanità. Cercò di comprendere la sconcertante complessità dell’essere umano ma soprattutto s’impegnò nel mondo. Fu un pensatore-attivista che lasciò un segno, un’impronta indelebile nella quale molti grandi pensatori camminano ancora oggi.

Tolstoj trascorse la sua travagliata vita a cercare di vedere al di là delle apparenze e del pensiero comune, a proporre una via di evoluzione per l’uomo, mettendo il dito sugli aspetti oscuri, vili, di pura e semplice vanità del potere, agendo concretamente al miglioramento delle condizioni di vita delle persone che versavano in condizioni svantaggiate, offrendo riflessioni ed alternative ad un modo di agire necrotizzato, inutile, irrispettoso verso i diritti naturali delle persone e degli animali. Non fu certo un uomo perfetto ma ebbe il merito di cercare di essere un uomo migliore. Ed è forse questo esempio di ostinata ricerca di miglioramento verso di sé e la collettività, ad essere il suo lascito più grande.

“Come una candela accende un’altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore accende un altro e così si accendono migliaia di cuori.”
(Lev Tolstoj)

Fonti:

Lev Tolstoj: la sua biografia
Il pensiero di Lev Tolstoj
La via da seguire secondo Lev Tolstoj
Lev Tolstoj, l’amante della natura

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali





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