Nel Medioevo, molto prima dell’invenzione della stampa, fu particolarmente fiorente l’arte di cosiddetti monaci amanuensi, coloro che per professione ricopiavano testi e manoscritti per i libri. La loro grafia era particolarmente curata, sono note e tutti le immagini delle prime pagine dei loro testi dove spicca la prima lettera in maiuscolo, visivamente più grande e colorata di tutte le altre, che andava a costituire, in incipit del testo, una vera e propria forma d’arte.
Mai avremmo pensato che qualcosa di così “desueto” potesse tornare in auge, sotto altra veste, nei nostri tempi postmoderni fatti di byte, click, messaggi vocali, emoticons e caratteri digitali. O, forse, proprio perché un’attività teoricamente così naturale e ordinaria, la scrittura a mano è diventata una rarità e questo l’ha resa “speciale” e come tale una possibile forma d’arte. Se quotidianamente ci affidiamo alla tecnologia immediata e spersonalizzante per veicolare testi e messaggi, possiamo recuperare l’amore per la scrittura a mano nel tempo libero…
Da questo nasce il lettering, un’arte di scrivere bene che ha molto in comune con la calligrafia ma ancora di più con le creazioni “pittoriche” degli amanuensi: scrivere, anzi dipingere, le lettere dell’alfabeto può diventare una vera e propria forma d’arte…
“Nella calligrafia si specchia il mio pensiero. Anzi: la calligrafia è il mio pensiero. È sempre stato così e sempre lo sarà. Quando vedo sotto i miei occhi, nell’istante stesso in cui li concepisco, disporsi sulla paginetta bianca, anch’essa sempre uguale da decenni, i caratteri, ossia, sillabe, parole, righe di parole (più o meno, a seconda dei casi, compatte o diradate, incerte o sicure), segmenti di frasi, periodi, e persino cancellature, ripensamenti, rinvii, e difficoltà di comprensione da parte mia alla rilettura (che però servono anch’esse a pensare più a lungo, cioè meglio), riconosco in quella trama mobile ed estremamente creativa l’orma intellettuale ma anche animale del mio cervello, e da quei riflessi lascio che il mio cervello sia a sua volta influenzato. E i tempi, dove li mettiamo i tempi? I tempi della scrittura a mano sono, naturalmente, quelli del pensiero. Ora, i tempi del pensiero sono lenti, anzi più sono lenti meglio è. La scrittura a mano li rispetta, anzi ne costituisce, ne rappresenta il prodotto. La scrittura informatica, anche quando non lo si voglia, li forza oltre misura, anticipa in un certo senso quel che si pensa e, anticipandolo, lo determina.”
(Francesca Biasetton, Elogio della scrittura a mano, Laterza)
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Calligrafia e lettering: le differenze
Il lettering è qualcosa in più del migliorare la calligrafia. Non si tratta semplicemente di codificare le lettere delle parole adeguandosi con precisione a determinati parametri. Si tratta piuttosto di utilizzare lettere a parole come spunti per realizzare vere e proprie forme d’arte in modo che quanto si vada scrivendo risulti visivamente, nel suo complesso, piacevole dal punto di vista estetico. Non si dipingono solo le immagini ma, a quanto pare, anche le lettere, un po’ in assonanza con quanto facevano, secondo il gusto della propria epoca, i nostri amanuensi in incipit dei propri testi…
Si tratta quindi di una forma di disegno artistico volto a realizzare immagini armoniose mediante la raffigurazione delle lettere dell’alfabeto e/o di parole o frasi. Un vero e proprio hobby al quale ci si può dedicare con tutti i crismi acquistando materiali e libri ad hoc. Un’attività che può avere anche importanti benefici per la mente, vediamo perché…
“Se ti riuscisse di scrivere senza una cancellatura, senza un ritorno, senza un ritocco – ci prenderesti ancora gusto? Il bello è forbirti e prepararti in tutta calma a essere un cristallo.”
(Cesare Pavese)
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Psicologia della scrittura: scrivere come terapia
Il lettering come attività creativa non va confuso con la grafologia, lo studio della grafia spontanea a partire dal quale dedurre alcuni elementi per capire carattere di una persona o un suo particolare momento esistenziale.
Nel lettering disegnare la scrittura diventa arte, non ci si affida al tratto spontaneo, ma ad uno studio e ad un allenamento mediante i quali poter accedere ad un processo creativo.
Uno dei primi benefici dal punto di vista psicologico è quello di stimolare la persona a scrivere a mano: probabilmente se vi inizierete a dedicare a questa attività vi verrà spontaneo utilizzare più spesso carta e penna anche per appunti del tutto ordinari. Riscoprire questa dimensione è importante perché aiuta il pensiero, consente di scrivere rielaborando cognitivamente i concetti e facendoli propri in una forma che non ha eguali nella scrittura digitale (gli studenti prendano nota…).
Inoltre, il lettering stimola la coordinazione occhio-mano e l’esercizio della motricità fine allenando le dita a compiere movimenti precisi e sofisticati.
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Lettering e creatività
Il lettering può essere una preziosa occasione per concedersi del sano relax, riposare la mente e accedere ad uno stato di concentrazione rilassata che aiuta a “staccare la spina” e distogliersi da pensieri e preoccupazioni quotidiane.
Si tratta infatti di un’attività che richiede sia una forte manualità che un’importante componente cognitiva, stimolando sia il pensiero creativo che le facoltà più razionali della nostra mente. Lasciarsi ispirare mentre si lavora di precisione con estrema attenzione al dettaglio può fare del lettering quasi una forma di meditazione postmoderna allenando la mente a mantenere l’attenzione focalizzata per lungo tempo e a vivere quindi esclusivamente quel momento presente in cui c’è solo il foglio e l’inchiostro.
Può darsi vi servirà un po’ di allenamento per passare dal multitasking dei click multimediali al tempo rallentato del disegno, ma i benefici non tarderanno ad arrivare (compresa la soddisfazione per aver appreso una nuova abilità).
Cristina Rubano