Tra Natale e l’Epifania intercorre un tempo magico, sospeso, quasi mistico, che secondo alcune tradizioni sarebbe in grado di aiutarci a vivere meglio l’anno nuovo, sia ricordandosi dei doni del passato che sviluppando alcune virtù presenti allo stato dormiente dentro di noi: sono le 12 notti sante, chiamate anche “i 12 giorni di Natale”.
Origini e simbologia delle 12 notti sante
Le 12 notti sante sono state istituite nel 567 d. c dal Concilio di Tours e rappresentano il periodo che unisce il Natale, la nascita di Gesù, all’Epifania, la sua presentazione, o meglio, manifestazione al mondo. Le 12 notti sante avrebbero secondo gli studiosi del folklore europeo un’antica origine pagana.
In antichità, la natura rivestiva una tale importanza per le popolazioni da diventare oggetto di culto. Il solstizio d’inverno segnava un momento importante piombando il mondo nell’oscurità, nel cuore dell’inverno, portando con sé il freddo, la carestia e delle condizioni di vita avverse tali da diventare nell’immaginario collettivo sinonimo di morte.
Ma ecco che dopo la crisi solstiziale, il sole riprende la sua corsa nel cielo e riporta la speranza della primavera nel cuore della gente, rinvigorito dal suo viaggio nel mondo infero (il mondo dell’Oltretomba): i giorni tornano timidamente a crescere. Non stupisce quindi che a questo tempo buio, fonte di incertezze e paure, sopraggiunga il tema della rinascita del sole, il Dies natalis soli invicti degli antichi Romani.
Se oggi il Natale è diventato il giorno della celebrazione della nascita di Gesù, ricordiamo che in antichità segnava la nascita di molte altre divinità solari: Horus, Mitra, Quetzalcoatl, Krishna, per citarne solo alcuni, dei legati al tema della resurrezione.
Il significato simbolico delle 12 notti sante è quindi molto profondo: tra la sua nascita e la sua manifestazione al mondo, la divinità percorre un viaggio evolutivo attraverso la grande ruota del Tempo, i 12 mesi governati dai segni dello zodiaco, ovvero, i 12 archetipi fondamentali, guardiani di preziosi doni. L’attraversamento di questo cammino evolutivo che si risolve nell’Epifania corrisponde al livello individuale al viaggio della coscienza attraverso le 12 tappe simboleggiate dai mesi per giungere allo sviluppo di una nuova consapevolezza, ad una rinascita interiore.
Come accogliere i doni delle 12 notti sante
I riti scaramantici
Mentre assistiamo alla morte dell’anno vecchio col solstizio d’inverno, che trascina il “vecchio” sole nella notte più lunga, celebriamo la (ri-) nascita del sole e l’avvento di un nuovo anno il 25 dicembre. Durante il periodo che lo separa dall’Epifania, questo nuovo sole rimane nascosto, in stato di potenza: è nato, certo, ma resta invisibile, non è ancora manifesto. È questo stato intermedio che spinse i nostri antenati a a scacciare con luci e rumori forti gli spiriti malevoli che avrebbero potuto recare danno al sole appena nato, simbolo dell’anno nuovo.
Se molte delle nostre antiche tradizioni sono andate perdute, alcune pratiche tuttavia resistono al furore del tempo che passa: ne ritroviamo tracce, per esempio, nella tradizione dei fuochi d’artificio e dei botti di Capodanno che, come allora, servono a scacciare le influenze nefaste. In altre parti del mondo si usano anche maschere e suffumigi.
La ricapitolazione
Un’altra pratica, forse la più preziosa, è giunta fino a noi nascosta in una canzone che porta proprio il nome dei 12 giorni di Natale: questa pratica è la ricapitolazione. La canzone, che risalirebbe al XVI secolo, presumibilmente in Francia ma ora entrata di diritto tra i canti natalizi tradizionali inglesi, ha una struttura cumulativa, simile “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi: ogni strofa narra di un dono simbolico ricevuto ogni notte ricordando, a ritroso, tutti gli altri.
La ricapitolazione è dunque un viaggio a ritroso che permette di guardare al passato con uno sguardo più maturo. Ha principalmente due funzioni: la prima è quella di recuperare i doni e le lezioni che potrebbero essere importanti per il viaggio verso l’anno nuovo, la seconda funzione è quella di promuovere il distacco emotivo dagli eventi, guardandoli con quel passo indietro necessario per permetterci di lasciarli andare, così da viaggiare più leggeri verso l’anno nuovo.
La semina degli intenti e i 12 doni del Tempo
Assieme alla ricapitolazione, giunge la fase cruciale del cammino verso la luce, quella in cui ognuno di noi è invitato a seminare gli intenti che vuole vedere crescere durante l’anno nuovo oltre a far sbocciare dentro di sé i doni dei 12 guardiani del Tempo: i 12 talenti e virtù spirituali da coltivare e fare germogliare nella propria vita per vivere in maniera più profonda e consapevole.
• Notte del 26 Dicembre. Ariete. Mese di Aprile. Virtù: devozione.
• Notte del 27 Dicembre. Toro. Mese di Maggio. Virtù: equilibrio.
• Notte del 28 Dicembre. Gemelli. Mese di Giugno. Virtù: perseveranza.
• Notte del 29 Dicembre. Cancro. Mese di Luglio. Virtù: distacco.
• Notte del 30 Dicembre. Leone. Mese di Agosto. Virtù: compassione.
• Notte del 31 Dicembre. Vergine. Mese di Settembre. Virtù: cortesia.
• Notte del 1 Gennaio. Bilancia. Mese di Ottobre. Virtù: ottimismo.
• Notte del 2 Gennaio. Scorpione. Mese di Novembre. Virtù: pazienza.
• Notte del 3 Gennaio. Sagittario. Mese di Dicembre. Virtù: utilizzo del pensiero.
• Notte del 4 Gennaio. Capricorno. Mese di Gennaio. Virtù: coraggio.
• Notte del 5 Gennaio. Aquario. Mese di Febbraio. Virtù: discrezione.
• Notte del 6 Gennaio. Pesci. Mese di Marzo. Virtù: generosità.
La sequenza inizia col segno dell’Ariete in quanto è il primo segno dell’anno solare. Rappresenta la forza del germoglio che emerge dalla terra oscura, come il sole nascente, dalla crisi del solstizio. Rudolf Steiner invece faceva coincidere l’inizio della sequenza con il segno del Capricorno.
Il rito divinatorio
Un altro rito legato a queste 12 notti sante è quello di profetizzare i mesi futuri. Sepp Probst, ricercatore e autore di Tiefe Wälder, dunkle Legenden, spiega che le “12 Notti”, note anche come Losnächte, sono notti in cui la persona attenta può scorgere anticipazioni sull’anno a venire, poiché in esse è contenuto tutto il ciclo dei 12 mesi. La prima notte indicherebbe quindi il mese di gennaio; la seconda notte, il mese di febbraio, e così via… Possiamo ritrovare questa credenza anche in Francia dove questo periodo è chiamato la petite année, “il piccolo anno”.
Fonti:
• Cicli cosmici e rigenerazione del tempo: riti di immolazione del ‘Re dell’Anno Vecchio
• Le 13 notti sante
• Il substrato arcaico delle feste di fine anno: la valenza tradizionale dei 12 giorni fra Natale e l’Epifania
• Interview mit Heimatforscher Sepp Probst. Tiefe Wälder, dunkle Legenden
• Rudolf Steiner, indicazioni esoteriche sul Natale per Herbert Hahn
• The Twelves Days of Christmas.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
www.risorsedellanima.it