Psicologia

Quando L'Amore Non E' Corrisposto

Di Redazione - 23 Gennaio 2020

L’amore non corrisposto è un fuoco che ci divora pian piano. L’illusione di aver trovato finalmente una persona speciale, la felicità di immaginare il futuro insieme, e poi tutto questo si infrange contro i sentimenti e la volontà dell’altro. La mancanza di reciprocità ci lascia increduli: perché ci siamo innamorati proprio di lui? È come se la vita ci avesse messi davanti alla nostra anima gemella, ma noi, ironia della sorte, non siamo la sua. Come affrontare questa situazione?

Perché ci innamoriamo di qualcuno che non ci ama?

Quando ci innamoriamo, ci sentiamo racchiusi in una bolla di felicità. I pensieri cambiano frequenza, l’altro è sempre presente, sorridiamo pensando al suo volto e ai suoi gesti, ci batte il cuore quando ci è accanto. E i nostri sogni iniziano a colorarsi di tinte pastello: pian piano, la persona che amiamo penetra nelle nostre fantasie sul futuro, un futuro in cui siamo legati da un amore reciproco e siamo felici. Ma cosa succede se l’altro non prova la stessa cosa per noi?

La prima reazione, quando scopriamo che il nostro amore non è corrisposto è l’incredulità. Perché il destino ci ha fatti innamorare di una persona che non ci ama? Perché ci sentiamo così convinti che proprio quella persona sia la nostra anima gemella, se non è così? Stiamo sbagliando noi, o è l’altro a non aver capito come stanno le cose? Le nostre rosee aspettative si infrangono contro la dura realtà, lasciandoci ammutoliti.

Di fronte a tutte queste domande, possiamo reagire in due modi: impazzire cercando di trovare improbabili risposte, oppure cambiare prospettiva. L’unica reazione sana è accettare che il motivo per cui le cose accadono non è sempre quello più palese. Forse la ragione per cui ci siamo innamorati di quella persona non è perché siamo destinati a stare con lei. Il vero motivo potrebbe essere un altro, meno scontato, più difficile da comprendere; o meglio, che si comprende più tardi, quando tutto è finito: dobbiamo vivere questa esperienza perché fa parte del nostro percorso di crescita, perché ci aiuterà a diventare una persona migliore, più forte, più saggia. Una persona in grado di aiutare gli altri, guidandoli sulla base delle proprie esperienze. Una persona che, quando troverà il vero amore, sarà pronta ad accoglierlo senza rinunciare a se stessa.

L’amore non corrisposto è davvero amore?

Definire l’amore, in particolare l’amore romantico non è semplice, ma può essere utile a tracciare dei confini entro i quali rimanere per vivere questo sentimento in modo sano e gioioso. Scrittori, poeti e cantautori di tutto il mondo ne hanno fatto il soggetto prediletto delle loro opere, cercando di afferrarlo, di definirlo, di descriverne alcuni aspetti. C’è chi pensa che l’amore “è il passo più vicino alla psicosi” come Freud, e chi crede che sia l’unica cosa necessaria nel mondo degli uomini, come Goethe. “L’amore è la più saggia delle follie, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire” dice Shakespeare. Qualcuno parla dell’amore non corrisposto come l’unica vera forma di amore:

Conosce l’amore solo chi ama senza speranza.

(Friedrich Schiller)

Ma si tratta davvero di amore? Questo sentimento pieno di dolore, frustrazione, umiliazione è davvero l’amore con la A maiuscola, quello che aspettavamo da tutta la vita? Un’esperienza come questa ci porta a riflettere. L’amore non corrisposto ha tutte le caratteristiche di una malattia; è un sentimento tossico che ci logora dentro, inghiottendo la nostra luce e le nostre energie. Il vero amore, invece, dovrebbe essere salvezza, serenità e gioia. Dovrebbe avere ali capaci di sollevarci verso altezze inaspettate.

Lascia andare il dolore e imbocca il sentiero per la felicità

Il carico di sofferenza che l’amore non corrisposto porta con sé è qualcosa di intenso, che ci consuma come il fuoco consuma una candela, fino a lasciare ben poco di noi. C’è solo un modo per salvarci: lasciare andare il dolore, scegliere di guarire. Ma come si fa?

L’atto di lasciare andare qualcosa che per noi è stato tanto importante implica consapevolezza e coraggio. Dire: “quella persona non mi ama e non mi amerà mai” non è facile quando si vede la rinuncia come una sconfitta, un fallimento. E poi c’è la speranza, l’ultima àncora a quell’amore da dimenticare e alla sofferenza che provoca. Dobbiamo lavorare su noi stessi per giungere alla consapevolezza che l’amore a senso unico è una strada senza sbocco. Lasciare andare quel sentimento e tutte le aspettative legate ad esso non significa perdere: la vita è fatta di tante esperienze, alcune piene di gioia, altre dolorose, ma tutte ci aiutano a crescere e a diventare persone più ricche e sagge.

Lasciare andare significa innanzitutto accettare. Accettare che il sentimento che ci divora è dannoso, che l’amore non corrisposto non porta alla felicità. Accettare che quella persona non ci vuole, non ci ama, probabilmente neppure ci merita. Senza rabbia, senza rancori, augurandole il meglio. Lasciamola andare per la sua strada e iniziamo a camminare sulla nostra.

Ogni distacco, ogni separazione, porta con sé molto dolore. Ma porta anche ad una rinascita. Quello che nel passato rappresentava la nostra vita, adesso non lo è più. Adesso possiamo essere persone diverse, più mature, più forti. Di conseguenza, anche il modo in cui immaginiamo il nostro futuro deve cambiare. Pensiamo a noi, ai nostri obiettivi, ai nostri desideri più reconditi, e concentriamoci su di essi. Il futuro può essere ricco di gioia e di emozioni anche senza quella persona, anzi: proprio perché quella persona non c’è più.

Smetti di aspettare e agisci

L’attesa che le cose cambino, che l’oggetto del nostro amore capisca che solo noi potremmo renderlo felice, che inizi ad amarci, ci logora da molto tempo. E il fatto che lui non faccia nulla per alimentare questa speranza non rende le cose più facili.

Con le donne che non ci amano, come con i dispersi, sapere che non si ha più nulla da sperare non ci impedisce di continuare ad attendere.

(Marcel Proust)

Inutile incaponirsi. Nessuno dei due è sbagliato: né noi che amiamo, né lui o lei che rifiuta il nostro amore. A mancare è una connessione tra di noi, qualcosa che non si può creare a tavolino, nemmeno con tutta la buona volontà e dedizione del mondo. Dimenticare quell’amore non corrisposto non significa abbandonare una parte di noi: il sentimento che proviamo non è stato creato dall’altro, ma era già presente dentro di noi. L’altro non è la fonte del nostro amore, ma ne è stato solamente l’ispirazione. L’amore rimane in noi, in attesa che compaia una persona a cui donarlo.

Per noi, è arrivato il momento di mettersi di fronte allo specchio e osservare davvero il nostro volto. Cosa vogliamo davvero nella vita? È davvero continuare a soffrire profondamente il destino che vogliamo riservarci? Rimuginare sul nostro dolore non serve. Quello che è stato è stato, e non può essere in alcun modo cambiato. L’unica cosa che possiamo contribuire a plasmare è il futuro, quello che accadrà tra cinque minuti, due ore o tra un anno. E per farlo, non è sui giorni passati, e nemmeno su quelli futuri che dobbiamo concentrarci, ma è sul momento presente, sul qui e ora che dobbiamo spostare la nostra attenzione.

L’esperienza dell’amore non corrisposto ci aiuta a diventare più forti

Quello che ci è successo non è tutto da buttare. È solo una pietra posata sul nostro cammino, una delle tante parentesi che dobbiamo attraversare per sviluppare la nostra maturità interiore. Sono proprio le cadute a farci diventare persone più forti, a patto di trovare dentro di noi la forza di rialzarci.

Una chiave per uscire dall’incubo dell’amore non corrisposto è concentrarsi sull’amore per se stessi. Dobbiamo riportare l’attenzione su di noi e sui nostri bisogni. La relazione con noi stessi definisce e plasma lo schema delle altre relazioni. Se siamo stati a lungo vittime di un amore a senso unico, con tutto il carico di sofferenza, solitudine e senso di sconfitta che comporta, è probabile che la nostra autostima sia a livelli molto bassi.

Avere quel senso del proprio valore intrinseco che costituisce il rispetto di sé significa avere potenzialmente tutto.

(Joan Didion)

Proprio così. Solo avendo piena coscienza del nostro valore a prescindere dalle brutte esperienze, dalle opinioni degli altri e dalle nostre effettive capacità possiamo superare indenni tutti gli ostacoli. La misura di quanto valiamo non è nel lavoro che facciamo, nella nostra situazione economica, nel nostro aspetto fisico o nella presenza di un compagno o di una compagna che ci sta accanto nella vita. Siamo molto più di quello che abbiamo e di quello che facciamo.

Iniziamo a passare del tempo con noi stessi. Cosa si fa quando si sta con qualcuno che si ama? Lo si ascolta con interesse, lo si coccola, si perdonano i suoi errori, si rispettano le sue idee. È così che dobbiamo comportarci nel rapporto con noi stessi. Solo quando avremo capito il modo giusto per prenderci cura di noi, potremmo avere una relazione sana con gli altri.

Autore: Adriano Rossi è un sociologo che da anni si occupa di amore e benessere, in particolar modo quando si tratta di affrontare una crisi di coppia o una rottura sentimentale.





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