Smetti di pensare di non essere all’altezza.
Smetti di pensare di non essere desiderato.
Smetti di pensare che non ti vorrà. Che è impossibile che voglia te.
Questi consigli sono rivolti a tutti, ma in maniera particolare agli uomini. Questo paese è pieno di donne belle e intelligenti che restano sole, perché ogni uomo ha pensato che “lei è talmente bella e intelligente che non potrà mai volere me”.
È in questo modo che la disconnessione tra persone e trai i sessi si amplifica e, da errore percettivo iniziale, diventa esponenziale. È in questo modo che ci perdiamo l’un l’altra per sempre. Ma soprattutto, è in questo modo che perdiamo vita.
Perdiamo la vita vera, preferendo vivere in trincea. Come se una vita sulle difensive fosse per forza più piacevole del rischiare dei no e dei sì, vivendo in piena vulnerabilità e condividendo la nostra umana vulnerabilità con gli altri. Ce l’hanno tutti.
Smetti di pensare di essere fuori dai giochi.
Che al posto tuo debba per forza sempre esserci un’altra persona. Un uomo migliore, che esiste solo nella tua fantasia. O una donna migliore di te, mentre continui a scordare che nessuno di noi è sostituibile e che la nostra unicità è ciò che ci rende tutti pepite d’oro.
Dismetti il pensiero di non essere sufficiente.
In questo modo, stai privando l’altra persona della possibilità di conoscerti. Stai privando l’altra persona della tua luce e, siccome la tua luce è unica, la perdita che le infliggi non ha prezzo.
Smetti di tradire ciò che hai sentito.
Smetti di aspettare, esiste solo il presente. Non torneranno più lo stesso treno, la stessa raffica di vento, la stessa identica situazione, mai, in tutto l’universo.
Smetti di sottovalutarti.
Smetti di evitare la partecipazione. Questa sconnessione è solo frutto delle tue paure, certo, ma diventa perfino egoismo, se pensi che togli te stesso agli altri.
Prova a pensare al danno che si avrebbe in natura se gran parte dei fiori si rifiutassero di mostrarsi apertamente, per paura di essere rifiutati, di non essere abbastanza belli, profumati, armoniosi, dentro e fuori.
Prova a pensare al danno che si avrebbe se un gran numero di api decidesse di non uscire allo scoperto, se il grano non avesse il coraggio di rischiare la luce, se la maggior parte degli uccelli si ammutinasse nel nido e decidesse che il volo non fa per loro, che non è possibile, che non saranno abbastanza bravi.
Ritenerti indegno deruba il mondo della tua pienezza e della tua esclusiva bellezza. Mantiene lo stato di separazione. Rovina i giochi. Rende il mondo più serioso e più annoiato. Spezza cicli perenni.
Riesci a renderti conto della tua importanza? Di quanto sia importante che tu viva pienamente, che manifesti ciò che senti in tutta la tua sincerità, che vinci remore e imbarazzi che nulla hanno a che vedere con la tua essenza e con la tua verità?
Quindi, per favore. Smetti di pensare di non essere all’altezza. Inizia a manifestarti e ad esporti.
Smetti di pensare di non essere desiderato. Inizia a desiderare e a darti. Il resto non conta più di tanto.
Smetti di pensare che non ti vorrà. Che è impossibile che voglia te. Sono innumerevoli le donne che hanno aspettato un tuo passo, ma non è mai arrivato. E, a loro volta, non sono state abbastanza coraggiose e abbastanza fiore, grano, rondine, da trovare il coraggio di connettersi per prime.
Comincia a renderti conto che occupi uno spazio e che farlo è importante.
Comincia a renderti conto che qualunque cosa deciderai o non deciderai, lasci comunque un’impronta.
Comincia a pensare di essere amato a trecentosessantacinque gradi nell’ombra, apri occhi che non hai mai aperto e comincia a vedere.
Sonia Serravalli (autrice de Il Maschile Sacro)