Il tuo corpo è un bene prezioso. Non esaurisce la tua essenza e tutto quello che sei tu, ma alla tua essenza permette di manifestarsi, di “essere” e di interagire con il mondo e con gli altri.
Il tuo corpo è il tuo vascello nel mare della realtà. È il tuo tempio e da tale devi trattarlo, prendertene cura, onorarlo. Ma, sopra ogni cosa, quello che dobbiamo fare e che ci riporta in totale contatto con noi stessi, è il riconoscerlo. Riconosciti.
Guardati nello specchio e prova a fissare i tuoi stessi occhi per qualche minuto. È un esercizio che potrebbe fare paura, perché gli occhi sono la parte del corpo da cui realmente possiamo entrarci dentro – entrare dentro noi stessi o un’altra persona. Sono davvero una porta.
Guardandoti negli occhi per qualche minuto, potresti sentire soggezione o ansia. Potresti vedere dentro quello sguardo persone che non conoscevi. Potresti ricordare cose, vedere immagini che non sai se siano tue o altrui, potresti commuoverti. Ma è attraverso un esercizio come questo, molto potente, che puoi mettere in moto il riconoscimento di chi sei, sedimentare stati d’animo latenti, smuovere emozioni che evitavi, amarti. Amarti davvero. Accoglierti. Conoscerti.
Un esercizio più soft per fare pace con il tuo corpo può essere il concederti dieci minuti in più a letto la mattina (o farlo prima di dormire), ascoltando ogni tua parte. Ogni arto, saggiarne la leggerezza o la pesantezza. Ascoltare le eventuali tensioni di cui non ti eri mai accorta/o. Diventare consapevole del tuo respiro, del modo in cui si apre o si chiude il tuo ventre. Esplorare le tue vene, le tue arterie (i tuoi fiumi) e ascoltarle, esplorarne il ritmo.
Parlare mentalmente con quella parte che ti duole.
Parlare mentalmente con quella parte di te che non ti è mai piaciuta. Ascoltarti, provare a capirne il perché.
Non esiste alcuna persona o legge fuori da te che abbia il diritto di stabilire quale debba essere la tua forma nel mondo, il tuo modo di vivere la fisicità, il modo in cui il tuo corpo vuole esprimersi per manifestare gioia e benessere oppure disagio.
Da sempre, le categorie del “bello” e del “brutto” sono state culturali, soggettive, temporanee. Non puoi permettere loro di rinnegare te stesso o te stessa: ciascuno di noi è diverso e ha il diritto e il dovere di manifestare alla luce del sole la propria corporeità, la propria forma, la propria sacralità attraverso un corpo diverso da tutti gli altri.
La differenza tra una persona di successo (nella salute, nel lavoro e nelle relazioni) e una persona frustrata o non realizzata non è mai stata nell’estetica, quanto nel grado di accettazione del proprio corpo: un’accettazione amorevole e attiva, non passiva. Un diventare alleati con il proprio “vascello fisico”, portandone così fuori la sua luce. È allora che la gente la vedrà.
Di fronte alla luce che può emanare una persona, gli altri non si soffermano più sulla misura della cellulite, della magrezza, delle rotondità, delle rughe e via dicendo. Di fronte alla luce che sa emanare qualsiasi persona abbia accettato e amato il proprio corpo, le altre persone si piegano volontariamente, affascinate. In ascolto.
Ed è lì che scoprirai che l’estetica a sé stante non esiste.
Non esiste la possibilità di vedere qualcosa senza il sentire.
I sensi non sono mai stati separati nettamente tra di loro – prova a mangiare al buio per sentire quanto il gusto e il piacere differiscano, per esempio.
Cammina dunque per il mondo fiero o fiera del tuo portamento, del tuo modo unico e esclusivo di essere te, il nome che porti, l’energia che emani, le peculiarità che hai tracciato negli anni, le caratteristiche che il tuo corpo ha disegnato su di sé crescendo e maturando.
Il corpo è come un libro sacro: come un albero, esso riporta su di sé ogni trauma, ogni periodo propizio, ogni carestia, ogni vittoria, ogni simbologia, ogni ricordo dentro, negli organi, e fuori, sulla pelle, e anche ogni volta in cui tu l’hai rinnegato e tradito per qualsivoglia categoria esterna o paturnia mentale altrui – fosse anche di un’intera società, delle pubblicità, di chi ti vuole giudicare perché ancora non conosce se stesso…
Il corpo è il tuo personale libro sacro. Trattalo con amore e dedizione. Ascoltalo, fino a che, vedrai, con l’esercizio, arriverai a conoscere ogni suo segnale molto prima di passare alle situazioni di emergenza (nel bene e nel male).
È il tuo libro sacro, guardalo con rispetto. Esso contiene una saggezza ancestrale che va oltre ogni tua categoria mentale. Ascolta le indicazioni che ti offre. Sfoglialo con cura, non dubitare mai dei suoi messaggi e condividilo solo con chi vale veramente.
Sonia Serravalli (scrittrice e autrice de Il Maschile Sacro)