“Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Difficile pensare alla perseveranza come virtù quando esistono detti così accreditati della nostra tradizione. Ma vi siete mai fermati ad interrogarvi sul vero significato di una così radicata credenza? La perseveranza appare qui in modo addirittura mostruoso e come assolutamente da evitare. La realtà, però, è che nel momento in cui si persevera nell’errore si incappa in situazioni che possono recare danno a sé o ad altri. Ma la perseveranza, e qui proviamo a dimostrarlo, è un vero e potente dono.
Il dono della perseveranza, o forse meglio ancora dire l’arte della perseveranza, è in realtà qualcosa di assolutamente importante e positivo nella vita di ognuno di noi e base del successo nella propria vocazione.
Perseveranza: la costanza nell’agire
Quando si parla di perseveranza in psicologia si intende quella costanza e continuità in un atteggiamento o comportamento. Essa, quindi, è quella spinta che porta a restare fermi su un’ idea, su un progetto, su una decisione, portando avanti una propria tendenza o azione.
È strettamente connessa alla motivazione, che è la molla che spinge all’azione e che la tiene viva nel tempo, la fa appunto perseverare, e alla resilienza, ovvero alla capacità di far fronte alle difficoltà.
Essere perseveranti è una delle componenti base del successo poiché porta la persona a continuare nel proprio intento e a cercare soluzioni, idee nuove, strategie e quindi ad agire azione funzionali.
È ovvio che non sempre l’agire in modo perseverante è porta a successi, ma sicuramente anche il fallimento sarò meno amaro e si potrà dire di aver provato tutto il possibile, di avercela messa tutta fino in fondo, lasciando quindi un po’ meno di amaro in bocca.
È altrettanto vero che non tutti gli esempi di perseveranza sono funzionali e positivi, come dicevo all’inizio essere ripetitivi e fermi su azioni negativi, dannose, erronee o rischiose è sicuramente da evita o limitare.
“Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza.”
(Steve jobs)
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Come capire se si è una persona perseverante?
Essere perseveranti è tutt’altro che facile. Ci sono persone che hanno il dono della perseveranza e sono abili nell’agire costantemente, altre che si perdono nel cammino, faticano nel gestire le fatiche o sono per indole poco organizzate, determinate e rinunciatarie.
Per capire se sei, o hai a che fare con una persona perseverante, puoi prestare attenzione ad alcuni aspetti come:
- La costanza nelle azioni: ogni giorno o comunque ogni momento esatto e programmato che deve essere dedicato ad una certa cosa, viene rispettato con cura e dedizione;
- Gli imprevisti, le fatiche o gli ostacoli non sono fonte di disagio e non deviano il percorso, ma sono sfide da affrontare e risolvere;
- gli obiettivi sono chiari e ben definiti, così come gli step da fare e le strategie da attivare
- è presente motivazione, impegno, determinazione, “cocciutaggine” e “testardaggine”
- spesso capita che altre cose, quelle che esulano dall’obiettivo, possano passare in secondo piano o essere comunque meno importanti
- il focus della propria azione e quotidianità è ben definito
- ci sono alti investimenti di tempo, energie, risorse
- vi è evidente elevata forza di volontà e voglia di raggiungere quello desiderato
- è presente passione per quello che si fa
Queste ovviamente sono solo alcune delle caratteristiche dell’essere perseverante che può apparire come persona fredda, imperturbabile e spesso poco attenta a cosa ha attorno, ma in realtà ha solo la voglia e il desiderio di arrivare al suo scopo, a qualunque costo. Ovviamente senza nuocere a nessuno.
“In molti hanno talento, ma l’abilità richiede un lavoro duro… Molta gente crede che il mio modo di giocare sia stato un dono di Dio, mentre in realtà è soprattutto il frutto di ore di lavoro in palestra.”
(Michael Jordan)
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Come si diventa una persona perseverante?
Ho parlato di dono della perseveranza… Già, perché alcuni hanno per indole altri attributi come l’essere testardi e perseveranti nel proprio agire, altri invece faticano. Tuttavia, come tante altre cose, anche la perseveranza si può allenare. Come?
- La prima cosa è cercare un obiettivo e definirlo in modo chiaro, semplice, oggettivo. Chiediti se è nelle tue corde, se puoi raggiungerlo, se è per te qualcosa di stimolante e che potrebbe “travolgerti”.
- Da qui trova la motivazione, il perché, la spinta che ti fa partire nel viaggio verso lo scopo e che sarà anche quella cosa che dovrai riattivare e rinnovare quando la perseveranza e la costanza verrà un pochino meno.
- Allena la tua resilienza, impara a reagire alle difficoltà osservandole come opportunità di crescita personale e non come semplice “bastone tra le ruote”.
- Credi in te stesso, ovvero abbi fiducia nel tuo potenziale e capacità, cerca di migliorare il migliorabile, accetta quello che non puoi cambiare e spingiti sempre più avanti, a piccoli passi, senza perdere quello che sei.
- Agisci, agisci, agisci: potrai cadere e avere dei momenti no, la perseveranza sta nel ripartire non nel non fermarsi.
- “Chi si ferma è perduto” chi non persevera e non coltiva quello in cui crede, perde la possibilità di realizzare un sogno.
- Se non sei perseverante puoi diventarlo, bisogna però iniziare a camminare un passo dopo l’altro.
“Al contrario di quello che sostiene il noto detto, perseverare non è diabolico: è umano. Diabolico è rinunciare a impegnarsi, rimanere immobili, mettersi ad aspettare che la motivazione arrivi dall’esterno, non sfruttare a fondo tutte le risorse di cui gli esseri umani sono dotati. Se impegno e motivazione mettono in grado di raggiungere risultati straordinari, diabolico è sprecare questa opportunità.”
(Pietro Trabucchi)
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Milena Rota