Già solo pronunciando il termine “nonna” veniamo travolti da una miriade di emozioni, ricordi, vissuti e sensazioni che ci conducono in tempi lontani.
Mia nonna che mi prende il viso tra le mani e sorride. Ci guardiamo con quello sguardo che non dice niente ma dice tutto a chi lo sa. E le cose più belle sono lì dentro.
(Fabrizio Caramagna)
La figura della nonna scandisce, più o meno inconsapevolmente, il nostro modo di vivere. Anche se non l’abbiamo mai conosciuta. Perché il suo ruolo è principalmente quello di ponte, tra un passato lontano ed il presente. E’ la custode dei segreti di famiglia, delle tradizioni, di un’eredità emotiva che ha ricevuto a sua volta e che tramanda alle generazioni successive.
Chi ha avuto la possibilità di conoscere le proprie nonne sa bene quanta storia, quanti ricordi, quante leggi familiari ella fa vivere solo con il suo esserci. Chi invece non le ha mai conosciute può comunque incontrarle nel cuore e nel pensiero grazie ad aneddoti su di loro, alle fotografie in bianco e nero, agli oggetti che hanno lasciato in questa vita.
La nonna è una figura archetipica, un simbolo, un messaggero di un mondo lontano che è legata profondamente a noi mediante la sua presenza ma anche tramite la sua assenza. Spesso infatti parla di più la mancanza della pienezza.
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Il ruolo simbolico della figura della nonna
La nonna è una figura molto importante per l’albero genealogico di ognuno di noi. E’ la regina delle radici femminili familiari e come tale trasmette alla discendenza, in modo più o meno consapevole, la sua idea della femminilità.
Conoscere, senza giudicare, come è stato vissuto il maschile e il femminile nella storia dei nostri avi è utile per avere più consapevolezza di noi stessi, per sciogliere nodi, per liberarsi da pesi non nostri che giungono da un passato lontano ma che fa ancora parte di noi. Poiché, come ormai tutti sanno, ciò che non viene affrontato, risolto o anche solo visto si trascina per più generazioni con modalità e caratteristiche simili di volta in volta e con l’obiettivo comune di attirare l’attenzione del discendente per portarlo a sciogliere radici ingarbugliate.
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La nonna detiene così la chiave per aprire il forziere dei segreti familiari, dei non detti, delle convinzioni parentali, dei non risolti. Tutto di lei ci conduce a questo immenso tesoro.
Nonna materna e nonna paterna: le differenze
Solitamente non ci si pensa ma la nonna paterna e quella materna hanno due ruoli molto diversi. Sono entrambe nonne ma portano alla discendenza dinamiche, leggi familiari, storie di vita e ruoli differenti.
La nonna materna, infatti, essendo maggiormente legata alla mamma (che è appunto sua figlia) ha un rapporto più libero, più diretto, più immediato con i nipoti. E proprio per questo riesce ad agganciarsi a loro in una vera e propria catena generazionale. Questo non vuol dire che sia più affettuosa o più importante della nonna paterna ma che il legame è diverso. Anche nel caso in cui risulti essere una nonna assente o poco partecipativa alla vita dei nipoti il suo ruolo di custode e trasmissione del femminile non muta poiché, come già detto, anche la mancanza ci può raccontare molto.
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La nonna paterna ha un altro compito altrettanto importante che è quello di integrare maschile e femminile, di portare equilibrio, armonia, arricchimento degli opposti. Ciò che porta ai suoi nipoti con le sue abitudini, i suoi racconti, i suoi modi di fare parla di questo sposalizio d’amore.
Insomma entrambe le nonne contribuiscono a rendere l’albero genealogico più ricco, più variegato, più denso di significati. Sta a noi riuscire a vederle queste sfumature di vita e a integrarle in modo consapevole nella nostra interiorità.
Ecco perché diviene importante costruire il nostro albero genealogico dedicando molta attenzione alla storia delle nostre nonne, ai loro nomi, a quanti figli hanno avuto, a raccogliere testimonianze, ricordi, aneddoti che possano portarci ad incontrarle, anche solo simbolicamente.
Per facilitare questo incontro ho scritto un libro, un vero e proprio viaggio interiore per riuscire a contattare la nostra nonna interiore. S’intitola, appunto, “La nonna“.
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