Spiritualità

Beltane, la festa del fuoco del 1° maggio

Di Redazione - 26 Aprile 2023

Dalle prime luci dell’alba del 1° maggio fino al tramonto dello stesso giorno si festeggia la festa di Beltane, conosciuta anche come Calendimaggio. Celebrazione antica, giunta fino a noi con i suoi meravigliosi significati simbolici.

Il termine Beltane significa “fuoco di Bel“. Bel è il dio della luce venerato principalmente in Irlanda. Per i celti con questa festa inizia l’estate mentre la primavera ha inizio con la celebrazione di Imbolc.

PREGHIERA AL DIO BEL

Bel, dio luminoso, per te
alti brillano i fuochi
-per te, che reggi forza
vitale e trovi risposte
anche quando rimangono
le domande prigioniere
strette in spirali
di intenzione. Rimuoverai
se lo vuoi il dolore
dai corpi stremati:
è il tuo potere onda
benigna. Si erigano
per Bel lapidi votive:
là sciameremo in cerca
di rifugio quando si oscuri
il cielo profanato.

(Fryda Rota)

Significato simbolico della festa di Beltane

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© Pexels

In questo periodo dell’anno fioriscono le rose, nascono i cuccioli degli animali, il sole riscalda sempre di più la terra e i frutti iniziano a spuntare. E’ una vera e propria festa di rinascita collegata alla festa di Samhain considerata la celebrazione della morte. Questi momenti dell’anno sono collegati e non in contrapposizione poiché morte e rinascita sono fasi dello stesso ciclo.

A Beltane quindi si festeggia la luce attraverso fuochi, falò, danze e riti che rendono grazie alla fertilità della terra.

“A Beltane ci apriamo al Dio e alla Dea della Giovinezza. Quale che sia la nostra età, la primavera ci fa sentire di nuovo giovani, e a Beltane saltiamo sopra i fuochi della vitalità e della giovinezza e consentiamo a tale vitalità di darci vita e salute.”
(Philip Carr-Gomm, ‘Riti e Misteri dei Druidi’)

La tradizione vuole che la casa sia abbellita di simboli che richiamino la rinascita e l’unione del maschile e del femminile che si uniscono a creare bellezza e amore. E che proprio all’alba del 1° di maggio ci si svegli per raccogliere la rugiada e usarla per lavarsi il viso, un modo per purificarsi e donarsi nuova energia fertile.

In antichità ci si riuniva la sera dell’ultimo giorno d’aprile e si accendeva un falò molto grande con l’intento di farlo bruciare fino al tramonto del giorno dopo. Ogni famiglia riunita intorno al fuoco portava nella propria casa un pezzetto di legno fumante come segno di buon auspicio e di augurio per la fertilità dei campi e della vita in generale.

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In questo momento dell’anno l’energia della terra è al culmine: foglie, fiori e frutti emergono con velocità e potenza nel mondo, è la stagione degli amori, si celebra la passione, si viene chiamati all’esterno delle proprie case, gli animali lasciano le tane per accoppiarsi. E’ un momento di passaggio importante dove il buio invernale lascia finalmente spazio alla luce, all’azione, alla trasformazione.

E’ tempo di sbocciare, di fiorire, di emergere.

A maggio e principalmente nella giornata dedicata a Beltane si è soliti danzare intorno a un alto palo, preferibilmente in legno, che rappresenta l’universo e l’energia maschile e ogni danzatore avrà in mano un nastro colorato che origina dalla sommità del palo stesso. E’ chiamato l’albero di maggio. I nastri che danzando si attorcigliano lungo il palo e simboleggiano così la forza femminile che si unisce a quella maschile per creare la vita.

«Mi accingo a cantare alla Terra, Madre universale dalle solide fondamenta,
vecchia venerabile, che nutre quanto si trova sulla superficie di essa.
Da te procede la feconditá e la fertilità, o Sovrana!
e da te proviene dare e togliere la vita agli uomini mortali.
Beato colui al quale tu, benevola, rendi onori;
questi ha tutto in abbondanza…dea augusta, generosa divinità!
Salve, Madre degli déi, sposa del Cielo stellato!
Concedimi una vita felice come premio al mio canto!
D’ora in poi mi ricorderò di te nei rimanenti canti.»

Omero – Ode alla Madre Terra

Gli insegnamenti della festa di Beltane

L’elemento che più caratterizza questa festa è il fuoco. Che tutto purifica, scalda e dissolve, per portare nuova vita. In queste ore intrise di antichità, di tradizioni contadine, di energie della terra che si risveglia è importante risvegliare anche il nostro fuoco interiore. Nutrirlo per non farlo assopire, per non spegnerlo, per non rifiutarlo.

Quando percepiamo una scintilla dentro di noi proviamo a farla vivere senza paura di scottarci. Capiremo allora che ciò che ci nutre davvero non può farci male.

E’ il momento di abbandonare il controllo, di danzare, di sentire il calore del fuoco. E’ l’unica via per far emergere i nostri fiori interiori.





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