Una certa percentuale di persone è rimasta collegata a ritmi e bioritmi ancestrali, antichi, biologici, automatici, in stretta connessione con la natura.
Questi bioritmi pompano un risveglio ormonale nel nostro corpo ad ogni primavera, nuove energie, un senso di risveglio, un ritorno al corpo e un senso di gioia, di rinascita, perfino euforia. E comportano invece uno spegnimento energetico in autunno, quando le giornate si accorciano e si fanno più fredde.
In tutti e due i casi, per le persone sensibili psico-fisicamente a questi grandi cambiamenti fisici e interiori, essi modificano profondamente il livello energetico della persona (proprio la quantità di energia naturale che abbiamo ogni giorno); l’appetito, il sonno, la libido, l’umore, fino ad alterare lo stesso modo di vedere le cose, di affrontare le difficoltà e le attività quotidiane: la nostra percezione.
Una persona per cui i sensi preponderanti sono quelli antichi, quali l’olfatto e l’udito, rispetto alla vista, per esempio, risentirà particolarmente di questi cambiamenti – anche già solo dai diversi odori che segnalano alla nostra coscienza e conoscenza profonda i messaggi: primavera/autunno. Risveglio/spegnimento.
La battuta d’arresto che comporta in particolare l’arrivo dell’autunno può risultare molto dolorosa e difficile da gestire per persone così. Lo posso dire con cognizione di causa, ritenendomi in primis un’esperta in materia, in quanto portatrice di tutte le caratteristiche suddette.
La difficoltà nel percepire questo rallentamento e questo calo di energie può sfociare dunque anche nel vedere troppo grandi cose che, per esempio, con la forza dell’estate avremmo affrontato come leoni e, in casi di crollo di produzione di serotonina, ciò può portare anche a svariate forme di depressione o apatia.
Nei casi più lievi (se così possiamo chiamare questa condizione per niente facile e socialmente poco compresa ed accolta), comunque, a un senso di tristezza, sbalzi di umore, angoscia, emotività elevata o crisi di pianto, pessimismo, nervosismo, senso di solitudine o debolezza – fattori assenti nei mesi di calore e luce.
In parte trovo sia un peccato che questo tipo di percezioni sottili sia, nella società di oggi, considerato un disturbo, in quanto in realtà le persone che vivono in questo modo sono anche quelle più sensibili a livello corporeo, quelle che sono rimaste più connesse alla terra, al mondo naturale e animale da cui proveniamo e cui ancora apparteniamo.
Lo stesso avvento della luce elettrica ha contribuito ad allontanarci ulteriormente dai ritmi naturali luce-buio, giorno-notte, attività-riposo. E, anche se pochi ne parlano e hanno analizzato il fenomeno, anche questo ha inciso fortemente sul nostro stato psicofisico, costringendoci, anche se molti l’hanno fatto inconsapevolmente, a modellarci su ritmi inediti, trasformando le nostre abitudini solo a livello pratico, ma andando contro le nostre esigenze psicofisiche originarie, perché per una trasformazione/evoluzione genetica che faccia perno attorno a un nuovo fattore, la natura richiederebbe tanti, ma tanti millenni.
Come aiutare dunque il nostro corpo e la nostra mente ad affrontare questo passaggio?
I rimedi naturali proposti in rete sono tanti e non trovo utile ripetere informazioni già ben diffuse, bensì trovavo più utile descrivere il fenomeno in sé, perché so che tante persone ne avrebbero bisogno – dunque mi limiterò a un breve elenco.
C’è chi consiglia ricostituenti che danno energia (per esempio ginseng, pappa reale, propoli), ma consiglio di ascoltare bene il proprio corpo, in quanto non è propriamente naturale iniettare energia in una stagione in cui il nostro sistema somatico per istinto e memoria atavica si ritirerebbe in un periodo di rifugio e riposo. Dovremmo andargli incontro il più possibile, cercando di riposare e dormire di più.
L’iperico aiuta ad aumentare il livello di serotonina, con effetti antidepressivi, e così anche tutti i cibi che contengano vitamina B (assumibile anche in pastiglie).
Ci sono le tisane distensive, utili in caso di irritabilità, come la camomilla, la melissa, la malva, il tiglio, solo per fare qualche esempio.
Sono in vendita inoltre lampade apposite per la fototerapia, prive di UV, che permettono di innalzare la produzione di serotonina, rimpiazzando artificialmente la luce del sole e così “ingannando” il nostro cervello al fine di potersi appoggiare a una maggiore riserva di questo “ormone del buon umore”.
Consiglio poi, soprattutto, di seguire il più possibile il corso della luce, fare entrare più luce possibile in casa o in ufficio, alzarsi con il sole nelle giornate corte, in modo da non sprecarne neanche dieci minuti, e coricarsi presto – come fanno, per esempio, i nostri animali domestici.
Praticare sport soft e rilassanti che però mantengano attivi i nostri centri energetici, come per esempio yoga o pilates.
Eseguire una pratica meditativa con costanza ogni giorno, abbracciando la nostra disciplina contro ogni scombussolamento, come salde e testarde formichine al lavoro dopo il crollo di un progetto.
Molto importante è anche l’alimentazione: mangiare sempre frutti e verdure di stagione, se possibile biologici o dall’orto. Anche così assecondiamo il nostro corpo, che se invece venisse nutrito, per esempio, da cetrioli o peperoni in dicembre, si confonderebbe, si disorienterebbe. E ricordiamo che, se vogliamo stare meglio, noi e il nostro corpo dobbiamo essere alleati, leali e fedeli.
Utilissima sarebbe anche qualche visita alle terme, anche per riprendere contatto con il nostro corpo e con la nostra pelle nel calore avvolgente dell’acqua calda mineralizzata. Ma se in questo periodo ciò non fosse possibile, cerchiamo di rimpiazzarle con un bel bagno caldo.
Utilizziamo essenze (naturali, non chimiche) che comunichino ai nostri sensi che siamo al sicuro, essenze che ci facciano bene all’umore. E questo vale sia nel bagno caldo che nell’ambiente.
Sediamoci al sole ogni volta che possiamo, in qualunque mese dell’autunno e dell’inverno.
Ricordiamoci di coccolarci ogni volta che possiamo, con una tazza di tè, con un film d’animazione che ci fa tornare bambini, con una coperta morbida, del cioccolato fondente, un caminetto acceso, delle candele, un buon libro, o cucinando un piatto che ci mette allegria.
Prendiamoci cura dei nostri rapporti interpersonali con amici e cari, dal vivo o al telefono. Sforziamoci di farlo anche quando quel senso di ritrazione, apatia o chiusura ci spinge a nasconderci. Le relazioni e il dialogo con gli altri sono fondamentali per infonderci energia e sostegno durante il cambio stagionale e i mesi più bui.
Infine, facciamo una qualche analisi della nostra relazione con i concetti di interiorità, ciclo, morte-e-rinascita, lati-oscuri. La meteoropatia, oltre ad essere un fenomeno fisico ed emotivo, ci riporta in contatto con la nostra interiorità, con l’inconscio e con il costante e mai finito lavoro psichico introspettivo verso i nostri fantasmi, le ferite che abbiamo lasciato in sospeso, i mostri che non abbiamo ascoltato, l’accettazione della ciclicità di vita e morte e tutto ciò che vi gira attorno.
Imparare a fare pace e a familiarizzarci con queste cose può essere un supporto davvero potente per restare ben saldi in mezzo alla tempesta emotiva della meteoropatia.
Detto tutto questo, vi saluto con un abbraccio che ci avvolga tutti insieme come una coperta calda e morbida e ricordate sempre che in realtà non siete mai soli.
Sonia Serravalli