“Noi prendiamo una manciata di sabbia dal panorama infinito delle percezioni e la chiamiamo mondo.”
(Robert M. Pirsig)
La nostra realtà consiste nel modo in cui percepiamo il mondo. Percepiamo il mondo attraverso i nostri 5 sensi e in un secondo momento la mente rielabora l’insieme di queste percezioni per aiutarci a creare un’immagine, un’elaborazione mentale che fungerà da scorciatoia cognitiva sul mondo, cosicché ogni volta che avremmo un contatto con un determinato oggetto di percezione, la mente sarà sempre più veloce ad elaborare il pensiero, ma nello stesso tempo, le nostre percezioni saranno sempre più superficiali, fino, a volte, ad essere totalmente ignorate dalla mente.
Un semplice esempio si può riscontrare nella lettura:
Se scrivo: L3GG3R3 3 5CR1V3R3 NUM3R1 4L P0570 D1 L3773R3 3′ UN PR0C3550 P1U770570 53MPL1C3 CH3 R1CH13D3 50L0 UN P0′ D1 3L4571C174′ M3N74L3
…è molto probabile che tu riuscirai a leggerci un messaggio intellegibile ( “Leggere e scrivere numeri al posto di lettere è un processo piuttosto semplice che richiede solo un po’ di elasticità mentale”).
La mente costruisce una realtà virtuale e parziale
Perché riusciamo a leggere parole che non ci sono e a recepire un messaggio coerente se di fatto non esiste? Perché la nostra mente è abituata a farci risparmiare tempo, e lo fa saltando letteralmente a conclusioni, andando per associazioni con ciò che conosce già. Lo fa con la lettura, ma anche in molti altri ambiti. Per esempio, questo processo è prezioso quando ci si ritrova in condizioni rischiose: la nostra mente è allenata ad anticipare i segnali esterni per tenerci al sicuro.
Per esempio, grazie a questo meccanismo mentale riuscirò a capire in anticipo quando un cane non sarà ben disposto nei miei confronti e potrò evitare eventuali aggressioni prima ancora che lui abbaia contro di me, decifrando i suoi segnali di ostilità ed anticipando le sue reazioni. Il problema sussiste quando la mente, nel tentativo di ottimizzare sempre più i suoi processi, mette in atto questo meccanismo quasi sistematicamente. In questo modo, viviamo il mondo in base all’immagine registrata nella nostra mente, e questo vale purtroppo anche con le persone e con noi stessi. Non ci vediamo come siamo, ma come pensiamo.
La realtà è plurale: ognuno ha la sua
“La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto.”
(Luigi Pirandello)
Non esiste una realtà universale condivisa da tutti, perché ognuno ha una sua realtà: ognuno percepisce il mondo in base al suo vissuto, al suo temperamento, alle sue esperienze, ai suoi filtri interiori, alla sua mente. La pluralità della realtà è spesso ignorata, non per mancanza d’intelligenza ma per mancanza di consapevolezza, e questa mancanza porta spesso a fraintendimenti, ed incresciosi quiproquò, fonti di dissapori, litigi ed incomprensioni con le persone che ci circondano.
Pensare che la narrazione mentale che abbiamo, per lo più inconsapevole e poco centrata sulla percezione reale del mondo nel momento presente, può portare a sofferenza emotiva non sarebbe poi così lontano dalla verità se ci pensiamo bene.
Per esempio, se la mia realtà e quindi ciò che vivo come vero e reale è diverso da ciò che tu percepisci come reale ed ognuno di noi lotta per fare accettare all’altro la “sua” realtà perché la convinzione è quella che la realtà è una ed universale, entrambi penseremo di avere ragione e l’altro, torto. Ogni discussione che include punti di vista diversi sarà, di fatto, una lotta di potere per imporre il proprio mondo all’altro, quando ognuno potrebbe avere ragione.
Cambiare narrazione interiore per cambiare realtà
Cosa ci diciamo del mondo e cosa diciamo a noi stessi di noi è importante per capire quale realtà ci costruiamo. Se ci abituiamo agli stessi pensieri, la nostra mente tenterà di far corrispondere l’esterno alle nostre immagini interiori indirizzando la nostra attenzione esclusivamente verso ciò che confermerà le nostre credenze, anche se di fatto il mondo lì fuori, e ciò che stiamo vivendo nell’integralità delle nostre esperienze, è diverso da come la pensiamo.
Ciò che possiamo fare quindi quando tutto sembra andare per il verso sbagliato è fermarci. Fermarci e respirare, fermarci ed osservare, sentire e percepire, ritornare alle basi, alle nostre percezioni e “leggere” il mondo, momento dopo momento, per aggiornare l’immagine mentale sulla quale si basa la nostra mente, per capire il vero messaggio della nostra vita in quel determinato momento, senza scorciatoie.
Quando riusciremo a leggere il mondo senza saltare i momenti preziosi, i piccoli piaceri, gli attimi di gioia che sfuggono di solito alla nostra memoria ma che viviamo realmente, riusciremo allora a cambiare narrazione interiore, cambiando il tempo col quale di solito coniughiamo il nostro mondo: non useremo più il futuro incerto, il condizionale complesso oppure il passato melanconico, ma useremo il presente, il tempo del qui ed ora, dove la mente torna a focalizzarsi sulle cose che ci servono e smette di trascinarci in un labirinto di pensieri come un mastino che proviamo a tenere al guinzaglio.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
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