Ci emozioniamo col corpo prima che con la mente, diverse regioni corporee e diverse sensazioni somatiche risuonano con i nostri stati d’animo in modi simili tra una persona e l’altra a prescindere da differenze culturali o di genere. Alcuni ricercatori hanno documentato l’esistenza di una vera e propria mappa corporea delle emozioni, conosciamola meglio!
“Ho immaginato un’emozione nuova, come faccio a descrivertela? Dammi la pelle del tuo corpo che te la disegno con le dita.”
(Fabrizio Caramagna)
Una mappa “universale” delle emozioni
Pensate a cosa accade nel vostro corpo quando vi sentite in ansia per una prova che dovete sostenere: forse vi sudano le mani e lo stomaco si contrae dandovi quella sgradevole sensazione di “mal di pancia”. Oppure pensate a come, questo stesso mal di pancia, possa accompagnarsi a sensazioni piacevoli quando siete innamorati o eccitati per qualcosa che vi provoca felicità… E quando invece provate una forte paura? Forse allora il vostro respiro diventa affannoso e il cuore inizia a battervi all’impazzata.
E quando invece accade di sentirsi tristi o un po’ depressi? Probabilmente noterete che il vostro corpo invece di iperattivarsi, rallenterà di molto le sue funzioni. Quando siamo tristi infatti ci sentiamo anche meno attivi fisicamente e mentalmente.
Alcune reazioni somatiche sono soggette a differenze culturali e individuali, altre invece sono trasversali e si assomigliano tra le varie persone.
Questo concetto è stato confermato da uno studio condotto dallo psicologo Lauri Nummenmaa e dal suo gruppo di ricerca su un campione di circa 700 soggetti originari di Taiwan, Finlandia e Svezia. Quel che veniva loro richiesto era di specificare, su una sagoma umana, in che parti del corpo percepissero alcune emozioni in loro suscitate attraverso la visione di filmati o di immagini di espressioni facciali.
Dove risiedono nel nostro corpo gioia, tristezza e rabbia
Quel che è emerso è che alcune emozioni umane hanno un effetto “attivante” o “disattivante” generalizzato un po’ in tutto il corpo, mentre altre sembrano provocare sensazioni circoscritte a distretti somatici più specifici.
Emozioni come gioia e amore o tristezza e depressione provocherebbero rispettivamente sensazioni corporee di attivazione o inibizione in maniera piuttosto uniforme.
Qualcosa di abbastanza diverso accadrebbe invece per la rabbia o la vergogna. La rabbia è un’emozione primaria che induce un forte impulso a reagire. Non sorprende dunque, che nella maggior parte delle persone essa coinvolga l’attivazione di testa, braccia e torace. Avete presente il vecchio detto “avere il sangue alla testa?” Ecco, non è solo un modo di dire!
Anche l’attivazione degli arti e del sistema cardiovascolare hanno una motivazione evolutiva: quando siamo arrabbiati e percepiamo una minaccia il nostro corpo ci rende pronti ad attivarci con immediatezza! Chi di noi non ha mai provato la voglia di dare un cazzotto o un ceffone a qualcuno che lo aveva fatto fortemente innervosire? Fortunatamente la maggior parte di noi si limita a contemplare questa reazione nella fantasia e mette in atto comportamenti più dialoganti…!
Leggi anche —> La rabbia è un’energia antica di cui bisogna avere cura
Dove risiede nel nostro corpo la vergogna
Anche la vergogna sembrerebbe provocare sensazioni fisiche piuttosto specifiche attivando testa e addome e inibendo la reattività di braccia e gambe. Le sensazioni di vergogna e imbarazzo sono vissute come fonte di estremo pericolo per la nostra psiche: quando ci sentiamo in questo modo abbiamo la sgradevole sensazione di risultare agli occhi degli altri delle persone non più tanto buone e la reazione più immediata è quella di nasconderci pena il provare sgradevoli sensazioni di ansia che possono arrivare al panico con tutto l’aumento dell’arousal che ne consegue (aumento del battito cardiaco, aumento della sudorazione, rossore del volto ecc.). È una dinamica che conoscono purtroppo molto spesso coloro, che ad esempio, soffrono di un’intensa ansia sociale, di eritrofobia e di paura di parlare in pubblico.
“L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.”
(Khalil Gibran)
Leggi anche —> Prenditi cura delle tue emozioni dolorose
Il corpo si emoziona e ci parla
I risultati di questo studio ci confermano quanto sia fondamentale il legame tra mente e corpo e quanto il nostro corpo si “emozioni” in modi specifici e puntuali. Le emozioni infatti altro non sono che reazioni psico-fisiologiche che esprimono un nostro modo di reagire al mondo sia attraverso segnali somatici, sia attraverso schemi comportamentali e cognitivo-motivazionali. Saper decodificare la natura delle emozioni mentre le proviamo ci aiuta a gestirle e ad utilizzarle per orientare il nostro pensiero e il nostro comportamento.
A volte potremmo lasciarci confondere interpretando erroneamente i nostri segnali fisici come malesseri somatici invece che correlati di sentimenti e stati d’animo interiori. In alcune persone prendere consapevolezza degli stati emotivi può essere particolarmente difficile, specie in situazioni di elevato stress. Ad esempio potrebbero trovarsi a vivere un lutto con apparente indifferenza, senza sentirsi emotivamente coinvolte sul piano psichico (provando magari anche sensi di colpa per questa mancata capacità di manifestare le emozioni), ma sperimentare magari tutta una serie di piccoli e grandi malesseri riferiti al corpo. In questi casi il piano somatico diventa l’unico canale attraverso il quale si possono esprimere stati emozionali che la psiche non riesce a decodificare e a verbalizzare.
Leggi anche —> Come liberarti dalle emozioni represse trattenute troppo a lungo
Decodificare la mappa corporea delle emozioni
Per imparare a decodificare i segnali emotivi del corpo può essere molto utile iniziare dalle situazioni più “semplici”, quelle in cui non si manifesta un’attivazione emotiva travolgente. In questi casi sarà relativamente più facile connettere lo stato d’animo del momento con le aree corporee da esso interessate. In altre parole, potrete iniziare a fare quello che i ricercatori hanno chiesto ai soggetti reclutati per la loro indagine: monitorare le diverse emozioni e prestare attenzione a come risuonano anche nel vostro corpo.
Questo potrà darvi l’opportunità di approfondire la conoscenza delle vostre emozioni e del relativo linguaggio del corpo senza interpretarli come fonte di preoccupazione o di ulteriore ansia. Anche il corpo ci parla e può rivelarci qualcosa sui nostri stati mentali.
“Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.”
(Vincent Van Gogh)
Cristina Rubano